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Il segreto? Impegno e qualità

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L’edizione del Tamburello festival dello scorso 18 agosto ha registrato significative presenze di partecipanti e unanimi consensi.

Qual è il segreto di tale successo? La qualità.

Nel festival nulla è lasciato al caso. La proposta musicale non è casuale ma segue la trama della manifestazione che muta di anno in anno.

La dodicesima edizione ha dato ampio spazio al canto ed alla figura femminile nella cultura popolare calabrese. Il titolo, d’altronde, era eloquente. ‘A dispenzata, infatti, era la dedica che si articolava in due versi aggiunti in maniera improvvisata alla fine della canzone. Vocabolo e tradizione pressoché sconosciuti dalle nuove generazioni e in via di dimenticanza anche da quelle più mature. L’esibizione di Otello Profazio ha incuriosito e calamitato sia i suoi ammiratori che i tanti turisti presenti. Poi è toccato ai Giamberiani che hanno suonato solo con strumenti tradizionali e cantato all’uso antico.

Infine, è toccato ai Parafonè che si sono esibiti con energia e sapienza artistica ed hanno coinvolto nel ballo centinaia di persone. A fare da cornice l’esposizione di arte e artigianato, la giocoleria, i Giganti e le due sagre (dolce e salato), la rassegna fotografica e, in conclusione, la Cameiuzza. Soddisfatta la neo presidente Anna Collia che ha sottolineato «come l’impegno corale della popolazione, dei soci aramonesi, dei carabinieri di Zungri, della polizia municipale, della Croce rossa italiana e della protezione civile ha reso la manifestazione ordinata in ogni sua fase». Un dato, quest’ultimo, che vale la pena rimarcare. L’evento, infatti, non ha mai registrato eccessi o disfunzioni. E ciò testimonia, altresì, la dedizione di coloro che hanno a cuore le sorti del festival e della comunità. In conclusione, vale la pena il commento di un turista: «Questo festival è l’immagine della Calabria buona!».

Associazione Aramoni

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