L’Ambito Territoriale di Caccia VV 2, nei giorni scorsi, ha realizzato un seminario dal tema “ La Gestione faunistica e venatoria del fagiano – Soluzioni per contrastarne il declino”
L’iniziativa svoltasi a Vibo Valentia ha avuto quali relatori il dott. Roberto Mazzoni della Stella, biologo e tra i massimi esperti in Italia in materia faunistica e difesa della fauna e il dott. Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna di Legambiente.
Il seminario è stato aperto dalla relazione introduttiva del presidente dell’ATC Franco Saragò il quale ha illustrato le finalità dell’importante seminario evidenziando l’inderogabilità di mettere in atto azioni concrete e innovative necessarie a tutelare ed implementare le popolazioni di fauna selvatica stanziale. In particolare Saragò, anche nella sua qualità di Coordinatore degli AA. TT. CC. della Calabria, si è soffermato sulla situazione regionale e vibonese, evidenziando le varie criticità aggravate, pesantemente, dal mancato trasferimento delle risorse economiche necessarie agli ambiti per svolgere appieno le proprie funzioni ad iniziare dal ricorso a competenze tecniche specifiche e ad un adeguata attività di vigilanza del territorio. “E’ necessario” ha continuato Saragò “anche costruire percorsi condivisi e solide collaborazioni con le associazioni agricole e con gli agricoltori affinché vengano adottate azioni concrete che possano favorire il ripristino degli habitat naturali”
Di grande spessore l’intervento del dott. Mazzoni il quale, supportato anche dalla sua lunga esperienza di dirigente dell’Unità Operativa Programmazione, gestione e difesa della fauna delle province si Siena e Pisa, ha analizzato, le varie condizioni che nel corso degli anni hanno contribuito a determinare la drastica riduzione della fauna stanziale. Un’ analisi frutto di numerose ricerche scientifiche che hanno messo in luce gli effetti e le modalità d’azione di alcuni fattori ambientali e del tipo di gestione sull’ abbondanza e sulla dinamica delle popolazioni. Riduzione delle produzioni agricole, ricorso alle monocolture, uso di pesticidi, consumo di suolo, eccessiva pressione venatoria e un inadeguato controllo del territorio tra le cause che hanno contribuito a ridurre le densità delle popolazioni e la loro produttività, aumentando anche gli effetti della predazione. Anche i tentativi di sostenere le popolazioni con immissioni di animali d’allevamento, secondo Mazzoni hanno prodotto, negli anni, scarsi risultati. Tra le soluzioni il ricorso a misure sostenibili. In particolare i miglioramenti ambientali, il foraggiamento invernale, il controllo dei predatori e l’utilizzo, per i ripopolamenti, di animali allevati, seguendo criteri qualitativi piuttosto che quantitativi, pratiche queste che forniscono un contributo fondamentale per il mantenimento o la ricostituzione di popolazioni selvatiche, in equilibrio con l’ambiente, sulle quali possa essere esercitata una gestione conservativa e un prelievo sostenibile. Nel corso della serata è stata presentata anche una recente pubblicazione del relatore in materia di conservazione del fagiano.
Molto apprezzato, anche dai numerosi cacciatori presenti, l’intervento del responsabile nazionale di Legambiente Antonino Morabito il quale, oltre a soffermarsi dal punto di vista scientifico sulle tematiche gestionali e faunistiche del fagiano, ha fatto una profonda analisi sull’attività venatoria in Italia e sui rapporti tra mondo venatorio e ambientalista. Morabito si è soffermato, poi, sulla normativa nazionale e regionale evidenziandone le varie criticità.
Nel corso del dibattito sono stati esaminati, inoltre, temi specifici quali: la biologia del fagiano, il comportamento riproduttivo, la dinamica di popolazione, le richieste di habitat e le differenze tra fagiani selvatici e immessi e in maniera particolare tutti gli aspetti gestionali finalizzati all’aumento delle densità e all’incremento del successo riproduttivo, gli interventi di miglioramento ambientale, il foraggiamento, l’allevamento finalizzato alla produzione d’animali di qualità per i ripopolamenti e i metodi di rilascio e immissione con tecniche di ambientamento nonché i criteri e le linee guida per un prelievo conservativo che non metta a rischio d’estinzione le popolazioni.
Presenti al seminario, oltre ai componenti del Comitato di gestione dell’A.T.C. VV 2, i presidenti dell’A.T.C. VV1 Bruno Manduca, dell’A.T.C. RC 1 Tino Laganà, dell’A. T. C. KR 2 Angelo Madia, il commissario dell’A. T. C. RC 1 Giuseppe Angiò, il presidente regionale di Fedarcaccia Gennaro Giuffrè, i presidenti provinciali delle associazioni venatorie vibonesi e di alcune associazioni agricole e numerosi rappresentanti dei vari AA. TT. CC della Calabria i quali hanno arricchito il dibattito con i loro interventi. Dai rappresentanti degli AA. TT. CC. è emerso il disappunto per il manifesto disinteresse delle istituzioni regionali alle problematiche del settore e per il mancato trasferimento delle risorse economiche agli AA. TT. CC. che, di fatto, impedisce a questi ultimi di svolgere attività virtuose e produttive per come avviene in tante altre realtà del paese.
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