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Crisi politica Tropea, la verità di Lucio Ruffa

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Abbiamo realizzato un’intervista con il consigliere comunale di Tropea, nonché ex assessore alla Cultura e d ex capogruppo di Maggioranza, prof Lucio Ruffa.
Quest’ultimo, rispondendo a tutte le nostre domande, ha illustrato la sua versione dei fatti che nei giorni scorsi hanno portato alle dimissioni del sindaco Gaetano Vallone ed ha espresso la sua opinione circa la crisi politica tropeana.
MarioVallone
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Lucio Ruffa

1-Era nell’aria da giorni, alla fine la crisi è esplosa. Dicci anzitutto se in questi giorni c’è la possibilità di ricucire, in qualche modo, la situazione e permettere a Vallone di andare ancora avanti.

R. Era nell’aria da un anno almeno e non solo da giorni.  Mi auguro di cuore che la crisi possa rientrare senza aspettare che le dimissioni del sindaco diventino irrevocabili. Il sindaco Vallone non merita questa “ricompensa” dopo anni di duro lavoro per la città, dopo mesi e mesi di abnegazione e di sacrificio, non merita questi “sgambetti” frutto dell’irrazionalità e dell’ambizione di qualcuno che con la politica non ha nulla a che vedere, così come la città di Tropea merita la risoluzione della crisi per poter ricevere e vedere quanto in questi due anni di amministrazione abbiamo programmato che poi, alla fine, sono le cose contano e che rimangono. Io ho pagato per tutti e credo che non me lo sia meritato dopo tutto quello che ho dato sia per la lista, sia per la città.

2-Ripercorriamo, brevemente, le tappe principali della crisi.

Nel 2010 Vallone si era candidato alla guida di una lista civica, ma certamente vicina a Scopelliti nel simbolo (una delle poche liste civiche con questo nome sul logo, se non l’unica, in Calabria). Scopelliti aveva anche partecipato, prima delle elezioni locali e regionali, ad un incontro organizzato dal PDL al teatro La Pace di Sant’Angelo. Poi Vallone “perde” le elezioni e Scopelliti “flirta” con Repice, vostro acerrimo avversario politico. Repice è costretto a cedere lo scranno a Vallone che diventa sindaco. Passano i mesi e tu diventi sempre più polemico nei confronti  della politica del governo nazionale e regionale e ti avvicini con crescente convinzione al Movimento 5 Stelle. Iniziano i primi screzi tra te e Nino Macrì, principale esponente del PDL locale, il quale, negli ultimi mesi, ottiene sia le tue dimissioni come capogruppo in Consiglio, sia come assessore. Ma, a quanto pare, le richieste di Macrì, forte dell’appoggio di un suo importante gruppo in Consiglio, diventano sempre più esigenti. Si arriva, quindi, allo sfogo del sindaco Vallone durante l’ultima seduta del civico consesso. Il sindaco, pur revocando le tue deleghe, prende le tue difese ed esterna delle affermazioni forti contro suo nipote Macri’, da molti considerato suo naturale successore. Ed è così che la frattura si acuisce fino alle dimissioni del primo cittadino che non ha più i numeri per guidare Tropea.

Raccontaci la tua versione dei fatti e svelaci, eventualmente, qualche retroscena.

R. Devo fare una piccola precisazione. La lista civica che abbiamo posto in essere alle ultime consultazioni amministrative era titolata “Uniti per la rinascita – con Vallone Sindaco” e non con “Scopelliti Presidente”. Sulla scheda elettorale che gli elettori hanno siglato era riportato un simbolo ben preciso e detta dicitura. Ciò detto, è innegabile che eravamo vicini ed abbiamo sostenuto il centro-destra alle ultime elezioni regionali. La dicitura “Scopelliti presidente” era riportata sui manifesti murari e su uno striscione che usavamo durante i comizi per sottolineare l’apertura sia alla lista che portava il nome del governatore attuale, sia la vicinanza al progetto di cambiamento da esso proclamato e sintetizzato nello slogan “cambiare si può”. E’ stato un errore imperdonabile, a mio modesto avviso, sposare unilateralmente la dicitura “Scopelliti Presidente” che unitamente all’errore più grande, quello compiuto nella nostra sede dall’avv. Macrì, ovverosia quello di mantenere solo ed esclusivamente il manifesto elettorale dell’on. Salerno stracciando tutti gli altri, ci ha fatto perdere elezioni già vinte e stravinte. Questo ovviamente sul piano della strategia elettorale e per non dimenticare. Sul piano politico, al contrario, considerato che il centro-sinistra con Loiero era stato assolutamente inconcludente per non dire nocivo al bene della regione, la scelta di Scopelliti e del centro-destra era una scelta quasi obbligata.

Sul resto la storia è nota: Scopelliti si è dimostrato ingeneroso e con lui il gota del centrodestra calabrese capitanato dal Sen. Gentile, allora vice-coordinatore regionale del PDL. Non a caso il sindaco Vallone, in una riunione convocata in Prefettura per il problema spazzatura, di fronte a quasi tutti i sindaci del territorio e allora Prefetto Latella, quando il governatore Scopelliti ha accennato un saluto, il sindaco è stato perentorio nel rifiutarlo dicendo davanti a tutti “non la conosco”.  Entrambi, Scopelliti e Gentile hanno preferito abbracciare Repice ed il PD (è stata l’anteprima dell’inciucio più grande che di li a poco sarebbe successo a livello nazionale, dopo l’anteprima assoluta registrata da qualche anno alla Provincia di Vibo Valentia), piuttosto che la lista che dichiaratamente e concretamente si era spesa per favorire il successo del centro-destra nella città di Tropea e nel territorio. I motivi della mia polemica con il centrodestra non risiedono però nell’aver constatato l’ingenerosità e il voltafaccia di Scopelliti & C., ma soprattutto nell’aver constatato che, l’attuale classe dirigente regionale per Tropea e per il territorio dei dintorni di Tropea non ha fatto proprio nulla di concreto, anzi, su molti fronti, come ad esempio sulla questione Porto, sul dimensionamento dell’ospedale, che di generico porta solo il nome, sui trasporti, abbiamo trovato in loro acerrimi avversari. Per non parlare di turismo e di servizi turistici. La Regione e l’attuale classe dirigente regionale, ha dimenticato che Tropea è una città importantissima sul piano dell’immagine e del veicolo turistico territoriale e regionale. Su Tropea e sul territorio dei suoi dintorni si gioca da anni la partita più importante della programmazione turistica. Da questo territorio arrivano i migliori dati turistici dell’intera regione. In altre regioni d’Italia, posti unici e belli come Tropea, sarebbero costantemente  curati e seguiti. Il riconoscimento solo nominale di capitale turistica della Calabria, molte volte tributato a parole da quando nel 1970 è stata istituita la Regione Calabria, da tutti i politici e non solo dall’attuale classe politica, non basta più e non è sufficiente più per salvarsi la faccia. Occorrono fatti concreti e, come da sempre dico, investimenti mirati e programmati su Tropea e sull’immagine della città nel mondo.  Sul fronte del trasformismo politico, dico solo che ormai è una prassi e va quasi di moda da moltissimi anni. A Tropea è venuto Scilipoti, uno dei tanti emblemi del trasformismo all’italiana,  ospitato dall’ex coordinatore cittadino del PDL, (affinità elettive direbbe Goethe) e dall’entourage dei “talebani” anti-valloniani per antonomasia, che lo hanno invitato e sostenuto e che attualmente sostengono il Macrì. L’ex senatore De Gregorio, al soldo del condannato d’Italia Silvio Berlusconi,  è l’emblema di questo nuovo trasformismo all’italiana. Un tempo ci si “vendeva” per un posto al sole. Oggi per molto di più. Ma, come dico spesso a chi mi conosce e mi stima, verrà il momento, e ne siamo davvero vicini, in cui non solo l’appartenenza ad un’idea, ad un progetto, ad una linea politica, sarà improrogabile (se ad esempio il M5S andasse al potere farebbe subito la variazione più importante da fare alla costituzione, ovvero l’inserimento del vincolo di mandato in funzione anti-trasformista), ma il fattore più importante che andrà di moda sarà il rispetto dei cittadini ed il ritorno alla politica come servizio. Per tali motivi mi sono dimesso dal PDL dopo pochissimi mesi dal mio tesseramento. L’errore più grande della mia vita politica essermi iscritto al PDL. Non riesco proprio a perdonarmi tale errore. Per tali ed altri motivi ho dovuto amaramente registrare che la politica dei partiti, di tutti i partiti, è mirata esclusivamente al potere per il potere, e, salvo rare eccezioni, gli uomini ed i vertici di detti partiti, mirano esclusivamente ai propri interessi non solo politici, la qual cosa sarebbe anche accettabile, ma personali. Grazie a Dio, sulla scena politica nazionale è entrato prepotentemente un “visionario” che insieme ad altri visionari, ha ridato speranza a chi come me, aveva deciso che non valesse più la pena spendersi per migliorare il proprio paese. Per questo ho abbracciato con passione il credo ed il programma del M5S e per questo continuerò a militare per il M5S spendendo le mie migliori energie affinché anche in questo territorio così bistrattato, così umiliato, così abbandonato al suo destino, possano migliorare le condizioni di tutti, giovani in primis.

3- Hai annunciato più volte che con Nino Macrì avresti fatto presto i conti, naturalmente parliamo di conti politici non di situazioni personali. Spiegaci meglio questo punto…

Appunto! Di conti politici a tre cifre con l’avv. Macrì li possiamo fare sempre, con il dividendo e senza soluzione di continuità; giuro sul bene che voglio alla vita che li faremo fin quando avrò fiato, vita natural durante per meglio dire. Di conti personali ce ne sono pochi da fare e qualora qualcuno pensasse che ci siano anche quelli da fare, non mi lascerò intimidire. Mi divide dal Macrì un abisso di sensibilità politica e culturale che ogni altra considerazione sarebbe superflua. La politica non deve essere personalismo o peggio affermazione del proprio ego e prepotenza. Diverrebbe autoreferenzialità e pertanto sarebbe, come spesso lo è stata alle nostre latitudini, foriera solo di danni e di inconcludenze. Nulla di personale quindi con l’avv. Macrì, così come con l’ex sindaco Repice. La questione è solo politica. Tropea merita amministratori lungimiranti, generosi, propensi al sacrificio, che pensino alla città piuttosto che ai loro personali tornaconti, che abbiano una visione alta della polis e del divenire sociale che mira al bene di tutti, che mettano al primo posto l’amore per Tropea piuttosto che le proprie personali ambizioni. Per cui, l’avv. Macrì oggi, così come Repice ieri, corrispondono ad un idioma politico che non mi appartiene, che ho sempre combattuto a testa alta da 30 anni, ad una sfera di politicanti di cui la Calabria prima si libera politicamente, prima potrà ricominciare a sognare e a volare alto.

Se poi devo commentare le ultime vicende che sono successe, dico che l’avv. Macrì  ha preso un abbaglio; credo e penso che la sua sfrenata ambizione gli abbia annebbiato la vista in modo tale da non rendersi conto che la sua battaglia contro l’amministrazione comunale è stata una battaglia di tipo personale e non politico, pertanto destinata a fallire. Fosse stato altrimenti avremmo certamente capito e saremmo stati anche più predisposti ad ascoltarlo. Avesse mosso critiche politicamente valide al nostro operato, ci saremmo senz’altro chiesti se potesse avere ragione o meno. Se si fosse “smarcato” prima dall’attuale maggioranza, con ragioni politiche e non per questioni personali, avrebbe aggiunto qualche punto alla sua scarsissima credibilità politica. Ad esempio, nel mio caso, da due anni predica che deve farmi fuori dal gioco politico cittadino, al punto da farmi chiedere e credere che la mia ombra era troppo ingombrante per lui; al punto da farmi credere  che la mia presenza nella vita politica della città, sia divenuta nel tempo per lui una vera ossessione. Ho tanti difetti, ma ritengo di essere stato un leale collaboratore del sindaco, di aver lavorato notte e giorno per la città, con risultati che tra poco si vedranno anche concretamente. Evidentemente, chi come me lavora, chi come me ama la concretezza dei fatti e non il fumo,  diviene per lui un rivale politico da abbattere con tutti i mezzi, sol perché, ad un certo punto, ho guardato con interesse il M5S e mi sono allontanato dalla politica del PDL. L’invidia gioca brutti scherzi su coscienze deboli e su individui dal bassissimo spessore politico. Ma l’amore, come lui stesso predica ma non vive nel profondo, “vince contro ogni odio ed ogni invidia”. Gli dimostrerò, insieme ai cittadini di Tropea, quanto prima, cosa significhi questa massima ripetuta a mo’ di pappagallo e mediata da un “signore”, un tal Berlusconi, che di amore per l’Italia ne ha dimostrato davvero poco negli ultimi 20 anni.  Gli è andata male. Se ne accorgerà alle prossime elezioni. Sono abituato a combattere fino in fondo e a render cara la pelle. Poi, se penso e torno indietro con la memoria, non è difficile cifrare la sua inconsistenza amministrativa sia da vicesindaco della città, sia da consigliere provinciale d’opposizione (in una provincia mandata allo sbando dal centrosinistra non ho mai visto alzare una sola volta l’asticella dello sdegno e dell’opposizione). Il sindaco Vallone ha fatto un quadro quasi perfetto del suo “curriculum vitae”.  Al resto ci penserà il popolo, qualora servisse e qualora la sua sfacciataggine gli suggerisse di presentarsi in qualunque competizione elettorale da qui ai prossimi 50anni. Questo intendevo quando ho detto che ci saremmo fatti i  conti politici, perché in politica come nella vita, quello che si fa rimane e viene ricordato, quello che non si è  fatto quando si è avuta l’occasione per farlo, non può essere né ricordato, né ostentato.

4- Vallone ha affermato sulla stampa locale che Repice sarebbe meglio di suo nipote Nino Macrì. Sei d’accordo veramente con questa affermazione oppure si è trattato solo di un’esternazione forte, dettata dalla concitazione del momento.

Concordo pienamente con Vallone, anche se il paragone non sarebbe nemmeno proponibile. Non credo sia un’affermazione della concitazione del momento, dato che il sindaco a più riprese e in tempi non sospetti ha sempre detto sul conto del nipote che “la materia non si presta all’arte”. Nel merito mi sovviene il ricordo di un antico detto calabrese, per delineare meglio il concetto sui due. Il detto così recita: “scarti frusciu e piggj primera”. Se poi volessimo fare un minimo riscontro, da parte sua, Adolfo Repice può vantare un’esperienza amministrativa di certo non convincente, ma molto più coerente con il suo mondo e con la sua concezione politica di quella del Macrì, svolta, quella del Repice, in ambiti di tutto rispetto. Se poi volessimo centellinare tale confronto, il primo, ovvero il Repice, era un avversario schierato e decifrabile come avversario, il secondo, ovvero il Macrì, un cavallo di Troia che avevamo dentro casa, apparentemente non riconoscibile come tale (ma il sottoscritto lo marcava da tempo e si era accorto delle sue trame), che alla fine si è dimostrato per quello che sempre è stato: un vile ricattatore e un traditore a pieno titolo.

5- Se la crisi non rientrerà si andrà al commissariamento e poi alle elezioni. E’ ancora presto per parlarne ma, secondo te, chi si candiderà alla carica di sindaco, o meglio, chi ti piacerebbe si candidasse?

Dici bene: è troppo presto per parlarne. Ogni giorno vale la sua pena e questo è un momento assai difficile da superare. Se la situazione precipitasse e non ci sarà più nulla da fare, tra dieci giorni cominceremo a pensare a chi potrà e vorrà proseguire l’avventura. Io sarò comunque in campo, con Vallone in prima persona o con chiunque voglia il bene della città e che vorrà stare con me e contro coloro che hanno fatto e vorranno fare solo il male della città. Di certo contro l’avv. Macrì o chi con lui o per lui farà il “pupo” di turno. Ci sarò eccome, sempre che il buon Dio lo voglia, da protagonista assoluto, da candidato a sindaco se ci saranno le condizioni, a fianco del popolo e per il popolo, sempre a battermi sempre per una Tropea più bella, più ricca e più colta.

m.v.

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