Rifugiati politici nel comune di Drapia

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Anche il comune di Drapia in questi giorni,sta donando il suo contributo di solidarietà,accogliendo giovanissimi rifugiati politici, provenienti da paesi in cui sono in atto guerre civili,che non risparmiano neppure le più giovani vite umane.

Questi giovani giungono sui nostri lidi dopo interminabili odissee che si svolgono per terra e per mare, in condizioni veramente disperate… possiamo noi chiudere loro le porte in faccia? No di certo. Dobbiamo accoglierli e salvarli da una morte certa, e questo ci viene imposto, oltre che dalla legislazione, anche e principalmente dalla nostra coscienza, umana e cristiana.

Gli ospiti a cui mi riferisco sono circa una ventina, appartenenti ad una fascia di età compresa tra i tredici e i venti anni, ospitati attualmente presso l’hotel “Maddalena” sito in Drapia.

Di loro si prendono cura i membri di un’ associazione denominata “Sole che splende”.

Dal momento che sono stati accolti nella nostra zona, appare evidente chi ci dobbiamo interessare sia al loro benessere fisico che alla loro formazione culturale e, per questo motivo, i ragazzi stanno frequentando la scuola: i più grandi presso l’istituto alberghiero di Tropea,i più giovani, in numero di sette, da circa una settimana frequentano la seconda e terza classe, al momento come uditori, della scuola secondaria di primo grado, plesso di S.Angelo di Drapia.

E’ stata proprio la frequenza di questi giovani presso la scuola dove svolgo la funzione di docente e di coordinatore di plesso che ha suscitato negli ultimi giorni discussioni e commenti che non giovano a nessuno, né contribuiranno a migliorare le condizioni dei nostri giovani ospiti.

Ma vediamo di chiarire insieme, e con ordine, come si sono realmente svolti i fatti:

già il primo giorno di scuola i genitori degli alunni che frequentano il plesso di S.Angelo, erano al corrente della imminente presenza nei banchi di scuola, insieme ai loro figli, di questi ragazzi meno fortunati, giunti da poco tempo.

Si sa che le situazioni nuove ed inaspettate un po’ fanno paura a tutti, figuriamoci se poi si tratta di figli adolescenti. La preoccupazione maggiore riguardava lo stato di salute dei nuovi arrivati, e la loro fascia di età: riguardo al primo punto, lo scrivente si è preoccupato subito di rassicurare tutti, in quanto i ragazzi sono regolarmente vaccinati e si presentano in ottimo stato di salute; rimaneva qualche riserva circa il fatto di mettere insieme, per sei ore al giorno, ragazzi compresi in fasce di età alquanto diverse: questa era l’unica preoccupazione dei genitori di Drapia. Essi, inoltre, sin dall’inizio, hanno lamentato la carenza di informazione da parte dell’istituzione scolastica nei loro confronti,circa l’arrivo di questi ragazzi: una maggiore informazione avrebbe consentito loro di preparare al meglio i propri figli al delicato compito dell’integrazione. Questo è stato sempre il pensiero della quasi totalità dei genitori. Che poi, in una comunità, ci sia uno sparuto gruppo di individui poco o nulla aperti al confronto e al dialogo con altre culture, deve essere considerato un fattore assolutamente irrilevante, da non essere tenuto in considerazione alcuna.

L’unico spiacevole equivoco che si è verificato è che, in data 17 settembre, nei locali della scuola di Drapia, mentre un gruppo di genitori chiedeva al sottoscritto legittime informazioni in proposito, i nuovi arrivati hanno dovuto fare una ventina di minuti di anticamera, prima di entrare nelle classi, la qual cosa è stata scambiata, erroneamente,per discriminazione.

E’ vero altresì che qualche genitore in taluna occasione aveva assunto toni poco consoni alla situazione, manifestando idee che definirei poco attinenti al senso di accoglienza e integrazione, ma alla fine, ragionando civilmente, tutti hanno capito l’importanza della situazione, ed hanno accettato di buon grado questa esperienza che i propri figli andranno a vivere.

I ragazzi poi sono stati veramente splendidi nel socializzare, sia i nuovi arrivati che quelli del posto;

qualcuno potrebbe obiettare,ma allora,dove sta il problema?

Sta nel fatto che il dirigente scolastico in data 19 settembre ha invitato rappresentanti dei genitori e membri del consiglio di istituto ad una riunione con lo scopo di chiarire la situazione, ma la discussione è leggermente degenerata, facendo perdere, a mio avviso, la vera sostanza e lo scopo della stessa; invece di una fattiva collaborazione, ho dovuto mio malgrado assistere, e partecipare, ad animate ed improduttive discussioni che sarebbero dovute, secondo me, rimanere fra le mura della scuola, anche in nome di quella privacy cosi tanto invocata.

Invece sono state divulgate con mezzi di informazione, condividendo il serio rischio di essere travisate, di indurre chi non conosce i fatti a giudicare negativamente una comunità che si è sempre dimostrata aperta e sensibile a tutte le problematiche sociali, di italiani o stranieri, senza alcuna differenza, e prova ne sono i sette ragazzi stranieri che ogni mattina si presentano a scuola sereni e desiderosi di passare la mattinata con i loro nuovi compagni, che li accolgono con altrettanta gioia. Tutto ciò con incommensurabile gioia di tutto il corpo docente, reale detentore delle verità del caso, che tocca con mano quotidianamente quanto sopra descritto.

                                                                                                            CONCETTO BAGNATO

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