Ogni anno possiamo incontrare, per le strade del vibonese, il simpatico pittore Renzo Turino che attualmente vive in Piemonte, a Torino. Sua moglie, Elisabetta Torchia, detta Lisa, è calabrese di Francavilla Angitola. Ed è proprio in questo paese che Turino trascorre le vacanze estive e dove, annualmente, è possibile visitare una qualche mostra dei suoi quadri che raffigurano tanti personaggi del comprensorio nobilitati dalla sua pittura, sono ritratti carichi di carattere, saturi di quella calabresità che solo un non calabrese può “vedere” e dipingere.
Renzo Turino, oggi in pensione, è nato nel 1948 in Piemonte, in un piccolo paese del Monferrato, ed ha trascorso l’infanzia vivendo in profondo contatto con la natura, con la terra degli avi, con le antiche tradizioni locali della vita contadina del Nord Italia e con la grande passione del padre: la caccia. Renzo Turino impara a dipingere sin da ragazzo, poi, da grande, la svolta professionale che lo porta dalla terra alle stelle.
Turino ha lavorato, infatti, nel settore dell’ingegneria aerospaziale e si è occupato, in stretta collaborazione con la NASA e con frequenti viaggi negli Stati Uniti, delle attività di addestramento degli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale.
Un lavoro serio e molto impegnativo, di grande responsabilità, che lo ha portato spesso in America e per il mondo in un continuo scambio culturale e sociale. In Calabria, ogni anno, Renzo Turino ci ritorna e ritrova i rapporti più profondi con la memoria, con quel mondo contadino che scompare sempre di più, con l’uomo, con la terra, con la semplicità della vita del piccolo borgo e del vicolo-ruga, con le strade di casa del paese della moglie Lisa.
Con il passare degli anni il misterioso personaggio piemontese, impegnato professionalmente a livello internazionale con le”cose dello Spazio”, diventa un francavillese, impara a capire il dialetto, gli usi e le costumanze nostrane, legge molto di storia locale, si informa su tutto ciò che lo circonda e si appropria delle culture del luogo, poi rimane colpito da certi tratti somatici dei contadini, donne e uomini comuni, si innamora della semplicità e dell’umiltà delle persone che si traduce in ritratti dove diventano importanti personaggi dal viso espressivo, visi ruvidi e tratti raffinati, Turino li dipinge con olio su tela, li blocca in un fermo immagine pittorico, il risultato è positivo, la sua pittura riconoscibile. Passano gli anni i suoi ritratti sono richiesti, inizia una fase di committenti che lo chiamano da Filadelfia, Maierato, Sant’Onofrio, Pizzo… i suoi ritratti sono apprezzati, il ritratto di un amico rappresentato come un antico nobile calabrese, poi ci sono i nudi femminili, dipinti a soggetto mitologico, i paesaggi raffiguranti un mondo contadino oramai scomparso, scene di caccia, la sua antica passione.
Tante le mostre, personali e collettive, allestite a Torino, Alessandria e Rivarolo Canavese e in Calabria, con mostre personali allestite a Francavilla Angitola, Filadelfia, Maierato e Sant’Onofrio.
Franco Vallone