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Chi la “berrà”?

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Per il comitato spontaneo dei cittadini di Santa Domenica l’emergenza idrica non è finita anzi sono aumentate le preoccupazioni  e i dubbi.

Il ritiro dell’ordinanza che vietava l’utilizzo dell’acqua per fini alimentari non ha certamente fatto esultare quella parte di cittadinanza che, riunitesi in comitato spontaneo, da alcuni mesi monitora costantemente  le condizioni dell’acqua pubblica.

Il ritiro dell’ordinanza è frutto, infatti, delle ultime analisi datate 14 novembre che giungono dopo una serie di altre indagini condotte dall’ASP che hanno dato tutte responso negativo, anzi in alcuni casi, anche di recente, peggiorativo con il ritrovamento di colonie di coliformi.

Sorprende che, dopo un lungo periodo, durato vari anni, in cui,  anche a fase alterne, l’acqua erogata è stata caratterizzata da gravi criticità, l’amministrazione comunale si precipiti a ritirare l’ordinanza di divieto, limitandosi alla presa d’atto della prima campionatura utile senza fare opportuni approfondimenti, peraltro richiesti più volte dal comitato senza ottenere, però, in merito alcun riscontro.

Sorprende che, da qualche mese, ma sarà certamente una fortuita coincidenza, proprio in concomitanza con le date dei prelievi, l’acqua sia caratterizzata da un odore acre, probabilmente a causa dell’iperclorazione che certamente ne corregge, temporaneamente, i difetti ma, sicuramente, non giova alla salute dei consumatori. Sarebbe interessante, a tal fine, conoscere, al pari delle altre analisi, il livello di cloro presente quotidianamente nell’acqua.

Sorprende anche che, in più occasioni, l’esito delle analisi sia stato divulgato senza  l’indicazione di alcuni parametri la cui immediata e completa lettura potrebbe garantire una maggiore e più esaustiva valutazione ai consumatori.

Cos’è cambiato rispetto al passato? L’acqua erogata proviene da un’altra sorgente? E’ stata sostituita la rete di distribuzione? E’stato fatto uno screening per capire quali cause hanno determinato il problema o semplicemente si ritiene esaustiva l’istallazione di filtri che si limitano a correggere alcune criticità di fatto nascondendo la polvere sotto il tappeto.

Ad alimentare i dubbi contribuisce anche il nuovo punto di prelievo che  non è più lo stesso rispetto al recente passato. La  fontana pubblica di piazza Monumento, posta al centro dell’abitato, chiusa a scopo precauzionale, è stata infatti sostituita con un altro punto sito all’uscita del serbatoio quindi posta prima che l’acqua venga immessa nella rete di distribuzione.

Certamente il colore dell’acqua è migliorato e a ciò, molto probabilmente, ha contribuito la forte protesta del comitato che ha raccolto oltre 1400 firme e ha presentato vari esposti alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, all’ASP, ai Nas e a i vari enti competenti. Una protesta ripresa da vari organi di stampa e riportata su scala nazionale anche con la presentazione di alcune interrogazioni parlamentari.

Ma cosa ha impedito al comune, si interroga ancora il comitato, prima di procedere al ritiro dell’ordinanza, anche in considerazione delle annose criticità, di avviare indagini straordinarie sulla qualità e salubrità delle acque a partire dall’esame di tutti i parametri microbiologici e chimici anziché limitarsi ai semplici controlli di routine. Perché non si è proceduto al controllo delle condizioni delle rete idrica e alla qualità delle acque per singolo rione al fine di poter escludere con serenità eventuali rischi per la salute pubblica o per individuare con certezza le eventuali cause di contaminazione.

Non è sufficiente dichiarare che tutto va bene nella speranza che tutto sia veramente a posto quando vi è di mezzo la salute dei cittadini. A tal proposito  ci chiediamo, ora che l’ordinanza è stata rimossa, quanti cittadini e amministratori berranno l’acqua del rubinetto?

                                                                   Il Comitato spontaneo di cittadini

 

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