“Non solo voce del mio canto”

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Nei giorni scorsi col mio marchio editoriale, Thoth Edizioni, ho pubblicato l’opuscolo “Non solo voce del mio canto”, raccolta di poesie dell’autrice sarda Katia Debora Melis.

Si tratta della quarta pubblicazione della Melis con la Thoth Edizioni.

Di seguito la presentazione del volume scritta da Francesco Pasella.

m.v.

Presentazione

Per introdurre il breve poema,  Non solo voce del mio canto, della poetessa Katia Debora Melis, mi servirò di una poesia non inserita nella raccolta che stiamo per presentarvi, lasciando a voi il gusto di scoprire ‘intatti’ e senza filtri i componimenti che stanno per accadere.
La poesia Io, lontano, infatti, scritta in un seppur recente passato, incarna parte della poetica e dello stile di vita dell’autrice, donna coraggiosa e intraprendente, sospesa tra lotta e rassegnazione, dovere e fuga, amori e futuro, e  soprattutto battiti che frantumino il buio:
Io voglio patire lontano

 la mia segregazione,

con tutto ciò che non mi lega al mondo.

Voglio un posto

in cui sciogliere poemi d’amore

che non udrà l’amato.

E voglio un’eco al buio che mi colpisca al cuore.

Katia Debora Melis

Nel poemetto Non solo voce del mio canto si odono tutti i patemi dei versi sopraccitati,  in uno ‘scorrere’ che cerca costantemente un conforto e un abbraccio. Questi tasselli, misurati e intatti, urlano una rabbia serena ma vitale, senza mai sciogliere completamente l’enigma; come solidi nodi o eterni compromessi, venati da una remora che non sa o non vuole scoprirsi.
Nonostante il distacco e la rassegnazione di alcuni passaggi, nelle poesie non si percepisce mai l’ombra della sconfitta: la pur accettata finitudine, infatti, mescola sprazzi di tristezza a serate tonificanti, in cui ancorarsi a un fuoco scoppiettante è ancora possibile; e dove un nuovo effluvio di vita può confinarci, almeno per un attimo, in una parentesi di salvezza.
Un canto solitario, ma non solo, quello di Katia, che vuole abbracciare l’umanità nella continua ricerca di un’interazione che accompagni e spieghi; prendendo parte a una distanza a cui non si vuole cedere del tutto, nella speranza di un sole che ci scaldi tutti insieme; e di un’anima che si sdoppi per poi ricongiungersi nei pensieri e nello spazio, finché il poeta  non divenga il vero strumento, per ricucire tutti i sogni ormai appassiti; il mantice per sminuire le distanze e la feroce aridità del vivere.

Francesco Pasella

PER RICHIEDERE UNA COPIA CONTATTA LA CASA EDITRICE: VAI AL SITO

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