Ci fu un tempo… nel quale le cause del circondario di Tropea venivano risolte in tempi accettabili.
Tale tempo è durato, più o meno, due secoli. Poi è arrivato il governo “Monti” con la sua spending review ed ha disposto: dapprima la chiusura di alcuni Tribunali e di tutte le Sezione Distaccate, poi degli Uffici dei Giudici di Pace periferici.
Cosicché la città di Tropea, unitamente al suo circondario, a distanza di pochissimo tempo è stata depauperata della storica “Pretura” e dell’Ufficio del Giudice di Pace.
La soppressione del Tribunale e dell’Ufficio del Giudice di Pace ha rappresentato per l’intera comunità un durissimo colpo. E’ vero che il circondario di Tropea è in tutto il mondo conosciuto per le sue bellezze, tanto da essere definito “Costa degli Dei”, ma al contempo è un territorio cronicamente “problematico” e sede di oggettive e ben note difficoltà ambientali e sociali, che richiedono la costante ed autorevole presenza dello Stato (con la S maiuscola).
Aver deciso di alleggerire tale presenza è stato un grave errore i cui effetti negativi, ritengo, si vedranno sopratutto nel lungo periodo. Ed infatti, il Tribunale ed il GDP di Tropea con la loro presenza fisica e con i messaggi correlati ad essa, di certo rappresentavano una affidabilissima bussola per chi crede in una terra libera da ogni forma di arrogante e violento condizionamento criminale.
Alla luce di quanto sopra brevemente detto, ritengo che vada accolto come estremamente positivo l’emendamento contenuto nel decreto “Milleproroghe” e voluto tra gli altri dall’On.le Bruno Censore.
Mi riferisco, in specifico, all’emendamento che di fatto ha riaperto i termini (fino al 20 luglio 2015) per richiedere il ripristino degli Uffici dei Giudici di Pace soppressi.
In particolare, la norma rintroduce la possibilità per gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, di richiedere il ripristino degli Uffici del Giudice di Pace soppressi da “Monti”. Unico ma grave neo di tale provvedimento e che viene riproposto ai comuni di farsi integralmente carico delle spese di funzionamento ivi comprese le spese del personale amministrativo. Ciò di fatto rischia di rendere inutile la nuova apertura dei termini, essendo, di certo impossibile per il Comune di Tropea riuscire a trovare da solo le risorse umane e finanziarie per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, ma finanche una eventuale raggruppamento con i comuni limitrofi renderebbe difficilmente praticabile tale percorso.
Per questo ritengo ancora più apprezzabile, perché maggiormente ancorata alla realtà, la proposta fatta, meditante interrogazione, dall’On.le Giuseppe Galati. Quest’ultimo in sostanza invita la maggioranza a rivedere la norma in modo da prevedere un sistema che renda concreta ed effettiva la possibilità per gli Enti locali di richiedere la riapertura degli Uffici di GDP, per esempio attraverso l’utilizzo del personale delle province in sovrannumero.
In ogni caso per non lasciare nulla di intentato ed anche nella speranza che il Governo possa in qualche modo modificare la norma, il sottoscritto, in ciò espressamente autorizzato dal Sindaco, ha già per le vie brevi contattato i Sindaci e/o assessori dei comuni della Costa degli Dei e non solo, al fine di organizzare un incontro tra gli stessi, per verificare se esiste la possibilità di unire le forze per di far riaprire a Tropea l’Ufficio del Giudice di Pace.
E’ un tentativo che per quanto difficile è necessario fare nell’interesse di tutti.
Il Comune di Drapia, che si sente di appartenere in pieno alla Costa degli Dei, è, nel suo piccolo, pronto a fare la sua parte.
Vice Sindaco
Pino Rombolà
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