Comunemente, l’opera lirica, annoverata (suo malgrado) tra le espressioni artistiche più complesse, è considerata un interesse per pochi eletti, “una cosa da grandi”, verrebbe da dire, per la quale i bambini non arriverebbero a nutrire alcun tipo di interesse, ritenendola noiosa e troppo difficile da comprendere; ma non è così, anzi…
Probabilmente sono gli adulti ad escludere preventivamente i bambini dall’universo magico dell’opera, etichettandolo come ostico.
L’incontro tra bambino ed opera è invece molto più facile e naturale di quanto si sia portati a credere: “[…] il teatro lirico è un connubio di musica e narrazione. E le storie, si sa, riescono sempre ad affascinare e a catturare l’interesse dei più piccoli. Le potenzialità, anche musicali, dei bambini sono enormi, non bisogna mai sottovalutarli. I bimbi sono ‘terreno vergine’ e più creativi degli adulti.”
A sostenerlo è Cecilia Gobbi, presidente dell’associazione musicale Tito Gobbi, e autrice della serie di libri ‘La magia dell’opera’ (Edizioni Curci), una collana nata per avvicinare proprio i più piccoli al mondo della lirica.
Al fine di atterrare tali e tanti pregiudizi che circondano l’opera lirica, ma soprattutto con la volontà di mettere in moto l’interesse e la curiosità dei bambini nei confronti della lirica proponendone una lettura interessante ed attuale, il Sistema Bibliotecario Vibonese, in collaborazione con il Conservatorio di Musica “F.Torrefranca” di Vibo Valentia, presenta “SU IL SIPARIO! L’opera spiegata ai bambini”; nel corso dell’incontro, che si svolgerà il 21 maggio alle 17.00 presso Palazzo Santa Chiara, i piccoli uditori impareranno a conoscere, in modo graduale e giocoso, i personaggi e le vicende de “Il Barbiere di Siviglia” di G. Rossini, ed avranno l’occasione di ascoltarne alcuni brani scelti, eseguiti al pianoforte dal Maestro Gianluca Faragalli.
Un’opportunità importante, rivolta a tutti i bambini dai 2 anni in su, che potranno vivere un’esperienza affascinante, volta ad accrescere la loro capacità di ascolto e di conoscere l’opera lirica quale palestra di sentimenti e sensibilità.
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