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Il rimbombo del silenzio

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Andrea Locane

Il rimbombo del silenzio

Succede che in politica a volte si sbagli. A Parghelia, a mio avviso, si sbaglia spesso e si continua tenacemente a sbagliare. Da parte dei vari attori della politica in campo si commette soprattutto un grave errore di omissione quando non si fa niente per attirare l’attenzione della gente sullo stato di sostanziale degrado del territorio e dell’ambiente in generale. E si sbaglia di grosso quando si fa annegare in un fragoroso silenzio un tema, come quello ambientale, di importanza vitale e fondamentale per la comunità pargheliese. Da parte delle forze politiche è mancata finora una  riflessione profonda su questo argomento tutt’altro che irrilevante, mentre si va diffondendo un disinteresse generale verso tale questione, indubbiamente  intricata e  ingarbugliata. Stando così le cose, c’è da supporre che si tenda a nascondere o a far dimenticare le continue violenze all’inestimabile patrimonio naturale, compiute in particolare lungo la costa a ridosso delle bellissime spiagge, e persino sugli argini dei torrenti?

D’altra parte, cari amministratori, le “lobbies”, che agiscono contro la legge e fuori di essa, non hanno alcun interesse ad affrettare gli interventi della politica su questo problema. Esse, casomai, si avvalgono del vostro silenzio, delle vostre lentezze e indecisioni nella percezione di un pericolo che è reale, della debolezza vostra e della società civile, nel senso che si sentono e sono favorite dal conseguente vuoto politico. Le “lobbies” in questione vogliono e bramano il vuoto per poterlo riempire dei loro contenuti e sono soddisfatte delle sabbie mobili del silenzio in cui, inavvertitamente, vi siete cacciati. Lascia, comunque, allibiti e sconcerta il fatto che una verità così elementare e chiara non sia stata ancora compresa da nessuno, né dai pubblici amministratori dei comuni dell’intera “costa degli dei”, né dalla pubblica opinione. E, intanto, il tempo corre!

Ritengo, pertanto, che la situazione che si è creata non consente ulteriori indugi e che sia giunto il momento di usare non la “virtù” della prudenza, ma il senso di responsabilità istituzionale, per evitare, oltre allo sfascio fisico del territorio, la disgregazione sociale e politica e per evitare altresì che questi fenomeni raggiungano livelli non più controllabili. E’ bene prendere coscienza che ci si trova di fronte a delle criticità  talmente gravi e preoccupanti da richiedere che gli amministratori, ai quali il popolo ha affidato con il voto il compito di amministrarli, battano un colpo, reagiscano e facciano prevalere, con tutti gli strumenti messi a loro disposizione dalle leggi, senza alcuna paura o remora, gli interessi della collettività.

Come ho sostenuto in altra occasione, la lontananza  mi consente di guardare ai fatti che succedono – o che non succedono – in Calabria e nel “mio” paese con più distacco, di osservarli con maggiore prospettiva e uno sfondo più ampio. E mi accorgo che dietro la cortina di silenzio che avvolge la realtà socio-politica di un luogo benedetto dalla natura per l’incanto dei suoi paesaggi, c’è il nulla, o meglio, c’è la pervicace, ostinata, e colposa latitanza della classe politica. Non si vuole assolutamente capire che i “poteri occulti”, che di fatto decidono e governano sostituendosi ai legittimi amministratori, sono pervasivi, si insinuano negli spazi lasciati vuoti dalla politica, sono morbidi e dolci, possono essere utili, ti difendono e, persino, ti votano. Ma il risultato di tutto ciò è la paralisi politica e sociale di un territorio ricco di cultura e di materiale umano, che, in mancanza di un’azione amministrativa coraggiosa e insistente, corrono il rischio di una sclerosi e di un’agonia senza fine. Non c’è bisogno di scomodare un passato, ormai lontano, e vecchie memorie, per poter affermare che è necessario anche l’intervento di persone in possesso di cultura e di preparazione politica (e a Parghelia ce ne sono, anche se ritiratesi da tempo sull’Aventino) che chiamino a raccolta il tanto decantato “popolo” – accuratamente messo in disparte dopo la conclusione di ogni tornata elettorale – perché, tutti insieme, proprio tutti, ci si occupi, dandosene carico – per quello che si può e per quello che si deve – dei problemi non risolti del “villaggio”-Parghelia in cui i cittadini pargheliesi vivono e di cui  gustano la bellezza, ma che ha, purtroppo, un’architettura sociale e politica molto fragile. Purtuttavia, sono convinto che a tale fragilità si possa porre rimedio e dare vigore, robustezza e stabilità  facendo appello a tutte quelle espressioni della società civile locale, disposte a rigenerarsi dal punto di vista culturale e quindi del modo di vivere. Un’impresa ardua ma non impossibile, ma a certe inderogabili condizioni. Come ho sempre affermato, bisogna prima di tutto che i Comuni si comportino come istituzioni al servizio di tutti e assecondino e valorizzino la partecipazione, anche la più impercettibile e irrilevante, della società civile, facendo crescere, in questo modo, il senso di responsabilità collettiva e quindi la coscienza collettiva.

Sono trascorsi tanti anni dalle “storiche” elezioni amministrative del 2009 (scrivo ciò, senza alcuna retorica), e mi accorgo che la nave,  nonostante che l’elenco dei problemi che attendevano soluzione si sia ragionevolmente ridotto,  è  in panne in qualche sperduto arcipelago, con le sartie rotte e con le vele sbrindellate. La nave non va,  né si vede qualche altra nave che potrebbe essere varata al suo posto. Lo scossone politico non c’è stato, soprattutto sui temi dell’ambiente e della partecipazione popolare all’azione amministrativa. Ma la speranza, come si suole dire, è l’ultima a morire ed io, dal mio osservatorio molto lontano – giudicato incautamente e con parole inopportune “comodo e non pericoloso” per me, da alcuni benpensanti del posto  -, spero ansiosamente che lo scenario politico cambi in meglio e che, in un prossimo futuro, la politica non si identifichi più – come sta avvenendo da tempo – nel gioco della spettacolarità e dell’immagine e che i grossi temi del territorio e dell’ambiente non vengano rimossi definitivamente, preferendo ad essi la solita narrazione affabulatoria della bellezza di un paesaggio dal mare e dalle spiagge che incantano. Dispiace dover ripetere concetti espressi  tante volte , e dover rimarcare ancora che la classe politica pargheliese che amministra da otto anni il Comune ed anche l’opposizione  abbiano, finora, trascurato colpevolmente il problema ambientale nel suo complesso. Ma credo che questo sia l’unico modo per dissolvere quella nuvola cupa in cui la questione dell’ambiente è stata relegata. Ed allora continuerò  a proporre con insistenza i temi ambientali, anche se temo che  il mio monotematismo otterrà l’effetto di  risultare noioso e  perfino molesto.

 Andrea Locane

                                                                                                                                                        

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