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Un suggerimento per i programmi dell’estate

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Andrea Locane

Lo scenario politico di Parghelia, in questi ultimi tempi, non è cambiato di molto rispetto al passato.

La giunta comunale ha svolto, e sta svolgendo, il suo onesto lavoro amministrativo con attenzione e solerzia, mentre l’opposizione sostanzialmente dorme sonni tranquilli, in letargo dal quale neanche l’inizio della primavera l’ha fatta uscire.

Basti pensare al controllo dell’economia del territorio da parte delle organizzazioni criminali, rilevato, tra l’altro, in più di un’occasione, da alcuni cittadini (come il professore Saverio Di Bella) con accorati e preoccupati pubblici appelli, al perdurante inquinamento soprattutto del mare – problemi mai affrontati con la dovuta energia da nessuna delle pubbliche amministrazioni della “costa degli dei” – per rendersi conto che i politici locali prediligono occuparsi di questioni semplici, di ordinaria amministrazione, piuttosto che impegnarsi a risolvere problemi che riguardano il benessere dei cittadini e dei territori affidati alle loro cure dagli elettori. Nessuna strategia su questi rilevanti temi è stata mai impostata, né mai si è notato un sia pur minimo impegno sul fronte dell’inquinamento e della tutela del territorio e sull’altro fronte, quello altrettanto preoccupante del progressivo controllo dell’economia e del turismo da parte di organizzazioni che agiscono fuori dalla legalità.

Negli ultimi anni a Parghelia, e negli altri comuni della costa, si sono viste iniziative anche importanti ed interessanti, soprattutto d’estate, che sono riuscite a coinvolgere i cittadini e che rischiano di diventare, nel difficile e problematico contesto sociale di questi posti, “armi di distrazione di massa”, ma non si è notata nessuna iniziativa pubblica che potesse minimamente focalizzare l’attenzione di tutti sulle due questioni appena accennate. Eppure, i danni al territorio e al suo ambiente, ed anche alla vita sociale si vedono!

A questo punto, mi corre l’obbligo (come si dice nell’orribile linguaggio burocratese), nella mia qualità di ex cittadino pargheliese, di dare un consiglio o, meglio, un suggerimento, nonostante mi renda conto della complessità della cosa. Perché, compiendo uno sforzo… sovrumano, non viene inserito, nei programmi dell’estate, un dibattito pubblico sulla tutela e  difesa del territorio e sull’inquinamento anche mafioso, invitando le personalità che si sono interessate, esponendosi con coraggio, a questi temi? Sono dell’opinione che si possa ancora parlare di mafia senza suscitare fastidio o voglia di fuga, anche se opporsi ad ogni forma di criminalità organizzata significa impegnarsi in prima persona con alcuni margini di rischio.

Certamente l’impegno richiede coraggio, attenzione e dedizione.

Attenzione agli altri e dedizione ad una causa che riguarda tutti, ossia la salvezza dal cancro malavitoso. Non si può continuare a voltare la testa dall’altra parte, accettando l’inquinamento dell’ambiente e la presenza sul territorio di forze fuori dalla legge, come si può accettare il cambio climatico: deprecandolo, ma nella sostanza considerandolo inevitabile, non foss’altro per comodità. Questo si chiama complicità passiva e riguarda non solo la classe politica, ma l’intera popolazione dei comuni.

E’ necessario, in ogni caso,  agire in qualche maniera, se non altro per la ragione che il potere del crimine organizzato prospera e vince nel silenzio e nell’inerzia di tutti. Non bisogna sempre aspettare che siano gli altri a cominciare. Soprattutto i politici, che hanno liberamente accettato il mandato di governare i comuni, hanno il dovere e la responsabilità  di aiutare l’opinione pubblica dormiente a ridestarsi, i timorosi a prendere coraggio e a guardare in faccia la realtà. Perché certi obiettivi si perseguono e si raggiungono collettivamente.

Gorizia, 20 aprile 2017  

Andrea Locane

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