A Tropea un convegno sull’anoressia

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Beatrice LentoDomani,  29 aprile , alle ore dieci, presso il salone del Museo Diocesano si chiuderà la campagna di sensibilizzazione sull’anoressia nervosa promossa dall’Istituto Superiore di Tropea con il patrocinio della Camera di Commercio di Vibo Valentia e della Fondazione Santo Lico.

L’iniziativa, che si inserisce nel progetto laboratorio di genere denominato Mnemosyne, ha registrato un forte impegno degli studenti di tutti gli Indirizzi di studio dell’Istituto che sono stati guidati ad approfondire la problematica a partire dalla lettura  e commento  di un libro –stimolo.

Poi si è proseguito con l’elaborazione di manifesti di denuncia e informazione diffusi in tutte le scuole della provincia.

Un momento  assai significativo è stato anche il concorso, riservato ai ragazzi dell’Istituto  tropeano,  dal nome assai esplicativo “I’m a girl (boy) e mi piaccio cosi come sono” .

Trentaquattro studenti hanno risposto all’appello producendo  altrettanti racconti illustrati.

Il convegno di martedì  rappresenta la conclusione del percorso sviluppato nel corso dell’intero anno scolastico ed oltre a prevedere il riconoscimento dei racconti vincitori,  uno per il biennio ed uno per il triennio (i premi saranno offerti dai due enti patrocinatori) registrerà gli interventi del neuropsichiatra Bruno Pisani, presidente dell’associazione di volontariato Mi.Pi.Aci. e della volontaria, psicologa Angela  Ioculano che affronteranno la problematica dell’anoressia anche nella prospettiva di un aiuto concreto ai giovani e alle famiglie.

Al presidente della giuria tecnica del concorso, prof. Luciano Meligrana, spetterà  poi il compito di illustrare i racconti e di evidenziare le motivazioni che hanno determinato la scelta dei due vincitori.

“Il problema dell’anoressia  -ha spiegato la dirigente scolastica Beatrice Lento- ci tocca da vicino perché più volte, negli anni, abbiamo sofferto assieme alle famiglie e agli studenti che lo hanno vissuto in prima persona. La sensazione di impotenza che si prova  di fronte a un giovane con l’ossessione del cibo è terribile e a volte paralizza ogni iniziativa di intervento con perdite di tempo che potrebbero essere fatali. Non di rado, poi, intervengono meccanismi di difesa che inducono i genitori a minimizzare o addirittura a negare l’evidenza ed anche in questo caso si rischia grosso. E’ importante, invece, prendere coscienza della gravità della patologia e correre subito ai ripari attraverso l’intervento di efficaci strutture specializzate. E’ attivo il numero verde SOS disturbi alimentari 800180969, 24 ore al giorno, da lunedì  a venerdì che offre consulenza immediata e indicazioni sulle strutture  sanitarie certificate, presenti nelle varie  regioni italiane. Il consiglio che ci sentiamo di dare alle famiglie è quello di non sottovalutare la patologia illudendosi di risolverla da soli. Non servono né la costrizione né l’amorevolezza, è indispensabile, invece, la cura adeguata in centri specialistici affidabili”.

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