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La dottrina di Santa Caterina da Siena

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DI SEGUITO UN EXTRACT DEL LIBRO DI PADRE MICHELE FORTUNA “IO, CATERINA, CONFESSO”, DA POCO PUBBLICATO DALLA THOTH EDIZIONI:

Date le circostanze storiche di confusione intellettuale, ideologica e morale in cui ci troviamo potrebbe sorgere il dubbio che uno studio sulla dottrina di Caterina da Siena, vissuta in pieno XIV secolo, sia assolutamente fuori dalla realtà moderna. E per essere più precisi inutile, perché non ha nulla da dire all’uomo del XXI secolo progredito sotto tutti gli aspetti e immerso fino al collo nella tecnica e nella scienza che lo gratificano, quasi in modo superlativo, in ogni sua impresa.

Eppure non è così, in particolar modo, se si considera, a fondo e senza complessi pregiudiziali, il problema che stiamo per trattare. Ognuno di noi dovrebbe entrare in se stesso e farsi guidare non da quello che gli proviene dall’esterno, ma dalla sua intelligenza come purissimo dono di Dio.

Ebbene, guardandoci attorno vediamo che tante strutture cambiano o addirittura cadono nell’oblio. Tanti sistemi filosofici sfumano nell’aria, perché non hanno più l’ubi consistam. Tanti problemi non hanno più ragione d’esistere perché hanno avuto la loro soluzione, o meglio ancora, hanno perso il mordente intellettuale e pratico, che teneva impegnata e unita una certa categoria di persone.

Tra tante dottrine che scompaiono, e se mai esistono ancora sono semplicemente oggetto di studio e niente più, vi è una dottrina che è sempre attualissima, perché riguarda l’uomo nella sua realtà esistenziale e nella sua composizione e costituzione fisica e metafisica. E precisamente è la dottrina dell’anima, che occupò e preoccupò le menti più eccelse di ogni tempo.

Padre Michele Fortuna

Basta citare qualche nome: Socrate, Platone, Aristotele tra i pagani, Agostino, Anselmo d’Aosta e soprattutto Tommaso d’Aquino fra i cristiani.

Tra questi ultimi, si può, anzi si deve, includere a pieno titolo anche Caterina da Siena, che come loro, per l’eminenza della sua dottrina, è Dottore della Chiesa, proclamata tale da Paolo VI il 4 ottobre 1970. La sua parola, quindi, che ormai da quasi sette secoli va facendo tanto bene alle anime desiderose di luce intellettuale, è quanto mai valida anche per l’uomo di oggi che, seppur non molto portato per le verità metafisiche, non può in alcun modo esimersi dal considerare e riflettere sul suo mondo interiore che è proprio quello dell’anima.

E questo non va detto solo per il credente, che non mette assolutamente in dubbio l’esistenza e l’immortalità dell’anima, ma anche per il miscredente, lo scettico e perfino per l’ateo che, come afferma Dante, “l’anima con il corpo morta fanno” (Divina Commedia).

Quando, questi ultimi, sono a tu per tu con se stessi, senza l’assillo delle occupazioni giornaliere e liberi da qualsiasi preoccupazione di rendere conto a chicchesia, penseranno senza dubbio alla loro origine e al loro ultimo destino, seppur non sapranno darsi una risposta, che possa calmare in qualche modo il turbinìo che li sconvolge interiormente.

Il mio studio, perciò, sul pensiero di Caterina, così fresco nel suo linguaggio senese-trecentesco e così limpido nella sua comprensione, penso sia utilissimo per l’uomo del nostro tempo perché si desti dal suo torpore materiale che l’assorbe da ogni parte.

Per quanto mi riguarda dico un grazie sincero alla Santa per la gioia che mi ha procurato e mi procura il suo pensiero. Adesso, con amore altrettanto sincero, lo espongo con semplicità per il bene spirituale di coloro che avranno la bontà e la pazienza di leggermi.

Il mio studio, quindi, si può dire in qualche modo originale, se questa parola vuol dire mettere in luce un aspetto di autore non ancora conosciuto. Mi auguro che possa essere di aiuto a tutti coloro che amano e studiano con interesse Caterina sotto il multiforme aspetto della sua personalità esistenziale.

Ho letto e studiato tutte le sue opere: il Dialogo della Divina Provvidenza, le Lettere e le Orazioni. Ne ho raccolto i passi riguardanti l’argomento e li ho esposti, almeno credo, con esattezza. Mi è costato molta fatica schematizzare il pensiero cateriniano, dato che esso è sparso un po’ dovunque nelle opere citate.

La dottrina di Caterina riguardante l’anima è veramente stupenda. È interessante scoprire come lei, nonostante la sua condizione di umile popolana e per di più illetterata, sappia cogliere da ciò che la circonda o da ciò che l’abbia impressionata, spunti meravigliosi per esporre, con massima chiarezza e semplicità, una dottrina che di per sé è altamente filosofica e soprannaturale.

Dobbiamo precisare che Caterina possedeva una memoria eccezionale, non solo, ma era dotata anche di un’intelligenza spiccatamente intuitiva. Tutto quello che ella apprendeva lo passava attraverso una elaborazione mentale personalissima e poi lo distribuiva, o meglio ancora, lo sminuzzava in modo facile e piano per il bene spirituale degli altri.

Il mio studio, condotto fino alla fine con semplicità e mi auguro anche con chiarezza, non vuole essere altro che un saggio di base per studi più completi a gloria di Caterina e per la gioia di coloro che l’amano sinceramente come modello di vita cristiana nel duplice precetto della carità: Amore di Dio e amore del prossimo.

Padre Michele Fortuna

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