La sanità vibonese dopo la visita del ministro

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asp-vvLa visita del ministro della salute Beatrice Lorenzin al presidio ospedaliero “G. Jazzolino” di Vibo Valentia, ha ricaricato, complessivamente, l’ambiente sanitario e probabilmente anche l’opinione pubblica vibonese che hanno salutato positivamente l’incontro con il massimo responsabile del dicastero della salute.

Non è la prima volta che l’ospedale vibonese trova posto nelle attenzioni di un ministro della salute perché nel passato gli appuntamenti si sono spesso ripetuti anche se purtroppo con risultati sempre più deludenti .

Le promesse, infatti, sono state, sempre e puntualmente, deluse.

Eppure la struttura sanitaria vibonese, come si ricorderà, è stata più volte al centro di episodi di malasanità che hanno finito col richiamare il notevole interesse non solo dei vertici governativi nazionali ma anche regionali, oltre che della stessa popolazione che ha perso sempre più fiducia nel ruolo e nella funzione dell’ospedale.

Senza dimenticare che la grande speranza resta sempre la realizzazione del nuovo ospedale per il quale nei mesi  scorsi la Regione Calabria ha consegnato i lavori al pool di ditte che si sono aggiudicati i lavori.

Ma cosa ha chiesto, in particolare,  Vibo Valentia al ministro Beatrice Lorenzin?

Che vengano affrettati i lavori del nuovo ospedale ma soprattutto che la fine della politica del risparmio, imposta dalla giunta regionale, possa trovare conferma con lo sblocco del turn over e che la sanità vibonese diventi momento centrale nelle scelte conseguenziali  agli effetti  del post Tavolo Massicci.

Per i vibonesi potrebbe apparire rassicurante una dichiarazione rilasciata dalla stessa Beatrice Lorenzin.

“Io non faccio promesse, né propaganda – ha detto, tra l’altro – siamo vicinissimi allo sblocco del turn over in Calabria”. Lo Stato è presentissimo per supportare la Regione e rispettare i programmi nazionali sulla salute, e quello che a me sta più a cuore è raggiungere un sistema di qualità di livelli essenziali di assistenza uguale alle altre regioni. Con lo sblocco del turn over ci sarà una selezione meritocratica del personale, perché le strutture calabresi hanno bisogno di essere rimpinguate di personale di alta qualità.  Ecco perché – ha aggiunto –  nel patto della salute abbiamo previsto un albo nazionale dei manager con criteri molto alti, al quale il presidente o l’assessore attingerà, previo concorso pubblico. Il direttore generale  sarà pagato in funzione degli obiettivi raggiunti e se non dovesse raggiungerli verrà mandato a casa, come funziona in ogni azienda. È feroce, ma equo, e non devo essere impiccata dai sindacati se voglio mandarlo via perché deve essere valutato su parametri oggettivi. Solo così la politica uscirà dalle nomine, che saranno basate solo su criteri tecnico-scientifici».

Le difficoltà ed i disagi che caratterizzano l’attuale iniziativa sanitaria, nonostante il prodigarsi del management  diretto da Florindo Antoniozzi, coadiuvato da Carlo Truscello e Franco Cupo, possono essere superate per puntare ad un inderogabile ritorno, almeno alla “normalità”, del servizio sanitario vibonese, solo se le iniziative che andranno assunte dall’attuale Commissario per l’emergenza regionale alla sanità, generale Luciano Pezzi, daranno chiare e concrete risposte all’avvilente domanda di urgente intervento.

La sanità vibonese non ce la fa più a sopportare la precaria sinergia organica di medici, infermieri, ausiliari, tecnici e personale di ogni servizio che ha provocato spesso seri danni alla salute dei cittadini, favorendo spesso la politica dell’emigrazione dell’ammalato.

Oggi il ministro Beatrice Lorenzin ed il Commissario per l’emergenza sanitaria Luciano Pezzi sono chiamati a garantire la piena ripresa del servizio sanitario vibonese, attraverso scelte che sono obbligate ed irrimandabili.

L’ospedale di Vibo Valentia deve tornare ad essere sufficientemente utile ai bisogni dei cittadini ammalati.

Ogni tentativo di rinvio non potrà che penalizzare ulteriormente la già disagiata condizione in cui versa.

Ad interpretare il giudizio espresso da alcuni responsabili  della sanità vibonese c’è da dire che il messaggio che ha lasciato qualche giorno fa Beatrice Lorenzin può essere ritenuto incoraggiante e di forte speranza.

Filippo Curtosi

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