San Bruno: 100 anni di solitudine (parte terza)

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Statua di San Bruno scolpita fra il 1766 e il 1768 da Jean Antoine Houdon- in SMA RomaLo scultore italiano Giuseppe Ducrot, alla data del 21 giugno 2012, alle ore 19.00, era già presente nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma per l’inaugurazione della sua nuova opera: la statua in marmo di San Giovanni Battista. Dopo centodiciotto anni dalla sua distruzione, una statua del Battista, era stata di nuovo collocata nella sua postazione originaria: nella nicchia antistante la statua di San Bruno. Presente anche il Ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi e, oltre agli organi di stampa, molti rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte, religiosi e rappresentanze civili e militari. L’iniziativa, promossa dal Parroco della Basilica Mons. Renzo Giuliano, veniva realizzata con i finanziamenti privati di Fondaco Roma e Thun per l’arte, in concomitanza con la ricorrenza dei 450 anni della Basilica.

Nel momento inaugurale, quando il drappo che copriva la nuova statua di san Giovanni veniva tolto, cessavano i cent’anni di solitudine della statua di San Bruno.

Oggi, la nuova opera, ritrova la sua collocazione nella propria nicchia nel passaggio vanvitelliano voltato verso la crociera. Scolpita sulla base della copia in scala ridotta conservata nel Museo di Villa Borghese, risorge secondo l’interpretazione personale del maestro Giuseppe Ducrot, giovane scultore romano da tempo dedito all’arte sacra.

Nella nicchia di fronte a quella di San Bruno, la biblica “presenza” del San Giovanni, realizzata in marmo di Carrara, restituisce l’equilibrio etico-spirituale, al confronto ambedue si rivelano gigantesche figure della più forte tensione divina nell’uomo. Infatti, in quel punto della basilica, a causa della nicchia vuota, l’equilibrio artistico-spirituale appariva fortemente turbato.

Durante la cerimonia, nella presentazione del catalogo, Mons. Renzo Giuliano; Parroco della Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri ha così commentato: Al compimento di un linguaggio di bellezza e di orientamento per una profonda ricerca di vita, possiamo ora dare una  risposta affermativa certa all’Osservatore Romano del  24 giugno 1934, quotidiano vaticano che in un articolo di quel giorno concludeva: “Troverà un giorno la statua di San Giovanni Battista, riprodotta in marmo, il suo posto nella nicchia che l’attende, di fronte a San Bruno?” – Mons. Giuliano cita anche Papa Benedetto XVI che, dopo una  visita nella Basilica, nel febbraio 2011, formulò gli auguri per il 450° anniversario della Basilica con il seguente telegramma: “Occasione anniversario quattrocentocinquanta anni costruzione Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri at Roma et realizzazione statua raffigurante San Giovanni Battista Sommo Pontefice rivolge beneaugurante saluto et mentre esorta a collaborare e at sentirsi pietra viva della Chiesa chiamata nel tempo e nella storia at rendere presente Gesù Signore invoca effusione celesti favori et di cuore imparte at lei fedeli et quanti prenderanno parte significativo evento implorata benedizione apostolica” –

San Giovanni
San Giovanni

“La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri – è Mons. Renzo Giuliano a proseguire nel racconto-  fin dalla sua riconversione in Chiesa nel 1561 ad opera di Michelangelo, fu affidata ai Padri Certosini, antico e rigoroso Ordine monastico fondato da San Bruno di Colonia, divenendo la grande Certosa di Roma. Due secoli dopo, sul finire del 1764, giunse a Roma il giovanissimo scultore francese Jean Antoine Hudon al quale il Procuratore generale dei Padri Certosini affidò l’incarico di realizzare, nel nuovo passaggio vanvitelliano ornato di due nicchie speculari, le due statue significative per lo stesso Ordine: il fondatore San Bruno e il patrono San Giovanni Battista. Ora la storia ha fatto il suo corso e si conclude così una centenaria aspirazione artistico-religiosa, e le statue dei due Santi tornano all’agognato splendore.”

-All’atto di questa cerimonia correva l’anno 2012, il governo italiano era impegnato nel risanamento del bilancio e si cercava riparo alle carenze della scuola con la preoccupazione di arginare la “fuga dei cervelli”. Guglielmo Marconi aveva fatto il suo percorso, i Certosini continuavano a rispettare il loro credo indicando il loro motto:Stat Crux dum volvitur orbis (“la Croce resta fissa mentre il mondo ruota”): provate a mettere la parola “politica” al posto della parola “croce”.

                         (Curiosità tra storia e leggenda di Girolamo Onda)

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