Vibo, una città tra i rifiuti

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Ora il cittadino, che continua, purtroppo,  a subire disagi e difficoltà, chiede al Comune il conto, il risarcimento per i danni  subiti. E forse non ha tutti i torti.

Analoga richiesta potrebbe essere rivendicata anche dai Commercianti, dove esiste un grave fermento che ha fatto capolino per tutta la stagione estiva, preso atto che si sono visti sfuggire l’opportunità di incassare qualche euro grazie a quanto accaduto.

La notizia è che alla Cisal arrivano le prime richieste.

La gente, e non soltanto gli iscritti,  vuol sapere quali sono le modalità per rivendicare il rispetto dei propri diritti, di un servizio pagato ed oggi disatteso con tutte le conseguenze che sono alla portata di tutti.

Come dire: noi paghiamo puntualmente la Tari, la tassa sui rifiuti,  istituita dalla Legge n. 147 del 27 Dicembre 2013, commi 639, a  decorre dal primo  gennaio 2014 ma il servizio che ci è stato reso è alla portata di tutti.

Tassa che come noto rappresenta la componente relativa al servizio rifiuti dell’Imposta Unica Comunale (IUC) e destinata a finanziare integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a carico dell’utilizzatore.

La Tari, sostanzialmente, è la tassa che colpisce chi produce rifiuti e il cui gettito va destinato allo smaltimento.

Ad essere soggetti al pagamento della Tari, lo vogliamo ricordare, sono proprietari, inquilini di residenze private, così come i titolari di imprese commerciali o industriali.

Ci si domanda se è giusto tollerare, senza far pesare nulla sulla gestione dei disservizi, le conseguenze ed i rischi ambientali ed igienico sanitari degli ultimi mesi.

Una condizione quest’ultima che ha messo in forte stato di preoccupazione tutta la popolazione non abituata a dover fare i conti con una siffatta realtà.

Nessuno, tra i richiedenti, sembra disponibile a far passare inosservati gli effetti devastanti che sono scaturiti dalla lunga ed inedita, oltre che assurda, presenza di rifiuti sotto casa.

Laddove c’è stato il tentativo di raccolta è, però, mancata la necessaria disinfestazione per cui il pericolo ed il rischio di effetti consequenziali esiste eccome.

Comunque nella protesta si coglie un aspetto tutt’altro che trascurabile, ovvero il caparbio ed instancabile  impegno del Prefetto, Giovanni Bruno, trovatosi, improvvisamente ed involontariamente, a doversi sostituire al potere civico per dare una speranza alla popolazione di fronte all’incapacità politico amministrativa della città.

L’intervento del Prefetto ha evitato che la situazione degenerasse, scoraggiando ed impedendo anche una possibile rivoluzione della stessa popolazione, parte della quale, in preda alla disperazione, è stata costretta ad abbandonare le proprie case nei giorni più terribili dell’accalcarsi della montagna di rifiuti.

Oggi non ha più senso tornare ad insistere sulla richiesta di dimissioni di sindaco, giunta e consiglio comunale. Un eventuale nuovo commissario straordinario non avrebbe il tempo neanche di sedersi sulla poltrona vista l’imminenza del ritorno alle urne.

La prova dell’incapacità amministrativa è stata consumata in tutti i suoi più deplorevoli effetti.

La popolazione va convincendosi che bisogna attendere lo scadere della consiliatura nella speranza di non ritrovarsi lo stesso sistema di amministrare ma soprattutto  le stesse facce.

Crediamo che nessuno dell’attuale consiglio comunale meriti una prova di appello, una riabilitazione.

Ed il motivo c’è: nessuno dei consiglieri, di maggioranza o di opposizione che fosse, ha inteso rassegnare le dimissioni dall’incarico di amministratore di fronte al ricorrente sfasciume e fallimento del sistema a dimostrazione che l’attaccamento alla poltrona e al gettone di presenza sono sempre stati i veri obiettivi di ognuno, nessuno escluso.

Filippo Curtosi

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