Rifiuti… nel vibonese

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Pino Rombolà

Il nostro più grande auspicio era quello di non dover più tornare a discutere di ATO rifiuti, ma ahinoi, vista la totale immobilità dell’ATO Vibo, siamo costretti a farlo.

Vi è il rischio concreto, infatti, che sotto l’Albero di Natale tutti i comuni del vibonese trovino, come regalo, l’impossibilità a conferire i rifiuti nei rispettivi impianti di trattamento.

Per chi scrive, sarebbe semplice, forse anche comodo, a questo punto utilizzare la frase del sommo matematico, il quale a chiosa dei propri teoremi scriveva: “quod erat demonstrandum”.

In verità, nel caso specifico, nell’esclusivo e superiore interesse dei cittadini, saremmo stati felici e contenti se i fatti ci avessero dato torto.

Sebbene tutti sanno che il Comune di Drapia, fin dal primo incontro ha manifestato le sue perplessità sulla scelta di (ri)costituire le ATO per la gestione dei rifiuti, fino alla fine abbiamo sperato che la nostra contrarietà si rilevasse preconcetta ed i nostri dubbi si rilevassero infondati.

Da subito abbiamo evidenziato che si tratta di Enti di cui pochi sentivano la mancanza, visti i danni che erano riusciti a fare  negli anni passati.

Nella nostra provincia bruciano ancora gli errori del passato, quando la gestione, rivelatasi del tutto fallimentare (sotto ogni aspetto), è stata affidata a società miste, la cui mission era quella di far decollare la raccolta differenziata e razionalizzare i costi.

Nella realtà è avvenuto il contrario: in tale periodo la raccolta della differenziata è rimasta al palo ed i costi per i comuni (ovviamente ci riferiamo a quelli virtuosi che pagavano) sono aumentati a dismisura.

La raccolta differenziata è decollata, almeno nella gran parte dei comuni, solo quando tali società hanno smesso di operare.

Siamo stati sempre coscienti che è necessario guardare al futuro, ma nella convinzione che è indispensabile fare tesoro degli errori del passato per impedire di ripeterli.

Ci siamo battuti con tutte le nostre forze, soli nella provincia di Vibo anche se in ottima compagnia nelle altre province, affinché venissero apportate modifiche allo schema di convezione che da subito abbiamo definito capestro.

Più volte abbiamo fatto sentire la nostra voce e le nostre preoccupazioni, con ogni mezzo abbiamo tentato di far capire che alcune clausole presenti nella convenzione mortificano i piccoli comuni, soprattutto quelli virtuosi.

La Regione Calabria, inizialmente, ha minacciato l’invio del commissario ad acta, ma poi ha ritenuto di dare ascolto ai comuni “ribelli”, assicurando l’introduzione di correttivi importanti nel contratto di gestione.

Veniamo ad oggi:

In base alla legge, ogni Ato, già da tempo, avrebbe dovuto subentrare alla Regione nei contratti con gli impianti che ricevono i rifiuti dai singoli comuni (Daneco, Ecocall ecc.), ma a Vibo ciò non è avvenuto.

Anche in questo, la provincia vibonese e la sua ATO non potevano che primeggiare per negatività.

Ed infatti nonostante siano ormai trascorsi alcuni anni da quando l’ATO è ufficialmente nata, a Vibo in pratica non è stato fatto nulla di nulla, manco si è riusciti a deliberare il subentro nei contratti in essere tra la regione ed i singoli impianti.

Non tocca certo a noi stabilire di chi siano le responsabilità di tutto ciò (noi continuiamo a ritenere che al di là delle singole o collettive responsabilità si tratta di un modello che non può funzionare), ma certo è che tratta di un fatto di una gravità inaudita, che provocherà danni incalcolabili nel sistema della raccolta dei rifiuti, sul quale non è possibile continuare a far finta di nulla, sperando nella solita, anche se stavolta improbabile, proroga regionale al fotofinish.

Pino Rombolà

Vice-Sindaco con delega all’Ambiente del Comune di Drapia

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