Sono tantissime le famiglie vibonesi che non potranno contare su più di un panettone sotto l’albero di Natale.
Non è una generica illazione, ma il frutto di una concreta presa d’atto di situazioni che rappresentano la cruda realtà di un territorio dove il dramma della povertà e della sempre più difficile ricerca di un posto di lavoro prospettano orizzonti tristi ed avvilenti.
I dati raccolti non lasciano spazi a dubbi. L’allarme lanciato da più parti e spiegato meglio dalla protesta di chi giornalmente difende un posto di lavoro con marce e contestazioni sempre più convinte non può non invitare alla riflessione più seria.
Alla galoppante disoccupazione, ai continui rischi di mantenimento del posto di lavoro si aggiungono le vecchie e nuove povertà che continuano ad arricchire la già lunga lista di chi soffre la fame ed i disagio di appartenere ad una società che vive il dramma di una articolazione politica come quella comunale che continua a non saper interpretare il reale stato dei bisogni di cittadini indifesi che pagano lo scotto di essere governati da un’amministrazione attiva incapace e comunque molto distante dalle reali esigenze della gente che vive nella disperazione più completa.
Il sindaco della città Nicola D’Agostino quando nel 2015 finirà la propria esperienza amministrativa, continuando su questa falsariga, non potrà certamente porre nel suo consuntivo di aver cercato di affrontare e sollevare la precaria condizione sociale che da anni avvilisce chi lotta quotidianamente per sopravvivere.
Che moltissima gente soffra per la mancanza di viveri o di abbigliamento è un dato che viene confermato da associazioni come la Conferenza San Vincenzo de’Paoli che continua la sua meritoria, tradizionale e garbata azione di raccolta di soldi, alimentari e guardaroba per tentare di dare un minimo di risposta alla gente, soprattutto locale, che chiede aiuto per superare momenti di grande difficoltà, soprattutto dal punto di vista nutrizionale.
Mensilmente la San Vincenzo dona soldi, pacchi alimentari e guardaroba a chi ne fa richiesta.
La precipitata situazione economica ha portato al disagio anche famiglie che un tempo vivevano tranquillamente e che hanno trovato “l’umiltà di chiedere aiuto”.
E’ evidente che questa situazione porta anche ad individuare possibili responsabilità su chi ha il dovere di fare qualcosa per ridurre la grande disperazione di chi lotta questo tipo di condizione.
L’attuale amministrazione attiva di Palazzo “Luigi Razza” continua, infatti, a distinguersi per la sua incapacità e la sua indifferenza nei confronti di chi ha tutto il diritto di sperare in un superamento della difficoltà sociale in cui vive.
Vibo Valentia è una città che muore giornalmente sotto gli occhi di tutti i cittadini, anche di quelli che non vivono la sofferenza di chi è disoccupato o povero.
La Cisal ha sempre stimolato chi governa la città a promuovere iniziative utili per combattere il grave stato di difficoltà in cui versa tantissima gente.
L’amministrazione attiva, che oggi subisce la gestione finanziaria in regime di commissariamento per il default accusato di recente, non ha mai inteso, ad esempio, intraprendere alcun tipo di iniziativa con il sistema imprenditoriale per avviare programmi capaci di favorire produzione e occupazione.
Questo vuol dire che chi governa Palazzo “Luigi Razza” non ha mai brillato per fantasia e verve inventiva.
Una situazione che evidentemente non potrà sfuggire all’opinione pubblica nel momento in cui si tratterà di tornare alle urne per il rinnovo del consiglio comunale.
Filippo Curtosi (CISAL)