CALABRIA: LA COSTA DEGLI DEI
È il nome che alcuni potenti della Provincia di Vibo Valentia hanno dato al tratto di costa che, nel mar Tirreno, va da Pizzo a Nicotera.
Un lapsus freudiano ne ha, deduttivamente, guidato le scelte.
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Perché come è noto, gli Dei indicano una stagione dominata da divinità false e bugiarde.
Evocarne lo spirito equivale a una confessione a consegnarsi allo specchio per quello che si è. Senza veli.
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La costa napitina, Tropea, Capo Vaticano, Nicotera etc… avevano una storia e dei nomi noti abbastanza e capaci di esprimere una realtà storica radicata nella tradizione e idonea a traghettare il passato nel presente e nel futuro con naturale efficacia.
Però…
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Però la storia di quei luoghi leggendari ha visto, di recente, scrivere pagine orrende di stragi ambientali e del patrimonio storico-artistico vergognose.
Capo Vaticano ha escrescenze abitative orrende; Tropea ha visto le proprie spiagge popolate di mostri e la stessa battigia vittima del cemento.
Vibo Valentia poi è una cloaca immonda con Santa Domenica, Parghelia, Tropea, Nicotera per ottenere il primato nella produzione di odori mefitici.
Perché i depuratori non ci sono o non funzionano; il fiume Mesima è tra i più inquinati d’Italia; perché molti tra gli alberghi e i villaggi turistici scaricano a mare liquami puzzolenti e ricevono un non richiesto aiuto da parte di navi e velieri in transito o ancorati al largo per qualche giorno.
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Da sui la trovata, visto che i nomi noti rinviavano ipso facto agli scempi consumati in danno del territorio, cancelliamoli dalla mappe turistiche.
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E nacque la Costa degli Dei.
Solo che i panni bugiardi non sono serviti a coprire la verità che si presenta sempre nuda e cruda, per quella che è.
E così le brutture della costa degli Dei, prodotte dall’uomo e dagli Amministratori e imprenditori sensibili al denaro e al potere e tetragoni alle bellezze, manifestano la realtà prodotta.
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È emblematico il colore del mare in alcuni momenti della giornata.
Scompaiono i verdi, i turchese, gli azzurri, i viola, i celeste incantati e raccontati con meraviglia infinita.
E compare un marrone a chiazze orripilanti che uccide il profumo del mare e non solo il colore.
Perché tra gli dei evocati c’è Plutone il signore dell’oro. Che non solo è falso e bugiardo. E anche cinico e feroce. E quindi trasforma in sterco l’oro e lo regala ai signori che usurpano i poteri e i doveri della democrazia lungo la Costa degli Dei.
Saverio Di Bella
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