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“I figli della Shoah”

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“Auschwitz, Birkenau, Mauthausen, Treblinka hanno realizzato l’inferno in Terra.

Il Giorno della memoria, pertanto, non può e non deve tradursi in un rituale.

Questa giornata offre l’occasione per ricordare la più immane tragedia umana e politica che ha colpito la storia.

La Shoah non ha precedenti e questa sua unicità ha radici profonde e complesse ma letali al percorso di umanità. Il nazifascismo è stato sconfitto, ma il sentimento antisemita si diffonde su tutto il pianeta con preoccupante intensità. Un processo che va combattuto con ogni risorsa e senza risparmio di energie”.

Questa la motivazione centrale a sostegno della deliberazione di giunta municipale numero 2 del 10 gennaio scorso avente ad oggetto: “Commemorazione del Giorno della memoria”. Per la realizzazione dell’iniziativa di cui sopra è prevista l’accoglienza e la testimonianza di Israel Cesare Moscati, regista e figlio di due internati, autore del documentario: “I figli della Shoah” regia di Beppe Tufarulo, produzione Global Vision, Group con Rai Cinema, distribuzione Rai Cinema.

L’appuntamento avrà luogo presso il Centro sociale del capoluogo il 25 gennaio (data in cui è stata registrata la disponibilità da parte di Israel Cesare Moscati). Fra i vari interventi previsti, quello del sindaco Corrado L’Andolina, di Marina Grillo presidente del Consiglio comunale, di Giuseppe Conca presidente della Commissione comunale cultura, di Rosaria Galloro dirigente dell’Istituto Comprensivo di Briatico e di Roque Pugliese referente e consigliere della Comunità ebraica di Napoli. Prevista la partecipazione degli allievi della scuola secondaria di primo grado di Zambrone, dell’Orchestra dell’Istituto comprensivo di Briatico e della vocalist Mariachiara Carrozzo.

Nella presentazione del documentario “I figli della Shoah” è racchiuso il senso più profondo della ricerca così sintetizzato dal regista: “Il dramma della Shoah ha lasciato un’impronta indelebile non solo sui sopravvissuti ai campi di sterminio ma anche sulle generazioni successive.

Il trauma subito ha portato ad un immenso vuoto fisico ed emotivo con cui i superstiti si sono trovati a convivere. Il loro senso di colpa per essersi salvati ha reso molto difficile la capacità di vivere una vita normale a guerra finita e ha, di conseguenza, reso complicata la costruzione di legami familiari. Ecco che il pesante fardello dell’olocausto oltre ad aver lacerato i genitori, ha colpito anche i figli di seconda generazione che sono cresciuti con la consapevolezza di un vuoto affettivo da dover colmare con le proprie forze”.

L’amministrazione comunale di Zambrone

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