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Gli “Antroposcacchi”

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Alberto_20PolistenaL’idea è davvero una di quelle inedite e curiose: creare una scacchiera, anzi una “antroposcacchiera” tutta dedicata a Briatico ed alle sue antiche tradizioni popolari e culturali.

Alberto Polistena, classe 1959, è  nato a Vibo Valentia dove attualmente lavora nel settore lavori pubblici del comune.

Polistena, che a Briatico è legato da una storica passione, (tra l’altro sua moglie è briaticese) è l’autore di questa bella idea artistica.

Gli ingredienti che ha utilizzato per questa ricetta e per realizzare il suo “progetto”?  Semplici e naturali: le venature del legno d’ulivo, la morbida porosità del sughero, un pugno di sabbia bianca della spiaggia della Rocchetta, alcune pennellate di azzurro, il colore del mare della Costa degli dei, e poi tante piccole stereotipate icone di peperoncini piccanti e cipolle rosse dolci di Briatico… tutto rigorosamente costruito, scolpito, inciso, plasmato, rifinito e dipinto a mano, con la cornice della scacchiera in legno d’ulivo lucidata a gommalacca rigorosamente naturale. Anche quest’anno a Briatico Alberto Polistena ci passa le vacanze estive, ha prima effettuato una ricerca sul campo partendo dalla storia personale di Mastru Miciu Famà, storico capogigantaro messinese trapiantato a San Leo di Briatico e purtroppo scomparso qualche anno fa. Poi l’ingegnoso Polistena, pian piano, ha individuato i personaggi e le figure più caratterizzanti per animare la sua originale scacchiera. Gli “Antroposcacchi di Re Miciu”, questa la denominazione ufficiale data dallo stesso Polistena alla sua opera, trentasei pezzi, la Torre d’avvistamento costiero, la vetusta Rocchetta, i camejuzzi ‘i focu, i tamburinari che accompagnano il ballo dei giganti, il re Grifone ed la regina Mata. Per contrastare i colori e richiamare gli elementi naturali, sabbia per supportare il rosso dei peperoncini e azzurro mare sotto le violacee cipolle. I risultati sono davvero straordinari, le figure colorate di questa antroposcacchiera ricordano tanto i grotteschi personaggi dei dipinti di Federico Fellini e poi c’è la rappresentazione simbolica delle  tradizioni più antiche del vibonese con i bambini, festosi e nel contempo impauriti, in corteo dietro i Giganti processionali che aprono le feste di paese, il ballo rituale e purificatore dei cammelli e dei cavajuzzi di fuoco che le chiudono, la storia della vetusta torre di avvistamento, la Rocchetta di Briatico, simbolo da sempre del paese rivierasco, le cipolle dolci briaticote che partivano con i carri verso la stazione ferroviaria di Tropea per essere spedite in ogni parte del mondo ed i rossi peperoncini delle campagne di Briatico che buttavano fuoco solo a guardarli. Un lavoro artistico, questo di Alberto Polistena, destinato a far parlare ed anche giocare qualche inedita partita a scacchi.

Franco Vallone

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