Molte piante degne d’attenzione

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La premessa del libro “Flora spontanea nel circondario di Capo Vaticano” scritto da Franco Laria.

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Si è parlato molto negli ultimi anni del ritrovamento, nel vallone Ruffa, della felce bulbifera appartenente alla famiglia delle Blechnaceae, la Woodwardia radicans, una rara felce gigante la cui origine risale al periodo Terziario. Le sue fronde possono raggiungere la lunghezza di circa 3 metri. Da allora, quando si parla d’ambiente e della sua protezione la si nomina sempre come specie da salvare, tralasciando tutte le altre piante.

Ci sono molte piante degne d’attenzione tra cui la cosiddetta palma nana spontanea (Chamaerops humilis) che cresce miracolosamente abbarbicata sulla roccia dello spuntone di Capo Vaticano. Questa è l’unica palma spontanea che cresce da noi e sulle coste assolate del Mediterraneo. Dato che una varietà di questa palma è coltivata a scopo ornamentale, è utile ricordare che una pianta si dice spontanea se cresce e si riproduce senza nessun intervento dell’uo­mo; cosa che non si può ovviamente dire delle piante ornamentali. In tutti i paesi del Mediterraneo oc­cidentale, dove essa cresce spontanea, le foglie della palma nana sono state sempre utilizzate per lavori d’intreccio di vario tipo. Questa antica forma d’ar­tigianato è quasi scomparsa. Con una certa difficoltà, oggi, è possibile trovare sul mercato cesti, corde, scope, ventagli, stuoie, realizzati con foglie di palma nana, che una volta erano, invece, largamente adoperati soprattutto per la convenienza e la buona qualità dei prodotti stessi. Certo, queste piante non sono famose come la felce bulbifera, e non sono come essa dei fossili viventi ma, come essa e come tante piante sono a rischio d’estinzione. E se non si sta attenti rischiamo di immolarli al dio denaro, che tutto annulla e piega ai suoi voleri. Molte piante spontanee sono ormai scomparse a causa della ce­men­tificazione sfrenata, e non si possono ripiantare.

Nella coscienza di ciascun cittadino bisogna instillare il concetto che l’ambiente deve essere protetto. E ciò non vuol dire che dobbiamo ritornare all’età della pietra, come qualcuno erroneamente crede, perché dobbiamo salvaguardare l’ambiente; vuol dire sem­plicemente che quando si fa qualsiasi cosa (si costruisce una casa, si fa una strada…) si deve considerare anche l’impatto che tale opera avrà sull’ambiente per ottenere quello che è chiamato sviluppo sosteni­bile, ricordando che qualsiasi modi­fica si fa all’ambiente prima o poi ricadrà su di noi.

I nostri padri ci hanno consegnato in eredità l’am­biente in cui viviamo. È nostro dovere non sper­perare tal eredità poiché siamo obbligati a consegnarla intatta ai nostri figli.

Questa mia raccolta di fotografie non è un elenco esaustivo delle piante spontanee che crescono nella zona di Capo Vaticano, bensì un elenco di piante a volte rare ed in via di estinzione, a volte piante offi­cinali, a volte di semplice elencazione per la bellezza della pianta. Ho privilegiato, nella mia trattazione, le orchidee di terra che sono così poco conosciute e, nonostante ciò, molte in via di estinzione o estinte, sperando che questo mio lavoro non contribuisca alla loro estinzione favorendo la raccolta indiscriminata. Quindi, se incontrate una di queste orchidee non rac­coglietela, può darsi che state per raccogliere uno dei pochi esemplari rimasti. Come pure non raccogliete qualsiasi pianta spontanea. Se ognuno di noi ne rac­cogliesse solo una si estin­guerebbero ben presto, anche perché queste piante sono impossibili da coltivare essendo troppo legate all’ambiente in cui vivono. Dove è possibile, di ogni pianta ho inserito  una breve descrizione con carat­teristiche e curiosità.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo. Si declina, pertanto, ogni responsabilità sul loro utilizzo improprio a scopo curativo, estetico o alimentare.

Franco Laria

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