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Irene Gaeta. Padre Pio. Drapia e Brattirò

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Sentiremo parlare spesso di Irene Gaeta nella nostra provincia di Vibo Valentia.

Lei non è calabrese, è nata a Lanciano nel 1937 ed oggi vive a Vitinia, una frazione di Roma.

Irene Gaeta è una signora semplice di ottant’anni che proviene da una famiglia di comprovata fede cattolica. La sua storia mistica ha inizio quando aveva solo 8 anni, era il 18 giugno del ’46, andando a dormire vide nella sua camera da letto un frate vestito con i paramenti sacri che la benediva con l’ostensorio.

“La stanza – come lei stessa ci racconta – era rischiarata da una luce soprannaturale”. Dopo la benedizione il frate fece vedere l’ostia che diventava carne e il vino che diventava sangue e disse alla piccola Irene: “Brutta birbante, stai attenta a questo momento!” poi le fece vedere come l’aveva salvata l’anno precedente da un grande pericolo.

Alla domanda: “Chi sei?” Lui rispose: “Sono Padre Pio da Pietrelcina”. Glielo domandò per tre volte, seguendo il consiglio di sua nonna contro le illusioni diaboliche, e la terza volta il frate rispose: “Sono un frate che prega. Un giorno mi conoscerai.”

Alla domanda di Irene Gaeta, su come potesse conoscere determinate circostanze della sua vita, egli rispose: “Io so tutto di te, perché da quando sei nata, l’Eterno Padre ti ha affidata alle mie mani. Io ti ho salvata e ti salverò sempre.”

Negli anni successivi Irene Gaeta ricevette frequenti visite del frate in bilocazione. Aveva vent’anni quando nel ’57 vide su di un giornale una fotografia di Padre Pio ed esclamò in presenza di sua madre: “Questo è il frate che vedo sempre!”. Gaeta capì soltanto allora che egli era vivo, pensava infatti che fosse un santo morto.

Nel 1960 si reca per la prima volta a San Giovanni Rotondo, nel periodo in cui non era possibile avvicinare Padre Pio, poi finalmente l’incontro. Ma continuiamo con il racconto, dalle stesse parole di Irene Gaeta: “Nel  1961 Padre Pio mi disse: “Ti condurrò all’apice dell’alta aristocrazia, non perché tu viva come loro, ma tu possa capire come sono miseri e poveri dentro.”

“Subito dopo aprii un atelier di alta moda come stilista in Via Frattina, a Roma, ed ebbi fra le mie clienti i più bei nomi dell’alta aristocrazia e dello spettacolo. In questo modo ho potuto aiutare numerose persone a riscoprire la carità, l’amore di Dio e vivere in grazia.  Ad ottobre del 1962 Padre Pio mi invitò in bilocazione a tornare da lui. Quando andai mi disse: “Figlia mia, l’Eterno Padre ti ha fatto un gran dono, ma tu non lo capisci adesso! lo capirai con il tempo. Ti ha accettata con me ai piedi del Crocifisso. Sei sempre unita a me fino alla fine, fino alla morte, e otterrai tante grazie e anche miracoli se  con fede pregherai! …. E un giorno avrai il mio Crocifisso.” In quel  momento ebbi la percezione di un gran terremoto, e mi sentii completamente schiacciata come sotto il peso di numerosi palazzi (…) io non esistevo più. Egli mi guardò intensamente con un volto trasfigurato e splendente di luce  e di lacrime, mi ripeté : “Figlia mia! Figlia mia… sei unita a me sempre fino alla fine, fino alla morte!”  Da allora mi sento unita a lui in tutte le circostanze della vita. Per quanto riguarda la mia direzione spirituale e quella del gruppo e la realizzazione delle varie opere abbiamo tenuto molti convegni e conferenze sulla persona e spiritualità di Padre Pio con la partecipazione di molti intellettuali della Chiesa e della cultura. Nel 1999 Padre Pio mi disse:” Figlia mia! Prepara un gruppo di anime che vivano il Vangelo come l’ho vissuto io!… una Milizia Eucaristica Francescana  Diocesana!”.

Nel 2006 Padre Pio mi dice: “In Calabria devi fare un santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca, un villaggio per i sofferenti”. Davanti all’enormità del progetto, cerco di respingere la richiesta, ma Padre Pio mi dice con forza: “Lo devi fare!” e mi indica il luogo. Senza mezzi economici, ma con immensa fede nella divina provvidenza e nelle parole di Padre Pio che aggiunge: “Figlia mia, bisogna fare qualcosa per questa terra per ridare speranza, lavoro e assistenza a tanta gente, se non si fa niente nasceranno sempre più sterpi e delinquenti!”. Sostenuta dall’Associazione “I Discepoli di Padre Pio” contattai il Vescovo del tempo, Mons. Domenico Cortese, andai in Calabria, trovai il posto nei dintorni di Drapia e mi impegnai ad acquistare il terreno.

Scoprii successivamente, che nelle immediate vicinanze di quel luogo, Gesù sarebbe apparso, nel 1982, diciotto volte presentandosi come “Re dei Re”. Una cappellina ne ricorda oggi gli eventi.

In un altro terreno, sempre in Calabria, donatoci dai coniugi Antonio e Maria Vallone adiacente a quello da noi acquistato, sorgerà una struttura per anziani, disabili ed ex carcerati. Si realizzerà così, con l’aiuto di Dio, quello che Padre Pio mi ha profetizzato”.

Franco Vallone

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