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Sursum corda

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Parafrasando un vecchio adagio popolare,non è esagerato affermare che si stava meglio quando si stava peggio. Il periodo di apprendistato dei tre commissari prefettizi inviati al comune di Tropea per assolvere e ben precisi compiti a seguito dello scioglimento per mafia del consiglio comunale,

può considerarsi concluso e a tutt’oggi nessun elemento induce a registrare lusinghieri successi in

ordine alla trasformazione rispetto al passato della situazione politico-amministrativa.

Perdura ancora una situazione di stallo gestionale che determina profonde ripercussioni negative nell’assetto tecnico-organizzativo che avrebbe dovuto caratterizzarsi, dopo aver “messo a posto” le carte, in iniziative di ampio respiro per rendere più vivibile Tropea e che via via potessero assumere valenza di criterio costitutivo dell’azione amministrativa introducendo elementi di particolare rilevanza nel sistema dei rapporti con i cittadini e, al tempo stesso, promuovessero l’ineludibile processo di rinnovamento della città attraverso una moderna pianificazione che, bandendo la solita ottica politico-clientelare, tenesse conto, viceversa, del soddisfacimento dei bisogni di ognuno, rimarcando una volta per tutte che l’interesse collettivo non è la somma degli interessi individuali ma li sovrasta, li compone, ne prescinde e, talvolta, contrasta con essi.

Poiché il giudizio discende da dati di fatto incontestabili relativi alle scelte e all’azione politica intraprese fino ad oggi dai commissari, riesce difficile sintonizzarci ancora su una lunghezza d’onda che, prescindendo dai compiti e dagli obiettivi per cui soni stati inviati, privilegi il solito, discutibile modo di gestire la cosa pubblica.

Il riferimento è in particolare all’assenza di un vero e proprio indirizzo tecnico-amministrativo nell’ottica e nell’intendimento di una gestione di obiettivi e di priorità strettamente correlati ai bisogni della città e ai problemi concreti della gente, alla trattazione superficiale del turismo che come il più importante volano economico della città meriterebbe ben altra considerazione, alla non attenta incentivazione delle risorse primarie verso le quali si persiste in un atteggiamento miope, con assenza di iniziative qualificanti, tali da far assurgere Tropea al rango di vera perla de Tirreno, alla superficialità con cui viene affrontata la problematica giovanile in massima parte rivolta ancora verso forme di mero assistenzialismo, alle contraddizioni di una città che giorno dopo giorno implode in esse stesse, nelle disfunzioni e nelle inadempienze che gravano come macigni su di essa deturpandone il volto, penalizzandola sotto l’aspetto ambientale, culturale e politico.

E’ un luogo comune quello che nell’immaginario collettivo viene ad essere considerato come inequivocabile verità, e cioè che i poteri straordinari conferiti ai commissari incaricati della gestione amministrativa di un comune siano riferibili solo alla conduzione e alla trattazione dell’ordinaria amministrazione. Niente di più fuorviante. Ai soggetti incaricati della gestione dell’intero settore amministrativo la legge affida poteri straordinari attraverso cui costituire un percorso di autonoma elaborazione di idee, di iniziative, di obiettivi in grado di interpretare e svolgere un ruolo di gestione all’insegna dell’efficienza e della trasparenza.

Ciò significa che non sono invocabili, a differenza dei politici di professione, le classiche scusanti per l’inefficienza e cioè la farraginosità dell’impianto normativo e l’opprimenza della burocrazia. Se a ciò si aggiunge che per svolgere al meglio il loro lavoro i commissari prestano la loro opera non “gratis et amore dei”, ma lautamente ben remunerati, si ha la consapevolezza che davvero dalla padella siamo caduti nella brace.

Oltre alle sue doti naturali,Tropea non può tuttavia vantare di essere un centro turistico qualificato e preparato ad accogliere migliaia di ospiti in arrivo e che non intendono vivere solo di mare, sole, pizze e gelati, ma desiderano impiegare il loro tempo libero in modo più costruttivo e intelligente. Mancano programmi interessanti che riguardano la cultura in tutti i suoi aspetti, il folcklore, l’ecologia, gli interscambi e i confronti professionali. Ci vogliono fatti e non solo sogni e speranze, programmi concreti quali ci si aspetta da un qualsiasi centro con ambizioni turistiche. E’ necessaria una maggiore cura per il territorio, per le spiagge e, in particolare, per le strade, intransitabili e pericolose in alcune zone della città, incontri d’arte, una valorizzazione più convinta dell’ambiente naturale circostante che possa coinvolgere i visitatori inducendoli ad entrare nell’anima stessa delle tradizioni.

Dalla storia al costume, dai prodotti locali alla gustosa cucina calabrese, ma non solo questo. Spetta per l’estate incombente ai commissari il compito di allestire un programma completo e coordinato, rivolto soprattutto a migliorare l’offerta turistica esistente, non limitando l’orizzonte ai confini del proprio territorio di competenza, ma allargando  spazi e opportunità con forme di collaborazione e integrazione a tutto vantaggio dell’intera provincia. Collegamenti fra vari centri balneari, organizzazioni di tours ed escursioni, offerta diversificata resa possibile dalla valorizzazione dei diversi elementi presenti nella zona: il mare, la collina, il monte, la campagna, le tradizioni, l’artigianato, la cucina, il paesaggio,ecc…

Solo così Tropea potrà vantare di essere la meta giusta per tutti quei turisti che desiderano per la loro vacanza quella “marcia in più”, quella sorta di “valore aggiunto” per la cui ricerca sempre più spesso si tende ad uscire dai confini nazionali.

Questo lembo di Magna Grecia può davvero far nascere ed aumentare in chiunque il desiderio non solo di ritornare,ma anche di decantare e vantare la Calabria e la stupenda Tropea pronta così ad un turismo per ogni stagione.

Suvvia commissari,”sursum corda”!!! Se ci siete,battete un colpo!!!

  Dr. TINO MAZZITELLI

(Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea)

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