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Chiarezza sulla potabilità dell’acqua!

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Mario Vallone

Il problema della potabilità dell’acqua nel Comune di Drapia sta diventando una questione sempre più seria, per non dire drammatica.

Negli ultimi due anni “L’amministrazione del fare” -come ama autodefinirsi- ha più volte emanato ordinanze di divieto di utilizzo del prezioso liquido e ordinanze di rimozione dello stesso divieto. Io ho scritto più volte sull’argomento e dopo un mio pezzo su Il Quotidiano della Calabria, in un incontro pubblico sono stato addirittura attaccato dal sindaco, il quale ha addotto contro di me delle motivazioni infondate e imbarazzanti. (CLICCA QUI PER LEGGERE UNO NOSTRO PRECEDENTE POST SULL’ARGOMENTO; CLICCA QUI PERLEGGERE UN ALTRO NOSTRO PRECEDENTE POST).

Ma veniamo ad oggi.

La penultima ordinanza del primo cittadino pubblicata pochi giorni fa rimuoveva il divieto all’uso dell’acqua in tutte le frazioni ad esclusione di Drapia capoluogo. Ieri ancora un dietrofront: una nuova ordinanza firmata Porcelli in cui si parla nuovamente di non potabilità dell’acqua. In quest’ultimo documento, addirittura, viene specificato che l’acqua non solo non si può bere ma non si può utilizzare per “uso alimentare, il lavaggio e la preparazione degli alimenti, igiene orale, lavaggio stoviglie o utensili da cucina, lavaggio apparecchiature sanitarie, lavaggio oggetti per l’infanzia (biberon, contenitori di pappe, ecc)…”.

Come mai, si chiedono tutti, l’ennesimo cambio?

E’ chiaro ed evidente che in due anni l’amministrazione del fare non solo non è riuscita a risolvere il problema, ma, cosa per certi aspetti ancora più grave, non ha mai fatto chiarezza sulla problematica.

Porcelli carissimo, i dubbi e le perplessità sono legittimi e hai il dovere, per non dire l’obbligo, di chiarirli. Vogliamo sapere perché l’acqua un giorno risulta potabile e il giorno dopo no. Perché le analisi un giorno dicono una cosa, un giorno un’altra.

Vogliamo sapere la verità.

Se non sei in grado di affrontare il problema, di fare chiarezza, di dare risposte, magari di segnalare eventualmente la cosa alla Magistratura, allora dimettiti. CON L’ACQUA NON SI SCHERZA. L’acqua è vita. Ormai solo un imbecille o una persona incapace di intendere e di volere beve l’acqua dopo una tua ordinanza di rimozione del divieto considerando che dopo poco tempo ogni volta ne segue una che lo pone di nuovo.

Anziché fare marciapiedi e opere prive di significato che giovano sempre ai soliti e mai alla comunità, pensa a risolvere il problema dell’acqua. Non limitarti solo a fare e rifare analisi o azioni non risolutive. Se non sei capace, come molti ritengono, allora -ripeto- mettiti da parte, dimettiti prima della fine del tuo mandato, fallo per il bene di tutta la comunità.

Non ce la facciamo più di assistere, giorno dopo giorno, a situazioni imbarazzanti che ci fanno scivolare sempre più in basso, ben oltre il limite della decenza.

MarioVallone

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