Che il gelato di Pizzo sia buono, anzi ottimo, lo sanno un po’ tutti. Da oggi lo sa anche l’uomo più ricco della Cina, Zong Qing Hou, fondatore, presidente e direttore generale del Hangzhou Wahaha Group, il più grande gruppo alimentare cinese, con un patrimonio personale valutato in 11,6 miliardi di dollari.
Mr. Wahaha, così è conosciuto nel mondo, ha visitato oggi la città napitina, durante uno dei suoi viaggi d’affari europei, durante i quali va personalmente a caccia di nuovi prodotti Made in Italy da commercializzare sul mercato cinese.
Insieme ai suoi collaboratori ha prima visitato alcune aziende locali, impegnate nel settore agroalimentare, e poi si è concesso una passeggiata nel centro storico napitino, con l’immancabile sosta in Pizza della Repubblica.
A fare da ciceroni c’erano il sindaco Gianluca Callipo e gli assessori Cristina Mazzei (Cultura) e Giacinto Maglia (Turismo).
L’illustre ospite ha visitato anche il Castello Murat, dove si intrattenuto con gli amministratori ai quali ha chiesto informazioni dettagliate sulle produzioni della zona, concentrandosi in particolare sul gelato e sulla sua variante più celebre a Pizzo: il Tartufo.
«È stato interesante conoscere Mr. Wahaha, che nonostante sia uno degli imprenditori più ricchi al mondo, ha mostrato grande semplicità e modestia – ha affermato Callipo al termine dell’incontro -. Zong Qing Hou è apparso sinceramente interessato alle potenzialità di Pizzo ed è rimasto deliziato dal gelato e dai prodotti agroalimentari tipici. Noi abbiamo fatto la nostra parte accogliendolo nel migliore dei modi, ora l’auspicio è che la sua visita possa rappresentare un’occasione di sviluppo e di internazionalizzazione per le imprese locali».
Eventuali contatti saranno perfezionati con la mediazione dell’Istituto per il commercio estero, l’agenzia nazionale che ha supervisionato anche questa visita.
Una eventualità tutt’altro che remota, visto che lo scorso anno, al termine di un tour di questo tipo in Italia, il magnate cinese ha sottoscritto contratti per centinaia di milioni di euro con aziende produttrici di olio, vino, scarpe e mobili. Tutti prodotti Made in Italy che ha voluto provare o toccare con mano prima di acquistarli in quantità ovviamente industriali.