Con una semplice cerimonia, ieri sera, la comunità di Carìa, ha riaccolto nella chiesa parrocchiale la statua di Maria Santissima Ausiliatrice interessata nei mesi scorsi da un intervento di restauro per il ripristino di alcune parti deteriorate ed usurate dal tempo.
A presiedere il momento di preghiera il parroco del paese, don Antonio Gennaro. A presiedere i Vespri nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il novello diacono don Michele De Vita.
La devozione a Maria Ausiliatrice all’interno della comunità di Carìa venne introdotta da don Francesco Pugliese che nel 1924 con la professione religiosa entrò tra i salesiani operando, poi, presso la comunità salesiana del Sacro Cuore a Taranto dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1940.
Il culto e la devozione a Maria Ausiliatrice si accentuò poi grazie all’arrivo delle suore figlie di Maria Ausiliatrice (F.M.A.) presenti nella comunità dal 1965 al 2000.
Una cerimonia molto semplice quella di ieri sera con la quale, oltre a riconsegnare al culto l’effige della Madonna Ausiliatrice, la comunità, come ha sottolineato lo stesso don Antonio, dà inizio alle celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Don Bosco. Come lo stesso sacerdote ha sottolineato, non poteva esserci occasione più bella per dare il via anche nella nostra comunità al bicentenario della nascita di don Bosco. Dopo il momento di preghiera e dopo il canto dei vespri in chiesa, presso il salone parrocchiale sono stati proiettati due brevi filmati sul significato del bicentenario che si è aperto lo scorso 16 agosto e che si concluderà il 16 agosto 2015. Di certo, anche all’interno della comunità di Caria, nei prossimi mesi si vivranno particolari momenti per celebrare nel migliore dei modi questa importante ricorrenza non solo per la famiglia salesiana ma per tutte quelle comunità che sono legate alla figura del santo piemontese. Questo perché don Bosco è un dono per la chiesa e per la società. Un dono per i Giovani di ieri di oggi e di domani.
A tutti coloro che sono legati alla figura del santo educatore viene richiesto di vivere al meglio questo anno di grazia riscoprendo e approfondendo la figura e il messaggio autentico di don Bosco. Che sia un anno non di sole feste e appuntamenti, ma che sia un anno in cui ci si spenda senza riserva per l’educazione e il bene della gioventù . A distanza di duecento anni dalla nascita don Bosco è ancora vivo perchè vive nel servizio e nell’opera di tutti coloro che si ispirano alla sua figura. Ecco alcune immagini della cerimonia di ieri…
Commenti
comments