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Carìa celebra l’antica festa del Rosario

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La statua della Madonna del Rosario in località Casalvecchio. (Foto Pinuccio Naso)

Anche quest’anno, la comunità di Carìa si prepara a celebrare la Festa della Madonna del Rosario. Una festa che all’interno della comunità, ha origini antiche essendo stata la prima festa del paese, celebrata da sempre; in passato la più grande sentita  e partecipata ricorrenza.

Si celebrava con grande solennità nella terza domenica di ottobre, preceduta da un novenario e si concludeva con la solenne processione in onore della Madonna a mezzogiorno in punto per tutte le vie del paese e per le strade di campagna attorno ad esso.

Ai festeggiamenti religiosi si affiancavano i festeggiamenti civili che, per le possibilità del tempo, erano davvero sontuosi e solenni.  Un grande momento di aggregazione, forse l’unico, in cui la comunità intera, tralasciando il duro lavoro nei campi, si riuniva  nella piazza del paese.

La festa della Madonna del Rosario si svolse fino agli anni cinquanta per poi essere completamente abbandonata.   Questo  perché spesso i festeggiamenti organizzati con grande impegno e sacrifici per mesi,  venivano  poi rovinati dal maltempo. A ciò si deve aggiungere che,  con l’introduzione all’interno della comunità della devozione e dei festeggiamenti del 14-15-16- luglio  in onore della Madonna del Carmelo, questi, si  sostituirono a quelli dedicati alla Madonna del Rosario nel mese di ottobre, diventando di fatto con il tempo  l’appuntamento più atteso sentito e partecipato  della comunità di Carìa.

Anche se la festa del Rosario venne abbandonata,  è rimasto intatto nei secoli  e nel cuore dei cariesi e tramandato  in modo particolare della gente anziana, il culto e la devozione verso la Madonna del Rosario. Tale culto ha occupato  sempre un posto importante all’interno della comunità, tant’è che ancora oggi,  a dimostrazione di ciò,   molte donne del paese (quasi tutte) portano il nome di Rosaria o di Mariarosaria.

Rosaria Broso- per tutti noi “Sarina a Conta”- Grande devota della Madonna

Nel 2003, la festa alla Madonna del Rosario venne rintrodotta all’interno della comunità, questo grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Compagnia Teatrale Cariese e del compianto e amato don Giuseppe Furchì.

A spingere l’Associazione e il parroco di allora a recuperare l’antica devozione, sono state le persone anziane delle comunità, in modo particolare, tra tutte, Rosaria Broso, o meglio per tutti noi “Sarina a Conta”.

Mi piace ricordarla  in questo post  per la sua disponibilità, il suo sorriso e la sua forza. Essendo il sottoscritto membro di tale sodalizio, allora come oggi, ricordo intere serate settembrine  trascorse a casa di Sarina. Serate in cui lei raccontava come in passato si  svolgeva la festa del Rosario e come tale ricorrenza veniva vissuta dall’intera comunità; così come ricordo la sua grande commozione nel mese di ottobre del 2003 quando ripristinata la festa,  dopo cinquant’anni vide la statua della Madonna del Rosario varcare il portone della chiesa per fare ritorno tra la sua comunità per la processione.

Così come la ricordo quasi ogni sabato pomeriggio sistemare mazzi di fiori profumati sull’altare della “sua Madonna” o pregare in lacrime per i suoi figli, o  ancora  come  la ricordo lo scorso anno proprio nella giornata della festa quando non si è potuta svolgere la processione a causa del cattivo tempo… prima di uscire dalla chiesa, salutando la statua della Madonna ricordo alcune sue parole pronunciate al limite della commozione…”non abbandunati a Madonna o Rusariu”…

Dal 2003 al 2006, è stata lei  a spendersi  senza riserve per il recupero dei festeggiamenti, preoccupandosi insieme alla sua famiglia e ad altri fedeli,  di  sostenere le spese del restauro della statua della Madonna.

Per tutto quello che “Sarina a Conta” ha fatto per questa ricorrenza, quando si parla della festa della Madonna del Rosario a Caria, è doveroso ricordarla, soprattutto in quest’anno, nella prima festa senza di lei  grandissima devota della Madonna  del Rosario.

Tornando alla ricorrenza, il  momento più toccante e particolare della festa del Rosario si ha durante la processione, quando la statua della Madonna viene portata in località Casalvecchio per il canto delle Litanie.

Questo avviene in ricordo dell’antico abitato del paese di Caria distrutto da uno smottamento e trascinato nella fiumara Ruffa a metà del 1600. Nel passato tale tragico avvenimento che suscitata orrore nel racconto degli anziani veniva ricordato “sutta a Cerza”, cioè sul ciglio del burrone di “Muzzari” (tra Caria e Spilinga) dove  si trovava una vecchia quercia e dove veniva portata la Statua della Madonna durante la processione.

Nel 2003, recuperando la festa di ottobre, abbiamo voluto fortemente ricordare quell’usanza del canto delle litanie “sutta a Cerza” inserendole nel tragitto della processione, precisamente in località Casalvecchio, la parte più vecchia di Carìa e la più  vicina al sito in cui sorgeva l’antico abitato.

Ricostruita la chiesa parrocchiale nel sito attuale, la posizione della statua della Madonna del Rosario non fu casuale. Infatti, su suggerimento delle persone anziane, la statua venne collocata al centro della navata rivolta verso il burrone di Muzzari che inghiottì l’antico abitato, quasi a volere lo sguardo della Madonna a vigilare su quel luogo.

Il prossimo sette di ottobre la comunità di Carìa, oltre a rendere onore alla Madre di Dio, ricorderà quindi un pezzo della propria storia. Una storia antica fatta da gente semplice, che provata dalla fame, dalla miseria, dalla povertà e sofferenza ha sempre saputo trovare la forza per rialzarsi ed andare avanti ponendosi sotto la protezione di Maria Santissima. Gente semplice che con i propri sacrifici ha dato a noi oggi la possibilità di vivere in tempi migliori.

Francesco Pugliese

Ecco il programma della festa 2014:

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