Ribellione di popolo a Brattirò negli anni ’30

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Extract del libro di Pasquale Vallone “Brattirò e la sua storia: aneddoti, fatti, misfatti” pubblicato nel 2012 dalla Thoth Edizioni di Capo Vaticano:

“A LOTTA   DI   PREVITI   ( 1936 – 1939 )”

La copertina del libro sulla storia di Brattirò
La copertina del libro sulla storia di Brattirò

Fu un avvenimento che coinvolse tutto il paese dopo la morte del parroco don Ferdinando Rombolà, avvenuta la sera del 15 gennaio 1936 nella casa della sorella Caterina, dove abitava. Aveva 72 anni e morì sulla sedia, seduto al braciere, mentre beveva una tazza di latte caldo.

Don Ferdinando Rombolà nacque a Brattirò il 5 maggio 1864; studiò nel seminario di Tropea e fu consacrato sacerdote da monsignor Luigi Vaccari. Fu cappellano reale a Napoli per 13 anni.

Alla morte del parroco di Brattirò, don Raffaele Ruffa fece ritorno al paese e ne prese il posto, come successore. Fu parroco di Brattirò dal 24 agosto 1902 fino alla morte.

Il   FATTO

Alla morte di don Ferdinando Rombolà, prese il posto di parroco di Brattirò, il 17 gennaio 1936, il giovane sacerdote don Gaetano Cortese di Tropea. Costui riuscì a farsi amare dalla popolazione, e le sue iniziative attecchirono specialmente tra i giovani parrocchiani. Ma il vescovo, monsignor Cribellati, destinò don Cortese ad altri incarichi, lo mandò alla parrocchia di Falerna e, a seguito di quella imposizione del vescovo, la popolazione di Brattirò, che si era spiritualmente legata a don Cortese, si ribellò.

A Brattirò fu mandato don Michele Loiacono, parroco di Brivadi. Don Michele Loiacono era nato a Drapia il 13 marzo 1902, ed è morto, parroco di Gasponi, il 27 gennaio 1984.

Con la nomina a parroco di don Michele, ebbe inizio, a Brattirò, una severa e ferma presa di posizione, una vera e propria diatriba, da parte dei cittadini contro l’istituzione religiosa che aveva “imposto” quel parroco nella nostra comunità.

La gente non andava più in chiesa, non si celebravano battesimi, né matrimoni, i morti venivano seppelliti senza il rito funebre.

Alcuni celebrarono il loro matrimonio in una chiesetta sul Poro, in agro di Spilinga, ancora esistente e consacrata a San Michele Arcangelo.

Furono eseguiti degli arresti di capi-popolo da parte dei carabinieri, con l’intento di spaventare gli abitanti e farli recedere dalle loro intransigenti posizioni.

Al furore, dopo anni, subentrò la stanchezza per quella, sotto certi aspetti, assurda posizione sociale e collettiva della popolazione del paese, e forse prevalse il buon senso sulla  “troppo importanza” data, da parte di tutti, alla questione e fu, pertanto, “accettato” quale parroco don Pasquale Bagnato, nato il 3 febbraio 1901,  che fu parroco di Brattirò dal 1939 fino alla morte avvenuta l’8 gennaio 1975.

Pasquale Vallone

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