Il programma “Restate scomodi” di Radio 1 ha voluto approfondire in merito alla notizia della sospensiva del Tar inerente al provvedimento di Poste Italiane sulla soppressione dell’ufficio postale di Caria.
E’ stato così intervistato il vice sindaco Pino Rombolà, il quale dapprima ha fatto un breve excursus sul territorio di Drapia in genere, sottolineando il suo essere un paese rurale di circa 2300 abitanti, privo di mezzi pubblici.
«Un territorio alle porte della straordinaria Tropea e Costa degli dei con una vocazione turistica e agricola che cambia completamente il suo volto dal periodo estivo al periodo invernale».
Per tali motivi, il vice sindaco ha dichiarato che la possibilità della soppressione dell’ufficio postale di Caria sarebbe stata una tragedia per la popolazione. Successivamente è stato riportato quanto accaduto negli anni passati. Negli anni scorsi, Poste Italiane, infatti, ha tentato di chiudere la posta ubicata nella frazione Caria, ma la forza di volontà della cittadinanza e degli anziani del posto che hanno occupato la sede dell’ufficio postale ha decretato il mantenimento dello stesso servizio.
Nelle ultime vicende, invece, il vice sindaco ha raccontato che a seguito della comunicazione ufficiale di Poste Italiane, l’amministrazione comunale ha avvertito la cittadinanza, la quale si è mobilitata con la raccolta firme, mentre l’amministrazione ha incaricato il legale di fiducia Pietro Naso, per attuare il ricorso al Tar.
«Abbiamo considerato il provvedimento ingiusto e immotivato – ha chiosato Rombolà – Inizialmente siamo rimasti isolati da tutti. In seguito ci siamo rivolti a colleghi toscani per capire come bisognava muoversi. Abbiamo così preparato il ricorso puntando l’attenzione sul fatto che la chiusura non era stata motivata e che la soppressione non rispettava i criteri della delibera della Agicom».
Il Tar Calabria ha sentenziato la sospensiva con motivi economici insufficienti di fronte al disagio degli utenti, ma in particolar modo perché occorreva un’istruttoria più approfondita.
Rombolà ha poi concluso così: «Teniamo alta la guardia e speriamo non ci siano forme di torsione da parte di Poste Italiane».
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(VAI AL MINUTO 14 e 20)
Annalisa Fusca
Pubblicato su Il Quotidiano del Sud
28 maggio 2015