Mastro Luzzo aveva da sempre il suo piccolo laboratorio sartoriale, con il manichino di legno, il grande specchio leggermente inclinato, l’asse da stiro con il ferro professionale, la macchina da cucire nera, rigorosamente Singer e a pedale, le grandi forbici da sartoria, rotoli di filo da imbastitura e rocchelline colorate di mille colori.
Era davvero un bravo sarto Mastro Luzzo, la porta della sua sartoria era sempre aperta a tutti, per piccoli lavori di accorciatura, di pantaloni e gonne da riparare, di cerniere lampo scarrellate da sostituire, di lavori di rifinitura, per bottoni ed automatici da cucire, per mille altre scuciture da risolvere… ma la sua vera professionalità la si poteva osservare quando, da un pezzo di stoffa arrotolata, tirava fuori un classico abito da sposo, un vestito scuro e raffinatissimo, cucito su misura.
Mastro Luzzo era stato allievo, con l’amico Bruno Galati di Mandaradoni, del mitico Mastro ‘Ntoni, di Antonio Bonaccurso. Poi, successivamente, Prostamo era emigrato, si era spostato a lavorare al nord, a Venezia. Nella città lagunare Gennaro Prostamo si specializza e lavora nell’atelier di Alviano, un sarto del tempo.
Per lui a Briatico arrivavano in tanti, da Pizzo, Vibo Valentia, Tropea, da tutta la provincia ed oltre. Per mastro Luzzo il mestiere del sarto era, ogni volta che doveva cucire un abito maschile, una giacca e un pantalone, un impegno di serietà ed un viaggio appassionato e affascinante. “Vestire donne e uomini non è cosa da poco”, diceva che “in un abito devono fondersi estro e abilità, creatività e gusto”.
Mastro Luzzo nella sua vita ha cucito tante giacche, pantaloni, cappotti e camicie su misura, da uomo e da donna, nell’inconfondibile ed inimitabile stile classico italiano, abiti rigorosamente realizzati e rifiniti a mano, utilizzando solo tessuti italiani di alta qualità. Il bravo sarto briaticese sceglieva i tessuti, pensava al tipo di colletto e ai polsini da inserire, al modello, alla sua vestibilità, e poi le piccole rifiniture, i bottoni e le asole, le iniziali del nome da ricamare.
I capi cuciti da Mastro Luzzo erano davvero unici, realizzati sempre su misura, diversi uno dall’altro. Una volta prese le misure al cliente, Prostamo realizzava il vestito, senza alcun cartamodello, soltanto utilizzando gessetto e squadretta, un abito imbastito con ago e filo, senza l’uso di spilli. Poi la prova e la cucitura, ben quattro lunghi giorni di lavoro per una giacca. Una giacca per un abito raffinato, perfetto, da alta moda.
Franco Vallone
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