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Abbandono e incuria

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I reperti più antichi che conosciamo nei pressi di Santa Domenica di Ricadi sono quelli rinvenuti nella contrada “Bagneria” , a ridosso del cimitero del paese. 

Si tratta di tombe a grotticella, di cui due non completamente violate o meglio nelle quali sono stati trovati suppellettili. 

ll materiale rinvenuto in una delle tombe è databile attorno al XV- XVI secolo avanti Cristo, è riferibile ad un momento avanzato del bronzo antico, all’epoca cioè delle prime presenze micenee sulle coste dell’Italia meridionale.

Mentre il materiale rinvenuto in un’altra tomba, avendo le caratteristiche identiche a quello conservato nell’acropoli di Lipari, esso può essere ricondotto, secondo alcuni studiosi, al periodo tra il XII e X secolo a.C. periodo in cui gli Ausoni, abbandonato il litorale della Calabria, emigrarono a Lipari attraverso quel mitico Porto d’Èrcole che già nei secoli precedenti aveva conosciuto rapporti molto stretti tra le Isole Eolie e gli abitanti dal Promontorio di Capo Vaticano.


Questi miseri avanzi sono oggi la testimonianza di quelli che furono una volta i ricchi arredi di una sepoltura gentilizia, forse principesca, utilizzata certo per parecchie generazioni, forse per diversi secoli, da una popolazione colta e civile che onorava i morti ed era aperta a contatti commerciali con il mondo miceneo e con modelli continentali portatori della civiltà appenninica.

Così scriveva Agostino Pantano.

Peccato che questi luoghi che sono il nostro passato, la nostra storia, vivono nell’abbandono assoluto, nell’incuria generale.

Agostino Gennaro

 

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