Gli amministratori del Comune di Drapia hanno convocato i giornalisti per fare il punto sui primi 3 mesi e mezzo di attività.
L’incontro ha avuto una durata di circa un’ora e mezza.
Sono state affrontate e discusse molte questioni.
Prima di scrivere un resoconto, vorrei ringraziare il sindaco, la giunta e i consiglieri per aver invitato alla conferenza stampa sia Vibonesiamo, sia Mario Vallone come giornalista: è la prima volta -infatti- che ci è stata data questa opportunità. Finora non eravamo stati considerati degni di attenzione neppure in occasioni istituzionali come l’inaugurazione della nuova sala consiliare.
Nel mio post scritto subito dopo le elezioni avevo chiesto espressamente ai nuovi amministratori rispetto per me, come persona, e per la mia storia come giornalista locale; rispetto per questo portale, punto di riferimento per il territorio e, soprattutto, rispetto per i nostri 5 mila lettori. Avevo, inoltre, sollecitato la convocazione periodica di conferenze stampa per fare il punto della situazione, cosa che non accadeva da anni. Finalmente ci è stata data questa possibilità, la possibilità di porre domande, di sapere e di informare.
Ciò premesso, vengo al contenuto dell’incontro.
Cosa è stato fatto in questi primi 4 mesi? Come si sta agendo per risolvere gli innumerevoli problemi del territorio? A quale problematica è stata data priorità?
Queste, in linea di massima, le domande cui gli amministratori hanno cercato di rispondere.
Il sindaco Antonio Vita ed il suo vice Pino Rombolà hanno fatto, in tal senso, un’elencazione, più volte interrotta dal sottoscritto per chiedere approfondimenti e delucidazioni.
Si è anzitutto agito, facendo pressione su chi di competenza, per la riapertura della provinciale 17 per Tropea. Come ha specificato Pino Rombolà, la strada è stata riaperta con un po’ di ritardo rispetto alle aspettative, ma il problema, che si protraeva da febbraio, è stato comunque “risolto”, almeno per il periodo di maggiore affluenza della stagione estiva ed anche se in modo temporaneo.
Riguardo alla provinciale 20, interessata dai lavori per la sistemazione della rete fognaria, pur essendo di competenza provinciale è stata fatta pressione per asfaltarla lungo tutta la carreggiata – dalla pineta di Ciaramiti fino all’entrata di Brattirò – e non solo sulla corsia interessata dai lavori. Ho chiesto- riguardo alla prosecuzione di questa strada nel tratto dal bivio di Ciaramiti fino al Biluscia- di segnalare con forza alla Provincia il disagio drammatico che caratterizza il tragitto e fare di tutto per risolvere il problema. So benissimo che, oltre che essere di competenza di un altro ente, rientra nel territorio comunale di Ricadi. Ma questo non significa che ce ne dobbiamo fregare in quanto è comunque utilizzata perlopiù da noi drapiesi essendo la strada che collega l’entroterra alle spiagge di Capo Vaticano e Santa Domenica, come pure ai centri spesa più vicini a Brattirò ed a Caria. Quindi, ho chiesto espressamente di uscire dalla logica: non rientra nel mio territorio, me ne frego, se ne occupino altri. Io dico, anzi ripeto: diamoci noi da fare per risolvere al più presto la cosa: anche se non rientra nel nostro territorio rientra pienamente nei nostri interessi (che mandino almeno una ruspa per rimuovere il fango che occupa da sei mesi metà carreggiata!).
Successo sta riscuotendo l’iniziativa di far adottare ai cittadini aree verdi del comune, iniziativa approvata col voto della minoranza (anzi, dei consiglieri di minoranza presenti il giorno in cui è stata discussa in Consiglio). Il vicesindaco Pino Rombolà, nonché assessore all’Ambiente ha spiegato che sono già pervenute delle richieste al Comune e che – se la cosa dovesse funzionare- come intuibile si potranno impiegare le risorse umane del Comune per affrontare altre emergenze ambientali; il tutto risparmiando: quindi servizio migliore con costo minore.
Vedremo come si svilupperà l’iniziativa.
Parlando di monnezza il dibattito amministratori-giornalisti si è allargato. Ho posto la problematica drammatica delle discariche a cielo aperto, riconoscendo che – dopo anni e anni- una delle più evidenti, quella della strada di San Rocco nei pressi di Caria, è stata ripulita. Quanto alla discarica di Torre Galli, probabilmente il punto più critico del circondario, mi è stato detto che si sta finalmente pensando di chiudere l’entrata della strada dismessa mantenendo un accesso solo per i proprietari dei terreni circostanti. Forse si procederà anche alla rimozione dell’asfalto, oltre che alla collocazione di guard rail così da far tornare quest’area “terreno” a tutti gli effetti. In altri punti, tra cui Sant’Angelo, una volta ripulite le discariche si potranno magari mettere delle telecamere.
Insomma, qualcosa di concreto si sta facendo per ripulire il territorio nella convinzione che quello delle discariche è anzitutto un problema culturale. Si può e si deve agire per rendere la vita difficile agli irresponsabili che riversano rifiuti dappertutto, ma se non vi è un cambiamento di mentalità il problema si può mitigare ma non risolvere del tutto.
Il confronto è andato avanti, tra botta e risposta, e si è giunti ad affrontare la questione “partecipazione popolare”. Se ricordate, nel programma elettorale la lista Vita aveva promesso che nei primi 4 mesi avrebbe portato la problematica in consiglio. Ebbene, nel consiglio comunale di stasera si parlerà proprio di questo argomento e nel giro di qualche mese Drapia dovrebbe finalmente dotarsi di un regolamento sulla partecipazione popolare come previsto dallo statuto comunale.
Il sindaco Vita ed il consigliere Mimmo D’Agostino hanno poi parlato del regolamento IUC, cioè di tasse comunali.
Rispetto allo scorso anno vi è da recuperare una cifra di circa 350 mila euro, metà della quale è relativa ad una diminuzione dei trasferimenti statali, metà al rimborso di una quota del Fondo di Solidarietà richiesta dal Ministero dell’Interno. In pratica, questi soldi sono stati (legittimamente) spesi dalla passata amministrazione ma ora devono essere, in qualche modo, recuperati da questa amministrazione.
La minoranza durante l’ultimo consiglio ha accusato la maggioranza di mettere le mani in tasca ai cittadini. Ma non ha indicato alternative che avessero un briciolo di senso, sia dal punto di vista formale, sia dal punto di vista sostanziale, per trovare questi benedetti 350 mila euro. Secondo l’ex sindaco Porcelli si doveva risparmiare sull’energia. Forse nel formulare questa insignificante proposta ha dimenticato che, oltre alle attuali spese, in futuro vi sarà un aggravio per la bolletta comunale dovuto al costoso e discutibile progetto di disseminare di pompe il territorio comunale con il nuovo “assetto” della rete fognaria che egli stesso ha fatto. Quanto alla proposta, formulata anch’essa da Porcelli, di istituire la tassa di soggiorno, problema sul quale abbiamo discusso parecchio durante la conferenza stampa, solo pensare di poter usare i fondi di questa eventuale tassa di scopo magari per pagare i debiti del comune è una proposta impensabile perché illegittima al 100%, senza dimenticare che per istituire la tassa di soggiorno sarebbe opportuno muoversi con due anni di anticipo, cioè quando vengono aggiornati e diffusi dagli operatori turistici i cataloghi con le proposte di viaggio.
In qualche modo questi 350 mila euro dovevano essere pagati. E altre proposte credibili, a quanto pare, non ci sono. Cari Porcelli e Carlino, fate la vostra legittima opposizione, ma cercate di dire cose che abbiano senso e fondamento.
Approfondendo il discorso relativo al bilancio, ho chiesto lumi circa la riorganizzazione dell’apparato amministrativo. Col passare degli anni la tendenza è chiara: meno fondi dallo Stato ai comuni, crescente esigenza di far leva sulle proprie risorse organizzandosi per recuperare l’evasione fiscale ed eliminare gli sprechi. Il legislatore ha da tempo previsto (anzi, imposto) una graduale gestione dei vari servizi in forma associata, cosa mai fatta – nonostante i consigli e solleciti del nostro blog- dalla passata amministrazione. Ormai pian piano tutti gli enti si stanno adeguando perché -oltre che essere man mano imposto dalla normativa- è il modo migliore, non solo per incrementare i servizi, ma anche per risparmiare e ottenere performance più alte.
Ebbene, è stato garantito che anche Drapia si sta adeguando. Già a partire dai prossimi giorni, rimanendo in tema di organizzazione amministrativa, avremo un nuovo segretario comunale al 50%. Finora eravamo forse l’unico comune della provincia ad avere un segretario al 100%, cosa che gravava enormemente sulla spesa per il personale. Col risparmio dal relativo capitolo si cercherà di risolvere il problema Ufficio Tributi, la cui responsabilità è al momento nelle mani del sindaco, come pure verrà rafforzato l’Ufficio Tecnico.
Con un apparato impostato diversamente, come detto, si potranno affrontare meglio varie problematiche, soprattutto quella relativa al recupero dell’evasione fiscale. A tal proposito il consigliere D’Agostino ha fornito informazioni incredibili. Per anni Porcelli ha sbandierato recuperi record di evasione, ma dalle carte sembra che non sia così. Data la delicatezza del problema suggerisco a D’Agostino di approfondire la cosa e diffondere una nota agli organi di informazione: tutti devono sapere come è stato gestito negli ultimi tempi il Comune. Vogliamo capire se per anni ci sono state raccontate balle (anzi, se ce ne sono state raccontate più di quelle che abbiamo smascherato).
Alcuni dati eloquenti che emergono dal documento contabile, dati che fanno riflettere e che vi fanno capire in che mani eravamo li voglio fare.
Pensate che Porcelli in 5 anni ha chiesto prestiti per circa un milione di euro. Prestiti che per ben 15 anni peseranno sulle casse comunali per circa 100 mila euro all’anno interessi compresi (circa il 40% dovrebbe essere rimborsato dalla Regione perché alcuni impegni sono “assistiti” dall’ente di livello superiore). Detto altrimenti, ci siamo indebitati a questo livello per pavimentare “a muzzu” e fare marciapiedi inutili per non dire dannosi (su tutti la vergognosa piazza -anzi, incrocio- di Brattirò). A chi hanno giovato queste spese? Forse ne ha tratto beneficio la collettività, il turismo? Direi proprio di no.
Io dico questo: l’indebitamento fa parte della vita di ognuno di noi. Tutti ci indebitiamo. Chi per fare investimenti, chi per far studiare i propri figli, chi per affrontare contingenze. Gli Stati, le democrazie occidentali, sono tutti indebitati. Il concetto stesso di democrazia non esiste senza fare debiti. Il dramma, quindi, non è l’indebitamento in sè, essendo questo una dinamica tutt’altro che inconsueta e tutt’altro che inutile. Il vero dramma è per cosa ci si indebita. Se ci fossimo indebitati per sviluppare il turismo, per fare opere utili e risolvere problemi atavici sarebbe stato opportuno e giusto farlo. Ma indebitarsi per la piazza di Brattirò è un’assurdità della quale Porcelli, Carlino e company dovrebbero vergognarsi all’infinito.
Per anni ci siamo sentiti dire che per la cultura non ci sono soldi. Che per recuperare i siti archeologici non ci sono soldi. Che per i giovani non ci sono soldi. Che per gli eventi estivi i soldi erano pochi. E poi abbiamo visto che sono stati spesi 600 mila euro (300 mila di avanzi di bilancio e 300 mila di prestiti) per fare lavori inutili. I soldi c’erano, ci sono sempre stati. Sono stati spesi non male, malissimo. Pensate che con poche migliaia di euro si sarebbe potuto realizzare il servizio navetta, ma ne sono state impegnate 600 mila per fare assurdità. Per non dire dei 7 mila euro spesi per il “coso” all’entrata di Gasponi. Con quei soldi potevamo rifare la segnaletica di tutte le frazioni (tanto per dirne una).
Se fossero rimasti altri 5 anni gli ex amministratori dove ci avrebbero portato, in quale baratro? L’ho detto in conferenza stampa agli amministratori odierni: non osate mai più dire che per la cultura, per i lavori veramente utili e richiesti dalla popolazione, non ci sono soldi, e poi -magari- li trovate per spenderli per fare marciapiedi. Basta soldi spesi a cavolo! Sappiate che se continuate sulla scia porcelliana Vibonesiamo vi farà la guerra.
Pensate, cari lettori -faccio un altro esempio emerso nel corso della discussione – che mentre venivano spesi tutti questi soldi per finire nelle tasche dei soliti noti la scuola di Sant’Angelo “stava mpurrendu”. Il piano terra dell’edificio, infatti, in alcune zone è in putrefazione, cioè in totale abbandono. Vita ha spiegato che già da quest’anno verranno comprati 30 banchi e 30 sedie e che in futuro verrà riservata maggiore attenzione alla scuola. Perché finora non sono stati trovati i soldi perlomeno per dare un arredo più gradevole e dignitoso alle scuole?
Capitolo Castello Galluppi.
I lavori proseguiranno. Le procedure burocratiche relative al milione di euro disponibile sono state espletate, seppure a fatica.
Ho posto il problema intonaco. Oltre al colore “discutibile”, sembra che stia venendo giù brandello dopo brandello. Sembra che la tonalità sia ormai questa; “avimu u nda tenimu”. Per me è assurdo. Ho posto anche il problema della futura gestione della struttura facendo qualche proposta. Pino Rombolà ha detto che ci penseranno. Io dico di pensarci sul serio fin da ora a cosa fare dopo la fine dei lavori altrimenti ci ritroveremo con la solita cattedrale nel deserto chiusa al pubblico.
Il vicesindaco ha elencato altre situazioni, altri interventi che riprenderanno a breve e saranno completati tra cui la strada di Sant’Isidoro, snodo fondamentale del territorio, arteria vitale, vera priorità.
Quanto alla strada di San Rocco nei pressi di Brattirò interessata da ormai un anno da interminabili lavori, purtroppo non sarà asfaltata neppure per la festa di fine mese in onore dei Santi Medici. Ho chiesto il motivo del ritardo. Burocrazia, mi è stato risposto. Secondo me non si tratta solo di burocrazia…in Giappone, negli Stati Uniti o in Germania in quanti giorni avrebbero completato questi lavori? Da noi ci mettiamo lustri e lustri…
Ho posto anche il problema della potabilità dell’acqua per sapere in quale dei due rubinetti del municipio, se in quello del bagno al primo piano o quello del bagno al secondo piano, è potabile, visto le ultime famose comunicazioni porcelliane al riguardo che inducevano a fare distinzione tra le due summenzionate fonti del prezioso liquido.
Mi è stato garantito dal sindaco e dal vicesindaco che si stanno facendo ulteriori controlli per rafforzare il sistema di monitoraggio e che, al momento, tutti i riscontri dicono che quanto alla potabilità non vi è motivo di allarme in nessuna abitazione del territorio comunale.
In questi mesi, infine, si sta cercando di lavorare al Piano Strutturale Comunale (PSC) che – come ribadito dagli amministratori- rappresenta una priorità. Anche per Porcelli è stata una priorità ma in cinque anni non è riuscito, per ragioni che ancora attendono chiarimenti, ad approvarlo. Che non si arrivi allo stesso risultato.
Altre questioni sono state discusse durante la conferenza stampa. Alcune ora neppure me le ricordo tanto ne abbiamo discusse. Sicuramente in futuro avremo altre occasioni di porre domande agli amministratori.
I problemi ci sono. Le difficoltà ci sono e ci saranno. Gli errori si faranno (si spera pochi e di poca portata). Ma se un giornalista pone una domanda, ora almeno si cerca di rispondere.
Sembra ci sia: più democrazia, più partecipazione, più trasparenza; insomma: tutta un’altra…Vita.
MarioVallone
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