Lettera alla Poesia – Presentazione all’Antologia 2016 del Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee” – XIII edizione 2016
Presentazione
Carissima Poesia,
ti scrivo questa lettera come carissima figlia, carissima sorella, carissima mamma. Perché so che ci sei, da qualche parte stai. Stai nei nostri cuori, nei nostri pensieri. Nei giorni bui, nei giorni luminosi e belli. Sei la vita nel suo scorrere continuo lungo il tempo, come acqua chiara rinfrescante scaturita limpida dalla fonte: pura, incontaminata. Sei con noi dall’origine dei tempi, da quando l’uomo è venuto al mondo. E lo segui, lo accompagni come angelo al suo fianco: non lo abbandoni mai. Sei come lui: triste, allegra, misurata e forte. Ti presenti in varie forme, con abiti diversi. Cambi di volta in volta, secondo le circostanze, le mode e i tempi, secondo gli argomenti.
Qualcuno dice, forse perché di parte o interessato, che non stai bene, che sei inutile, che non servi a niente, che il mondo tecnologico ti ha cancellato. Che sei povera, che non dai ad alcuno da mangiare, che ti hanno tolta finanche dalle collane. Qualcuno, addirittura, dice con aria trionfale, che sei morta, che ti hanno già fatto il funerale. Non è così, tu lo sai; sono soltanto meschine dicerie di povera gente, che non sa cosa fare e parla e sparla senza arrossire mai.
Tu stai bene, carissima Poesia. Non ti appesantisci mai. Sei povera, ma bella. Ammirata, come luminosa stella. Amata e rispettata, come carissima sorella. Adorata, come mamma. Affettuosa, come figlia. Tu susciti sempre meraviglia.
Nessuno ti ha abbandonata, sei sempre ricercata. Da quando gli aedi greci andavano di casa in casa, di reggia in reggia, al suono della cetra a fare liete le mense di re, di principi e di eroi, a quando sei andata in giro nei tornei di cavalieri e dame come segno di devozione e amore, a quando sei entrata nei chiostri e nelle chiese in forma di salmi e di preghiere, a quando ti sei messa nelle piazze e nelle fiere con facili canzoni, a quando ti sei infilata austera nei libri delle scuole. Sei la più bella ancella, carissima sorella. Sei nei conventi, nelle carceri, negli ospedali. Dove c’è gioia, dove c’è allegria, e dove c’è amore. Ma sei anche dove c’e sofferenza, dove si piange e si muore, dove c’è dolore. Tu non manchi mai; nel presente, nel passato e nel futuro: tu divina, tu sei immortale.
Tanti hanno parlato di te, tanti parlano di te, e tanti parleranno. Hanno detto, dicono e diranno bene e male, male e bene. Menti illustri, piene di competenze, intellettuali o umili mortali. Anche io qualche volta ho detto, con povere parole, anche io ho detto, per affermare che dell’uomo di tutte le arti sei la prediletta. Ora, però, ti voglio riportare, in modo integrale, ciò che di te ha detto un politico del luogo, A. Del Vecchio, che, quasi ottimo dottore, senza alcun timore, a tutti ti ha indicata come migliore terapia consigliata, e in ciò mi trova perfettamente d’accordo: “Se cercate un buon farmaco per il corpo e per l’anima chiedete in farmacia “Poesia”. Ottimo per i cuori freddi, un toccasana per le menti accaldate. Non ha controindicazioni nell’eventualità di dosi eccessive e di abusi. È ottima contro i moti istintivi. È una panacea contro il freddo della ragione. È dieci volte più efficace della camomilla, specie se assunta di sera. Auguri per una pronta guarigione”.
Alla scientificità di questa affermazione, sintetica e completa, io non aggiungerei altro. Infatti, sono tutto, scrittore, poeta, contadino, anche professore, all’infuori che dottore.
Ma tu, carissima Poesia, esaltata e osannata, vilipesa e scacciata, messa di lato o mandata in esilio, nei tempi tristi o lieti, non ci hai mai abbandonati. Non ti sei mai arresa. Hai proseguito l’aulico tuo cammino, con suoni, rime e versi, stretta in stanze e strofe piene di parole o tutte fuggenti in libertà. Hai seguito i tempi e sei nell’eternità.
Neppure noi, tuoi ammiratori, i poeti, neppure noi ci siamo arresi. Abbiamo continuato a lavorare con impegno, abbiamo portato o riportato la Poesia nel nostro paese promuovendo il Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee”, che, con una continuità di tempo, senza interruzioni, e con serietà, è ormai giunto alla XIII edizione. Anche esso, nonostante difficoltà di ogni genere, a dispetto degli invidiosi e dei detrattori, ha continuato ad esserci, anche esso non è morto. Ha rinnovato carica e vitalità, proiettandosi in un futuro infinito che non ha limiti di tempo e di spazio come un faro che irradia fasci di luce all’orizzonte lontano. Come tale sei tu, carissima Poesia, un faro di luce che porta vita, speranza, fratellanza, tolleranza, amore a tutte le genti del mondo, che entra nell’anima di tutti e li porta nel sogno più bello fatto di arte, di cultura, soprattutto di Poesia.
Carissima Poesia, io mi fermo qua. Chiudo questa lettera con l’augurio che tu sia sempre un faro di luce per l’intera umanità.
Tropea, 28 maggio 2016
Il Presidente del Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee”
Prof. Pasquale De Luca
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