Tamburello Festival 2017

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Il Tamburello festival rimane uguale a se stesso.

Non avverte l’urgenza e la frenesia del cambiamento. E conferma la sua impostazione ormai consolidata nel tempo. La regina della serata è la tradizione musicale.

Tamburelli, organetti, lire, tamburi a frizione e chitarra battente. Ma quest’anno, al centro del progetto: zampogne e pipite. Il filo conduttore prescelto per quest’anno prende le mosse dalla parola composita “anc&strali”.

Da un lato le ance, con la loro insostituibile funzione di fonte sonora per zampogna e pipita e quindi, origine del suono.

Dall’altro, come si legge nella presentazione firmata dal professore Salvatore L’Andolina: «Uno strale partito da chissà dove e chissà come e chissà perché. Fatto è che ancia e strale, cioè armonia e dolore, musica e partecipazione, ascolto e memoria si condensano in una nebbia che avvolge la totalità dei nostri pensieri, l’essenza della nostra consapevolezza di esseri umani, di persone che rifiutano di spiegarsi il mistero delle tante vite vissute in una sola». Cultura, coerenza, qualità, riflessione si combinano in un unicuum che rappresenta la forza trainante del festival organizzata dall’associazione Aramoni presieduta da Anna Collia.

Insomma, nessun cedimento alla banalità, per una kermesse che nonostante i costi contenuti riesce a proporre, anno dopo anno, suoni e cultura saldamente ancorati all’identità regionale. Il programma prevede, come sempre, la sagra di prodotti tipici e dolci locali, una ricca esposizione di artigianato, i Giganti Mata e Grifone, la Cameiuzza, una rassegna di foto antiche proiettate durante il concerto e intrattenimenti vari per i bambini. Instancabile, come sempre, il lavoro dei soci Aramonesi.

La parte musicale prevede la presenza di rappresentati prestigiosi sonaturi che rappresentano le sonorità delle varie parti della Calabria.

Aprirà la “Fanfara di Sant’Andrea Apostolo sullo Ionio”, proseguirà Cataldo Perri con suo “Squintetto” e con gli ospiti d’onore Massimo Leone e Totò Critelli e chiuderanno gli “Skunkiuruti”.

Centro studi umanistici e scientifici Aramoni

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