Un territorio allo sbando

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L’attuale momento storico non è tra quelli che dimenticheremo facilmente.

Il fenomeno è da quelli da tenere in debita considerazione.

La città è allo sbando. Palazzo Rizzuti, sede dell’Ufficio Territoriale di Governo, improvvisamente,  si è sostituito, automaticamente, a Palazzo “Luigi Razza”.

 I cittadini, le istituzioni, i sindacati, le associazioni, cosa mai accaduta, hanno preferito  e preferiscono tutt’oggi interloquire con il Prefetto Giovanni Bruno che con il sindaco Nicola D’Agostino. Perché offre maggiori  garanzie.

Il motivo proviene da dati incontrovertibili: il Comune ha fallito la sua attività politico amministrativa regalando alla città il dissesto finanziario e l’incapacità di gestire la cosa pubblica con tutte le conseguenze che ne derivano.

L’Azienda sanitaria provinciale, e questo non era neanche previsto, ha dichiarato il suo default ed ha scritto al Prefetto per denunciare la sua impotenza a proseguire nell’attività di tutti i giorni.

I gravi problemi che affliggono l’ambiente e l’igiene sanitaria hanno portato la città a sopportare settimane e settimane di sofferenza provocati dall’accatastarsi di cumuli di rifiuti che hanno costituito, alla fine, il più avvilente  biglietto da visita per i vacanzieri  della stagione estiva che volge al termine.

I dipendenti dell’Eurocoop che rivendicano tre mesi di stipendi e quel che più importa il loro avvenire sono puntualmente ogni mattina davanti alla sede della Prefettura per testimoniare con la loro protesta il significato di un disagio e di una difficoltà che diventa sempre più arduo superare.

Protestano senza trovare risposte gli ex dipendenti dell’Italcementi che continuano a nutrire una residua speranza sul loro già più che grigio avvenire.

Per non parlare della condizione della sanità pubblica e privata vibonese.  Asp e Villa dei Gerani attraversano forse il momento storico più disastroso della loro attività.

E cosa dire, poi, della situazione che si è venuta a creare alla Marenostro e nelle tante piccole e medie aziende che hanno denunciato in sordina la loro precarietà e l’ incerto futuro?

La nostra è una denuncia che, oggi,  portiamo all’attenzione del Prefetto Giovanni Bruno, diventato per la città di Vibo Valentia il più credibile punto di riferimento per tentare di superare i momenti di disperazione che travolgono i lavoratori in difficoltà ed i servizi  che non funzionano.

I suoi diurni e notturni impegni d’ufficio tesi a valutare ogni situazione di preoccupazione per i cittadini lo costringono ad uno stress continuo che egli si sobbarca perché crede, più di ogni altro, alla lenta ma possibile ripresa della città e della sua popolazione.

Ed i vibonesi si sono ormai abituati a vedere in lui l’alfiere della speranza.

Alla luce, però, di quanto accade, diventa ineludibile per Nicola D’Agostino e per il pur volitivo e competente direttore generale dell’Asp,  Florindo  Antoniozzi, peraltro alle prese con motivi di salute e quindi fuori sede da tempo,  pensare a fare le valigie e tornarsene a casa.

Tanto non c’è nessuna speranza che possa intervenire qualche fatto nuovo capace di trattenerli nei loro delicati e scottanti incarichi.

Più volte il massimo responsabile di Palazzo ex Inam non ha mancato di spendersi in tutti i suoi possibili sforzi per rimettere in carreggiata la sanità vibonese, producendosi, a volte, in sacrifici notevoli e che sono sempre risultati vani di fronte all’incomprensibile  e assurdo atteggiamento della Regione Calabria.

Ne sono bastati  i comportamenti, a volte anche più che generosi, del personale tutto dell’Azienda che pur di garantire il servizio ha rinunciato anche ai propri  diritti.

Siamo dell’avviso che deve intervenire  una vera e propria rivoluzione culturale nella società civile vibonese.

Viene invocato uno scossone per invitare la popolazione a capire meglio la portata di questa triste condizione.

Questa classe politica e dirigente che ha tanto deluso ogni possibile aspettativa non merita conferme ne prove di riabilitazione.

Il fallimento, a prescindere dalle responsabilità di altri, tra enti ed istituzioni, deve riguardare tutto il sistema.

Alle prossime tornate elettorali e alle scelte non di competenza territoriale, si dovrà tenere conto di quel che accade oggi, bocciando ogni tentativo di ricandidatura.

Una scelta che i cittadini dovranno tenere presente per ogni tipo d’impegno politico e amministrativo futuro.   

Filippo Curtosi       

Segretario Provinciale Cisal   

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