La pioggia violenta delle ultime settimane di agosto ha trasformato gli affacci a mare della città di Tropea in cascate.
Acque impetuose piombavano sulla marina portando fango e pietre, rompendo muri di contenimento, terrorizzando bagnanti e turisti vittime potenziali di un imprevisto bombardamento naturale.
Tra i malcapitati si diffondevano paura e terrore.
Cosa era successo?
***
Si era semplicemente verificato ciò che si temeva da tempo. La città di Tropea ha allargato ed esteso il costruito, le strade cementificate e bitumate.
Non sono cresciuti però gli sbocchi a mare. Né è stata adeguata alle nuove esigenze la rete di raccolta delle acque piovane e la rete fognaria. Così saltano i tombini, l’acqua e i liquami invadono le strade e la pendenza naturale del terreno le convoglia verso i confini della città, sulla rupe e sul mare.
Nascono le cascate.
***
Il problema è aggravato dalla chiusura idiota di vecchi cunicoli sotterranei che facevano defluire l’acqua della città storica verso il mare.
Si aggiunga che in molti dei vecchi palazzi storici hanno ricavato – si dice – appartamenti scavando sotto terra ed hanno appesantito i piani superiori eliminando le travi e le tavole, sostituite con puntelle di ferro, mattoni e cemento. Un peso aumentato su una base muraria non idonea a sopportare il nuovo carico.
Sono sorti poi alberghi e B&B con ulteriore carico umano e relativi problemi. E si aggiunga che i muraglioni in cemento, nati per sostenere la rupe, presentano ormai un vuoto di circa venti centimetri tra il cemento e la rupe.
Così si dice.
Segno evidente di una capacità erosiva delle acque piovane, delle fogne non convogliate sulla zolla di tufo su cui sorge la città.
***
Bisogna però avere il coraggio di fare la Cassandra cari innamorati di Tropea, cari cittadini della Perla del Tirreno, la città dà i primi segni di erosione e di un possibile tracollo.
I palazzi a picco sulla rupe possono collassare per l’erosione della base su cui sorgono. Il cemento delle arcate di sostegno non regge assolutamente nulla ed è sottoposto, a sua volta, all’attacco del tempo. La durata del cemento è, infatti, limitata e sono ormai trascorsi decenni da quando le arcate sono state costruite. L’obsolescenza del cemento è evidente a occhio nudo.
Che fare?
***
Vanno prese subito alcune misure, tra queste:
1) Riaprire i canali sotterranei per consentire alle acque di fuoriuscire divise dalla zolla di tufo sulla quale sorge la città;
2) Chiudere i piani scavati sottoterra;
3) Togliere putrelle e cemento dai palazzi mettendo travi e tavole;
4) Riesaminare le concessioni di alberghi, ristoranti e B&B nel centro storico previo esame tecnico alle singole strutture;
5) Aprire e costruire immediatamente un canale per l’acqua piovana che faccia da anello collettore alla città;
6) Rivedere l’ammodernamento della rete idrica e fognaria;
7) Chiudere subito gli scarichi fognanti sulla rupe.
***
Se qualcuno ha proposte più efficaci le faccia conoscere. Restando fermi dobbiamo sapere che, dal punto di vista geologico, l’orologio del tempo di Tropea segna già l’inizio della fine.
***
Gli uomini hanno costruito Tropea e la sua bellezza; gli uomini stanno distruggendo Tropea e hanno già deturpato la bellezza ammirevole e ammirata di questo lembo di terra.
Gli uomini possono ancora correre ai ripari e salvare ciò che resta di un vero e proprio miracolo di fantasia creatrice e di rapporto splendido tra città e territorio, città e mare.
L’auspicio è che lo facciano subito. Oggi, non domani. Perché domani è già tardi.
***
Celebrare la giornata della Terra Madre significa che ciascuno di noi, concretamente, salva lo spazio in cui vive e lo spazio nel quale si riconosce come luogo della propria identità.
Per chi ama Tropea il dovere morale è salvare Tropea con la sua storia, la sua memoria di pietra, il suo mare, i suoi spazi proiettati verso il Monte Poro.
Vibonesiamo.it BLOG – Mario Vallone Editore is Spam proof, with hiddy
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.okNon do consensoLeggi di più
Puoi revocare il tuo consenso in qualsiasi momento utilizzando il pulsante Revoca il consenso.Revoca il consenso