Ricordando suor Rosetta Pugliese F.M.A

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Domani, 10 gennaio 2014, ricorre il secondo anniversario della morte di suor Rosetta Pugliese F.M.A. La sua è una figura che certamente ha segnato la fanciullezza, l’adolescenza e la gioventù di numerosi cariesi cresciuti presso la casa salesiana delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Carìa. Una struttura presente nella comunità dal 1965 al 2000 che ha certamente segnato la storia locale lasciando tracce profonde, visibili ancora oggi.

Nel ricordo della religiosa, dell’esperienza salesiana e in vista delle celebrazioni del Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco (1815-2015) un gruppo di giovani cariesi, lo scorso anno, con la collaborazione dell’intera comunità cariese e dell’Amministrazione Comunale di Drapia, ha commissionato una statua di don Bosco (fondatore insieme a Santa Maria Domenica Mazzarello delle F.M.A) che è stata benedetta solennemente il 31 gennaio 2013.

In molti dei suoi ragazzi affioreranno ricordi che hanno segnato anni interi. Ricordi che si intensificheranno in modo particolare alla fine di questo mese di gennaio, quando la comunità, ancora una volta si riunirà per celebrare la festa di San Giovanni Bosco.

IN BASSO ALCUNE NOTIZIE TRATTE DAL LIBRO DI FRANCESCO PUGLIESE  “FIGLI DEL SUO ORATORIO” (THOTH EDIZIONI)

Notizie Biografiche

405914_1760387545366_1394377793_nSUOR ROSETTA PUGLIESE F.M.A.

Nome completo suor Maria Rosa Pugliese.
Nacque a Carìa il 21 dicembre1921.
Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto
1943. Penultima di sette fratelli, di cui tre sacerdoti
Salesiani e due figlie di Maria Ausiliatrice, suor Rosetta, come era affettuosamente chiamata, nacque in una famiglia profondamente unita, intrisa di valori umani e cristiani, come traspare anche dalle sue note autobiografiche: “La nostra giornata cominciava molto presto con la preghiera che era vita quotidiana, e terminava con il santo rosario”. La sua vocazione era nata grazie alla lettura del Bollettino Salesiano, che ogni mese arrivava nella sua famiglia e aveva, come copertina, una bella immagine di Maria Ausiliatrice. Coltivando il sogno di calcare le orme di don Bosco e M.Mazzarello, Rosetta si sentì molto attratta dalle Missioni. Per questo, il 28 settembre 1939 partì per Torino dove fece l’Aspirantato e postulato, e iniziò gli studi. Completò la sua formazione religiosa del Noviziato di Casanova di Carmagnola, dove emise i primi voti nel 1943. Dopo un primo anno ad Arignano come assistente delle aspiranti, completò gli studi a Torino, conseguendo il diploma magistrale e, l’anno seguente, fu destinata alla casa di Chieri come maestra di scuola elementare. Per la salute assai debole e per il consiglio del medico curante, fu trasferita in Calabria, a Bova Marina, dove rimase dal 1946 al 1956 come insegnante, incarico che continuò a svolgere nei due anni successivi nella scuola di Napoli-Vomero, casa in cui fu anche aiutante della Segreteria ispettoriale. Nel 1958-1959 visse presso la famiglia per assistere la mamma e offrire un aiuto alla sorella molto malata. Passò poi nelle case di Rosarno, Bova, Reggio Calabria e Carìa. Rispettivamente come insegnante di scuola materna, vicaria, responsabile del doposcuola e del laboratorio di ricamo. In questa comunità, fu chiamata a svolgere il servizio di animazione dal 1968 al 1974 e, successivamente, dal 1977 al 1980, dopo un triennio trascorso a Rosarno, in qualità di vicaria e insegnante nei corsi professionali. Tornata per due anni a Napoli-Vomero con il compito di economa, passò subito dopo a Melito Porto Salvo dove rimase fino al 1987, come vicaria e insegnante nei corsi professionali. Dopo la breve tappa di un anno in cui fu economa a Sant’Apollinare, tornò nuovamente a Carìa dove restò fino alla sofferta chiusura della casa, avvenuta nel 2000. Nel cuore di suor Rosetta, gli anni vissuti a Carìa impressero una traccia indelebile perchè fervidi di attività tra le sorelle, le giovani e i giovani dell’oratorio, i fanciulli della parrocchia. Dal 2000, si trovava a Rosarno per aiuti vari. In questa casa, come in ogni altra realtà in cui è vissuta, con la sua umile disponibilità a qualunque bisogno, ma soprattutto con la sua preghiera silenziosa, suor Rosetta ha lasciato una preziosa testimonianza di vita. Il 3 novembre 2011, al passaggio della reliquia di Madre Mazzarello, itinerante nell’Ispettoria, aveva chiesto una grazia: stare ai piedi della croce. Una richiesta esaudita poichè il mattino seguente, per la caduta causata dalla frattura del femore, iniziava un calvario di sofferenze indicibili, che l’hanno accompagnata fino ai suoi ultimi giorni. Felice di patire silenziosamente, suor Rosetta ripeteva continuamente che Madre Mazzarello le aveva concesso la grazia da lei invocata. Negli ultimi due mesi di permanenza in clinica, la sua incessante preghiera, la sofferenza accolta con un dolce sorriso e la parolina saggia restano come testimonianza ed eredità per i medici, gli infermieri e tutte le persone che si avvicinano al suo letto attratte dalla sua santità semplice. Una signora ricorda con piacere le parole accorate che ella le rivolse in uno di questi ultimi giorni: “Chiedi perdono quando sei in vita e abbi il coraggio di chiedere scusa quando sbagli!” Sr. Rosetta si è spenta il 10 gennaio 2012 nella clinica “Villa Aurora di Reggio Calabria”.

L’opera a Caria

401079_1799882052704_1880194396_nL’opera di suor Rosetta a servizio della gioventù cariese iniziò alcuni anni prima dell’apertura della casa F.M.A. La sua attività a Carìa iniziò precisamente nel 1958 quando per due anni ( 1958- 1959) fu autorizzata dai superiori a rientrare a vivere a Caria, presso la famiglia per assistere mamma Orsola e offrire un aiuto alla sorella molto malata. Emessi i primi voti nel 1943, dopo il Noviziato di Casanova di Carmagnola, suor Rosetta fu destinata come assistente degli aspiranti per un anno ad Arignano per poi completare a Torino gli studi, conseguendo il diploma magistrale. Finiti gli studi fu destinata alla casa F.M.A. di Chieri come maestra di scuola elementare. Da quella comunità per la sua salute assai debole (da sempre) e per il consiglio del medico curante, fu trasferita in Calabria a Bova Marina, dove rimase dal 1946 al 1956 come insegnante. Stesso incarico che continuò a svolgere nei due anni successivi nella scuola di Napoli -Vomero. Nel 1958, come detto, fu autorizzata dai superiori a vivere a Carìa presso la famiglia ed è proprio in quegli anni che sr. Rosetta iniziò la sua missione salesiana al servizio della comunità di Carìa, la sua comunità. Prendendosi cura amorevolmente della mamma Orsola e della sorella riuscì a trovare spazio per le giovani del paese iniziando a curare “a modo suo”(salesiano) l’educazione religiosa, gettando le basi e preparando il terreno per ciò che da li a poco sarebbe avvenuto: l’apertura della casa F.M.A. La comunità, come visto in precedenza era già in un ottica salesiana, ma con la presenza di suor Rosetta “direttamente sul campo” in quegli anni iniziò a delinearsi un percorso preciso e chiaro. Ed è su quel percorso che sr Rosetta ha indirizzato le sue ragazze. All’educazione religiosa associò incontri tra le giovani ma soprattutto, corsi di cucito che allargarono la cerchia delle ragazze guidate da lei. Addirittura in estate diede origine ad una specie di colonia estiva( di sole ragazze) sempre con il beneplacito dei superiori. Quei due anni furono importantissimi perchè in qualche modo costituirono la prima cellula del futuro oratorio a Carìa. Il carisma salesiano con quelle attività iniziò a concretizzarsi all’interno della comunità. Le figure ed il carisma di Madre Mazzarello e di don Bosco sempre più conosciute ed amate. Dopo i due anni Passati in famiglia, suor Rosetta fu destinata a Rosarno per poi passare a Bova e poi Reggio Calabria. Già nei due anni in cui suor Rosetta è stata in famiglia, si andava sempre più concretizzando il sogno del fratello Don Agostino Pugliese Salesiano, che desiderava da tempo dar vita ad un opera salesiana nella sua comunità. Un sogno non solo per don Agostino ma anche per l’intera famiglia Pugliese, per la comunità di Carìa, ma soprattutto per suor Rosetta per poter così continuare a portare avanti la missione iniziata con quel gruppo di ragazze e poi interrotta. Un sogno che all’inizio sembrava irrealizzabile ma che con la fiducia nella divina provvidenza, la testardaggine di Don Agostino e la sua posizione di prestigio, l’entusiasmo di Suor Rosetta e l’appoggio della comunità di Carìa divenne realtà il 12 settembre del 1965. La comunità parrocchiale, imbevuta e permeata dallo spirito Salesiano, da tempoaspettava l’apertura di una casa Salesiana a Carìa. Tante però le difficoltà da affrontare, in primo luogo difficoltà economiche. Ma con l’ aiuto della Provvidenza, l’opera generosa e zelante di un benefattore, l’interessamento in prima persona di don Agostino Pugliese, con l’impegno e il lavoro gratuito di numerosi cariesi, fu possibile comprare e rendere confortevole una casa con terreno adiacente. E il sogno divenne realtà. Il 12 settembre 1965, giorno sacro al nome di Maria, dodicesima domenica dopo la Pentecoste, arrivarono quattro suore Figlie di Maria Ausiliatrice. 423699_1799882812723_152627143_nUna frase pronunciata da un cariese, appena vide arrivare le suore a Caria, sintetizza ciò che esse hanno rappresentato per la comunità :“ Ma che bel sole oggi risplende per noi”. Scampanio a festa delle campane della chiesa parrocchiale come nelle più grandi solennità e le autorità ecclesiastiche e civili insieme all’intero popolo andarono festanti incontro alle suore. A riceverle e a presentare la loro casa furono i reverendissimi prof. don Agostino Pugliese, Salesiano (artefice principale dell’ apertura della casa F.M.A commosso ed emozionato ) e il can. Antonio Mazzitelli. Quest’ultimo ha celebrato la prima Santa Messa nella cappella dell’ istituto, e prendendo spunto dal Vangelo della domenica, le ha esortate a cercare sempre il “regno di Dio e la sua giustizia”. Le buone suore presero come una sacra consegna quelle parole e non tardarono a mettere tutte le loro attività a beneficio della parrocchia: asilo infantile, laboratorio, doposcuola, oratorio. Con grande zelo, inoltre, si dedicarono all’educazione morale e religiosa dei giovani, all’insegnamento del catechismo e alla completa assistenza in parrocchia.Nella prima comunità F.M.A. nel 1965, sr. Rosetta era presente, così come nell’ ultima, nell’anno della chiusura nel 2000. Lei ha seguito passo passo quest’ opera, anche negli anni in cui è stata mandata in altre comunità (dal 1974 al 1977 a Rosarno; dal 1978 al 1979 a Napoli – Vomero; dal 1980 al 1987 a Melito Portosalvo; nel 1989 per un solo anno a Sant’Apollinare). Anche se lontana fisicamente, il suo cuore e il suo pensiero sono sempre rimasti qui. Per tutti gli anni trascorsi nella casa a Carìa, è stata impegnata come direttrice, economa, responsabile del laboratorio di ricamo, insegnante nei corsi professionali. Gli anni trascorsi a Carìa,come è ben descritto nella sua biografia redatta dall’ Ispettoria Meridionale, furono anni fervidi di attività tra le sorelle, le giovani, i giovani della parrocchia e tra i fanciulli della prima comunione. Tutti quegli anni impressero una traccia indelebile nel cuore di suor Rosetta; ma non solo nel suo, anche nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere sotto il suo sguardo e all’ombra di quella casa. Suor Rosetta, per tutte le sue allieve prima e per tutti i suoi ragazzi dell’oratorio dopo, è stata una vera e propria insegnante ed educatrice, di fede e di vita. I corsi di ricamo, i laboratori, il teatro, la catechesi, la cura della parrocchia, a queste e a tante altre attività si è dedicata senza riserve in tutti gli anni in cui è stata presente nella comunità di Carìa, diventando per generazioni di cariesi una guida importante, una voce amica incoraggiante e a volte ammonitrice, una consigliera, una mamma per molte ragazze soprattutto all’inizio dell’opera a Carìa.La casa F. M. A. di Carìa, nata come struttura educativa e formativa delle giovani del paese, con il passare del tempo si trasformò in un vero e proprio “Oratorio centro giovanile”, diventando e restando per molti anni il punto di riferimento,non solo della comunità di Caria, ma anche dell’intero circondario. Tantissimi i giovani provenienti anche dalle vicine comunità che frequentavano le attività salesiane. Con il passare del tempo, gli spazi e la struttura di “Villa Orsola” non bastarono più nè per le attività nè per i giovani, tant’è che il 14 maggio 1972 con la benedizione della prima pietra si diede inizio alla costruzione di una nuova struttura, dietro Villa Orsola, alla quale successivamente venne affiancato il campo di pallavolo. L’opera Salesiana a Caria per 35 anni è stata “il palcoscenico, la scena della crescita umana, cristiana e sociale” di numerose generazioni cresciute sotto lo sguardo di Maria Ausiliatrice, di don Bosco, delle F.M.A. e in particolar modo di suor Rosetta che li ha e ci ha amato due volte: come suora e come figlia di questa comunità. Nel 2000 venne chiusa l’opera salesiana a Carìa. Chiusa l’opera è rimasto vivo ed è ancora fortemente presente all’interno della comunità  lo spirito salesiano.

Francesco Pugliese

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