Tommaso Prostamo vive oggi tra Torino e Briatico, ha una lunga storia di emigrazione alle spalle e quindi dalla sua fotografia traspare prorompente il sentimento di nostalgia, di collegamento con le radici più profonde del proprio paese, della gente che lo abita, delle feste e delle tradizioni più antiche.
Per tutto il tempo della sua residenza briaticese, ogni mattina all’alba, Prostamo posta su facebook il primo scatto, direzione dello sguardo la Marina di Briatico. Dal suo balcone rivolto alla Rocchetta, come da una sorta di web-camera, trasmette le prime immagini del paese che si sveglia lentamente, registrando il tempo meteorologico con i colori del mare in tempesta, del sole, della pioggia o dei fulmini; lo stesso rito viene effettuato, più volte al giorno, in diretta dal borgo marinaro, dal mercato in piazza, dalla spiaggia, dal matrimonio che si tiene in chiesa, dalla quotidianità del paese e della gente. Poi, al tramonto, Tommaso Prostamo si sposta ritualmente, percorre il lungomare e si apposta all’affaccio di Cocca da dove riprende il promontorio della Brace e Sant’Irene, lo Stromboli fumante, con le immagini del sole rosso che lentamente scende dietro l’orizzonte infuocando l’intero paesaggio circostante. Durante la sua permanenza a Torino, Prostamo continua il suo percorso fotografico invertendo lo sguardo dall’altra parte dell’emigrazione.
Da nord verso sud testimonia la vita dei tanti compaesani emigrati. Formazione giovanile all’Accademia di Belle Arti di Torino, corsi di fotografia da pensionato, esperienze di gruppo e di ricerca di immagine, la sua è diventata oggi una fotografia matura e concettuale, antropologica e sociale, che rimanda sempre a dei valori altri, che vanno al di là del visibile immediato. La sua storia di emigrazione inizia con la partenza dalla stazione di Vibo Marina nel lontano millenovecentosessantasei. “Era il ventisette settembre”, Tommaso Prostamo conserva ancora oggi il biglietto “pizzicato” con l’obliterazione di quella partenza, destinazione stazione di Torino Porta Nuova, sola andata con il Treno del Sole raccontato e reso famoso dalla scrittrice Renée Reggiani. “Era il giorno di San Cosma e Damiano a Brattirò”, ricorda Prostamo. Quella mattina del 66, dalla stazione di Vibo Marina, Tommaso Prostamo parte per la prima volta. Il “Treno del Sole”, il treno con i sedili di legno lucido e la lampada viola per la notte, diretto a Torino, lo fece diventare come tanti altri paesani, un emigrato al nord. Oggi, dopo quasi cinquant’anni, Tommaso Prostamo, dopo aver fatto il panettiere, impastato farina e lavorato come verniciatore in Pininfarina, racconta con le sue belle immagini digitali tante storie che continuano ad essere il collegamento tra Sud e Nord e tra Nord e Sud, con le sue mille foto ed il socialnetwork Facebook comunica quotidianamente con gli emigrati lontani, dialoga, mette in collegamento le diverse realtà.
Una funzione sociale davvero molto importante quella della sua fotografia percepita da qualche tempo anche dal presidente dell’Associazione “Briatico nel Mondo” che organizza attività culturali importanti e che annualmente riunisce a Milano i tanti briaticesi che vivono lontano dal paese natio.
Franco Vallone
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