Il 7 marzo di 3 anni fa è stato un giorno molto triste, soprattutto per gli abitanti di Brattirò e di Gasponi. Proprio il 7 marzo molti di noi, infatti, hanno appreso circa la morte del parroco dei due paesi, don Giuseppe Furchì, deceduto la sera prima all’ospedale di Vibo Valentia.
E sempre il 7 marzo la salma di don Giuseppe è stata portata prima a Gasponi per una messa e poi nella chiesa di Brattirò per la veglia funebre e per il funerale che avremmo celebrato il giorno dopo.
Di quel giorno tutti noi ricordiamo tutto.
Siccome CHI AMA NON DIMENTICA oggi il nostro pensiero va nuovamente a don Giuseppe che vogliamo omaggiare per l’ennesima volta pubblicando un breve extract del libro del dott Pasquale Vallone, volume in cui l’autore ripercorre la vita terrena del sacerdote.
MarioVallone
…Don Giuseppe fu molto vicino ai giovani, che riusciva ad attirare con la sua gioia di vivere. Egli credeva fermamente nei giovani ai quali ha inculcato alcuni concetti basilari e fondamentali, due tra tutti: il perdono per un torto, per un’offesa ricevuta e l’amore per il prossimo.
Caricava sulla sua macchina – utilitaria fino a 10 – 12 bambini e li portava a fare scampagnate per passare un giorno in allegria e spensieratezza.
Organizzava con i ragazzi incontri di calcio abituandoli al rispetto dell’avversario, alla correttezza e alla lealtà.
Non era importante vincere o perdere ma era essenziale e indispensabile rispettare l’avversario e/o il rivale, nel gioco come nella vita, e inculcava a tutti di curare, nella rivalità sportiva, il rispetto degli altri, la lealtà e la sincerità. E alla fine della partita, l’arbitro don Giuseppe spesso comprava a tutti il gelato!
Con i giovani spesso giocava a “quattro e quattr’otto”: a turno uno doveva saltare sul corpo piegato di un altro poggiando le mani sui fianchi di questo come base di appoggio dopo una breve rincorsa. Una volta l’impatto fu forte e don Giuseppe avvertì un forte dolore alle costole. Fu necessaria una lastra ma non c’erano fratture.
Amava fare gite in bicicletta, di cui era un grande appassionato e lo si vedeva quasi tutti i giorni, in primavera ed estate, scarrozzare per le vie del paese, sulla sua bicicletta, sempre allegro.
Trasmetteva a tutti l’entusiasmo gioioso del vero cristiano, spesso colorato e accompagnato da allegre e argute battute.
Gli piaceva cantare coi giovani inni sacri e liturgici ma, anche e soprattutto, le canzoni più popolari…
…Il suo cuore fu pieno di bontà verso i sofferenti e verso i bisognosi. Andava a trovare nella loro casa le persone anziane e allettate o impossibilitate a recarsi in chiesa e a loro portava l’Eucaristia.
Spesso ci si incontrava a casa di qualche ammalato: io per curare il corpo e alleviare le sofferenze e lui per dare conforto…
Pasquale Vallone