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Drapia: radici lontane, radici cristiane

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Drapia: radici lontane, radici cristiane

La croce donata dall’amministrazione comunale di Drapia
Il modello originale
Il 6 ottobre 2018 è stato consacrato vescovo, nella Cattedrale di Mileto, Monsignor Francesco Massara.
Il 13 ottobre Monsignor Massara ha celebrato la prima messa da Vescovo nella chiesa del suo paese natale: Drapia.
La Chiesa, consacrata a San Sergio, era gremita di popolo. Un popolo gioioso, allegro, commosso proveniente da tutte le frazioni del Comune e da altrove.
I compaesani più grandi ricordavano Monsignor Francesco allorché piccolissimo faceva il chierichetto nella chiesa di Drapia e giocava per la via del paese con gli altri ragazzi della sua età. Lo ricordarono alle scuole elementari, alle medie e poi ancora al liceo di Tropea.
Ne raccontavano la devozione alla Madonna e l’ascolto della chiamata di Dio al sacerdozio.
Ricordarono i suoi studi nel Seminario, le specializzazioni e l’esperienza pastorale fatta nelle Serre e poi, da ultimo, a Limbadi.
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Monsignor Francesco è un classico figlio del popolo. La sua famiglia è una famiglia di lavoratori che conosce bene come il pane si guadagna col sudore della fronte e come quel pane debba essere frutto dell’onestà e della fede in Dio.
Francesco ha succhiato quei valori con il latte materno e li ha visti come orizzonte di fede e di speranza fin da piccolo. Ha potuto constatare che la barca costruita su questi valori non si infrange tra le onde, ne finisce sugli scogli e che la stella polare che guida i destini dei fedeli serve per la vita degli umili e per la vita dei potenti.
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Ciò che mi ha più colpito nel popolo di Dio, che ha seguito la prima messa di Monsignor Massara, è stata la coscienza tangibile di essere una comunità con dei valori e delle radici millenarie. Di ritrovarsi, quasi istintivamente, attraverso queste radici come comunità al di là delle differenze registrate tra i singoli, alcuni dei quali venuti da lontano in quanto l’emigrazione ha sparso ai quattro angoli del mondo anche la popolazione di Drapia e del Comune di cui Drapia è capoluogo.
Monsignor Massara è stato destinato come Vescovo a Camerino, città colpita, come tutta la diocesi, dai  terremoti del 2016.
La popolazione di Drapia, di cui Monsignor Massara è figlio, ha nella memoria i terremoti del 1905 e del 1908 ed ha vissuto l’esperienza delle baracche le cui ultime vestigia sono state cancellate negli anni ’70 del Novecento. A testimonianza del fatto che dolori e sofferenze appartengono alla comunità di origine e alla comunità di destinazione di Monsignor Massara.
A queste comunità e a tutte le altre illuminate dalla luce del Cristo appartengono però soprattutto la certezza di camminare col Cristo accanto e la speranza di muoversi sulle strade della giustizia e dell’amore.
Questo si respirava tra gli uomini e le donne e tra i bambini convenuti a Drapia per gioire insieme a Francesco e pregare insieme a lui sul futuro degli uomini.
Una esperienza che ha fatto vivere a tutti noi un momento di comunione intenso e ricco che sarà sorgente, sicuramente, di scelte adeguate per il nostro futuro.
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Un dono e una proposta sigillano la serata e la messa. Il dono è quello del Sindaco che consegna all’Arcivescovo, in nome della comunità di Drapia, la riproduzione in argento di un crocifisso del VII-VIII secolo d.C. ritrovato a Sant’Angelo di Drapia di origine siriana. Il crocifisso rappresenta Gesù sulla croce nel momento in cui consegna Giovanni a Maria e Maria a Giovanni con le parole: questo è tuo figlio, questa e tua madre.

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La proposta è quella che fa Monsignor Massara come preghiera nei confronti del popolo e della terra da cui ha tratto i natali: un gemellaggio da costruire tra Drapia e Camerino.

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Si coglie ictu oculi che le storie degli uomini si incrociano sulle vie infinite sulle quali camminano su questa terra.
La Siria appare vicina alla Calabria che viene vissuta, oggi come allora, terra di libertà e di speranza per chi è costretto a fuggire dalle persecuzioni.
Camerino  è dietro l’angolo per chi vuole dare un aiuto concreto a chi è colpito dal terremoto oggi, come ieri lo fu la Calabria.
La rete della fraternità tutto ingloba e tutto riconosce come proprio. Gli uomini, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, si ritrovano nello spazio e nel tempo come fratelli.

Saverio Di Bella

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