Cialtronate anonime a Drapia

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Il presidente dell'associazione Drapia in Europa, Rodolfo Mamone
Il presidente dell’associazione Drapia in Europa, Rodolfo Mamone

Normalmente, non buttiamo via il nostro tempo commentando cialtronate anonime; se questa volta decidiamo di fare uno strappo alla regola, è per una ragione ben precisa: l’anonimato concerne un abietto manifesto murale affisso nella mattinata di ieri a Drapia capoluogo e nella frazione Gasponi (non sappiamo se anche altrove) – contenente tanto generiche quanto inconsistenti accuse nei confronti dell’unico “Drapioto” in seno all’assise comunale – ma che, in realtà, anonimo pretenderebbe di non essere, recando in calce la ridicolmente pomposa sottoscrizione “firmato l’orgoglio di pochi cittadini drapioti rimasti”. Ecco, proprio questa “firma” ci spinge ad un paio di puntualizzazioni:

in primis, essa parrebbe adombrare l’offensiva tesi che gli abitanti del capoluogo siano una comunità di ignavi, indifferenti alla sorte del loro paese, nel cui ambito sarebbe però operante una sparuta enclave di “orgogliosi Drapioti”, traboccanti amore patrio, ultimi custodi della dignità paesana calpestata. Ora, i fatti si sono già incaricati di smentire ripetutamente questo assunto, posto che nelle numerose occasioni in cui i Drapioti sono stati chiamati a far sentire la propria voce a difesa del paese hanno sempre risposto in maniera pressoché corale; ma, chiamati da chi? Non ci pare di ricordare, e qui emerge la seconda puntualizzazione, che alla testa di essi vi fosse il manipolo di intrepidi condottieri – unica, eguale tempra di eroici cuori (per dirla con Tennyson) – che si nascondono (ribadiamo, si nascondono) dietro la maccheronica “firma”. Non ci risultano iniziative nella direzione predetta che non siano state promosse da noi: attendiamo smentite!

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Ricondotte, sotto il richiamato aspetto, le cose alla loro verità storica, già che ci siamo, ci concediamo qualche breve riflessione anche sul merito dell’infame “tazebao”. Orbene, con lo sgangherato (sotto l’aspetto sia grammaticale che logico-concettuale) e variopinto (policromia che richiama assai da vicino quella di un altro manifesto apparso negli stessi luoghi nei giorni precedenti) documento, si lancia l’apodittica accusa nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale di avere svenduto Drapia capoluogo per “poltrone e/o interessi personali”; osserviamo in proposito:

  • quanto alle poltrone, ci permettiamo di rinviare ad una nota del comitato civico “Impegno Sociale” pubblicata su questo blog in data 17/04/2015 (clicca qui), nella parte che contiene un’ampia riflessione relativa alla problematica in questione, alla completezza della quale riteniamo non vi sia niente da aggiungere;
  • per quel che concerne gli interessi privati, la base minima per potere esprimere un qualsiasi giudizio sarebbe di sapere di che cavolo si stia parlando; perché questo “i pochi cittadini drapioti rimasti”, denotando un coraggio commisurato alla loro statura morale, non ce lo dicono! (“La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile, che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar …”, ammaestrava don Basilio ne “Il Barbiere di Siviglia”).

Concludendo, vorremmo sottolineare come noi non abbiamo certo lesinato severe critiche (che, a volte, taluno ha anche maldestramente tentato di strumentalizzare) nei confronti dell’attuale amministrazione, come pure di quella precedente; ma lo abbiamo fatto argomentando e, soprattutto, mostrando la faccia: così è stato finora, così sarà sempre!

                                                              Associazione culturale DRAPIA IN EUROPA

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