Nell’imminenza del rinnovo del consiglio provinciale faccio un appello all’organo che scaturirà dalla consultazione.
Al di là della competizione e dei colori politici. La recente bocciatura del referendum costituzionale, tra le tante conseguenze, ci offre un dilemma raccapricciante sul futuro delle province, depotenziate in previsione della riforma che le avrebbe abolite.
La legge “Delrio” le ha svuotate di contenuti, ed altre normative hanno indotto gran parte di esse al dissesto finanziario, o quasi, a causa dell’obbligo di versamento allo stato dei proventi delle imposte, che non si sono più potuti spendere nei settori di competenze, in aggiunta al taglio dei trasferimenti.
Le rovinose conseguenze sono note: impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, con serie difficoltà di sostentamento per le loro famiglie; quasi totale assenza di interventi ordinari e straordinari negli ambiti rimasti in capo alla provincia.
Di questa situazione viviamo quotidianamente i nefasti effetti: arterie a brandelli, che crollano ad ogni scroscio d’acqua, prive di segnaletica e sempre più pericolose da percorrere; scuole carenti delle condizioni di sicurezza minime, dove le lezioni si seguono e giorni alterni e, con frequenza, al freddo.
Questo è l’angoscioso stato dell’arte di una istituzione catapultata con tutta la sua gente in un orrendo “limbo dantesco” da cui è arduo uscire. Perciò quello che chiedo al nuovo consiglio provinciale è, all’indomani della consultazione, di sedersi tutti a un tavolo e adottare qualsiasi iniziativa utile ad evidenziare il malessere: stilino, i nuovi consiglieri, un documento, da indirizzare al governo centrale, che esponga la situazione di un ente lasciato allo sbando, partorendo un contesto che priva i cittadini del diritto di viaggiare sicuri e di mandare i propri figli in una scuola degna di tal nome; esprimano tutte le loro preoccupazioni rispetto alla situazione di un ente “scomparso” che, in realtà, non lo è, ed i servizi che eroga sono necessari; spieghino a chi di dovere lo stato delle scuole e delle strade ed interroghino i loro interlocutori sul futuro, in tempi brevi, di questo ente, del territorio in cui opera e della gente che ci vive. Superino le barriere di colore e le contrapposizioni partitiche e, a partire dalle iniziative intraprese, alimentino una riflessione su un non senso che, in qualche modo, un senso deve averlo.
Vitaliano Papillo
Sindaco di Gerocarne