Diego Corso scriveva: “Nel medio evo, tempo che non ebbe certezza storica, nel luogo ove tuttodì vedesi la fonte di Aramoni, ombreggiata ancora da un arcisecolare caprifico, era situata la terra di Aramoni, accantonata su di un ciglione della valle omonima.”
Il caprifico è il fico selvatico che cresce spontaneo anche nelle fessure di rupi e di muri, molto diffuso in tutto il mediterraneo.
Oggi per raggiungere il luogo dove sgorgava la fonte di Aramoni ho dovuto ricorrere ad una guida, l’amico Ciccio Comerci (Trippili), poiché il vecchio sentiero che portava a tale fonte non esisteva più. In queste escursione mi accompagna mia nuora Jenny anche lei appassionata di antiche vestigia e di fotografia.
Percorsa una strada rurale in realtà alquanto dissestata, ci siamo incamminati attraverso i campi seguendo un piccolo ruscello a carattere torrentizio.
Giunti nel luogo della sorgente ci trovammo di un fronte a un muro di vegetazione selvaggia, “nu supaluni di spini”, che nonostante la roncola e la falce e la bravura di Ciccio non siamo riusciti a sormontare.
Sono rimasto deluso non tanto per non aver visto il punto preciso della sorgente, poiché il rivolo d’acqua si intravedeva, ma per quell’abbandono dell’unica fonte di limpide e fresche acque, descritta dal Corso e che per secoli ha dissetato generazioni di contadini.
Molte sono ancora le abitazioni rurali nei dintorni della fontana, nei terreni di Aramoni, ma cadenti e in completo abbandono, unica persona incontrata, nel raggio di almeno un chilometro, Cicciu u trippili.
Agostino Gennaro
Di seguito alcune immagini scattate nel luogo in cui si trova l’antica fonte:
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