Bordonadi
Il più antico riferimento documentale su questo centro si trova nella Platea Pappacoda (1456-1499) dove sono elencati gli immobili appartenenti alla chiesa di S. Martino amministrata dall’Abate Giovanni.
Altri riferimenti si trovano ancora nelle pagine successive, e tra le chiese attive nella diocesi in quel periodo e che pagavano il censo vi è “chiesa di S. Martino de Burdonadi”.
Una successiva citazione di Diego Corso precisa che la <<… fazione di Landanico, che era formata dai malviventi di Bordonadi e di S. Donato…Bordonati, Boqunoj= Bo, qroj (fossa o)>>.
Si aggiungono poi le citazioni dello Scrugli e di Francesco Sergio , che enumerano Bordonadi tra i casali distrutti.
Ai giorni nostri l’ubicazione del villaggio è confortata da una strada e da una contrada del territorio di Spilinga, che ne conservano ancora il toponimo.
Rodonadi
Nella Platea Pappacoda l’agglomerato urbano di Rodonadi, è elencato tra i Casali di Tropea in territorio di Spilinga.
Nei censi delle chiese della stessa Platea troviamo: “Chiesa dello Spirito Santo in Rodonadi”.
Francesco Sergio lo elenca tra i villaggi del Poro che furono distrutti.
Nicola Scrugli , parlando di Pietro D’Aragona, scrive:<<dopo aver devastato le campagne di Aramuli e distrutto i casali di Radonati e Bordonadi al fiumetto di monte Poro>>.
Pur non conoscendo l’esatta ubicazione, si ritiene che potesse trovarsi non molto distante da Bordonadi, nella località “Martino”, così detta in onore di S. Martino protettore del Villaggio.
Agostino Gennaro
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