La risposta ad una vergognosa “aggressione”

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Il presidente dell'associazione Drapia in Europa, Rodolfo Mamone
Il presidente dell’associazione Drapia in Europa, Rodolfo Mamone

Con la nota odierna, come annunciato nei giorni scorsi su questo blog, intendiamo rispondere a quella che abbiamo già definito vergognosa “aggressione” perpetrata dal Sindaco e dell’Assessore ai LL.PP. nel corso della seduta del Consiglio Comunale di sabato 30 novembre ai danni dell’associazione “Drapia in Europa” e di chi la rappresenta. Parliamo di aggressione perché ci viene difficile definire altrimenti un “confronto” dove il diritto di parola è appannaggio di una sola parte; circostanza, questa, stigmatizzata (anche se dal verbale di deliberazione non risulta, ma ci rendiamo conto che non si può riportare molto di ciò che non riguarda lo stretto processo deliberativo) dalla consigliera di minoranza avv. Maria Carone – che qui abbiamo l’occasione di ringraziare – la quale ha opportunamente sottolineato come le discussioni con gli estranei al Consiglio andrebbero sviluppate in appositi incontri pubblici. A proposito di incontri pubblici, precisiamo che noi non parteciperemo a quello di questa sera perché non ci va di assistere a penose rappresentazioni autocelebrative dove non sono garantite le condizioni di base (pubblicazione di atti, documenti, bilanci e progetti) per una discussione seria e si è dunque costretti a prendere atto del “Vangelo” altrui.

Come si ricorderà, avevamo subordinato la pubblicazione di questa nota al verificarsi di determinate condizioni, alcune delle quali si sono realizzate, altre no (acquisizione di atti e informazioni presso l’amministrazione comunale. Pazienza, aspetteremo che scadano i trenta giorni e poi gli ulteriori trenta post diffida: per noi è prassi ordinaria!); ciononostante riteniamo giusto diffonderla prima dell’incontro odierno, affinché gli amministratori abbiano la possibilità di ribattere (dubitiamo che ne avranno anche gli argomenti).

Fatte queste necessarie premesse, la prima cosa che vogliamo precisare è che il Sindaco dovrebbe cercare di essere un po’ più rispettoso quando parla di questa associazione, la quale non è composta da “Patri, Figghju e Spiritu Santu” (intendendo con ciò alludere ad un’organizzazione personale o, al massimo, familiare); sappia il sig. Sindaco che intanto per dare vita ad un’associazione per legge sono sufficienti anche solo due soggetti, che quella verso la quale ha indirizzato i suoi strali è stata costituita da otto persone, che successivamente altre quattordici hanno fatto domanda (tutte accolte) di adesione e che, quindi, sul piano della rappresentatività “Drapia in Europa” sicuramente non ha niente di meno rispetto a molte delle associazioni che invece non sono invise al primo cittadino. Quanto all’allusione a possibili “suggeritori”, sappiamo che quella dell’imbeccata è pratica che il Sindaco ben conosce, data la permeabilità dell’amministrazione a quanto “deliberato” nelle ormai famose “pagghjalore” spesso evocate su questo sito. Vogliamo tranquillizzare il sig. Sindaco: chi presiede questa associazione non nega di farsi aiutare (dov’è il problema?) nella stesura dei suoi interventi da diversi collaboratori, associati o anche simpatizzanti esterni, ma ciò di cui può star certo è che è il presidente, con l’approvazione del Consiglio Direttivo, ad individuare gli argomenti da trattare e a stabilire come svilupparli, è ancora il presidente a leggere ogni singola parola prima di far protocollare o divulgare i documenti che promanano dall’associazione, e che, infine, è sempre il presidente nel momento in cui appone la sua firma e il timbro dell’associazione in calce agli stessi ad assumerne la piena e consapevole paternità. Non siamo sicuri che il Sindaco, al di là della sua  responsabilità formale, possa dire lo stesso! Forse la brillante etichetta da lui creata è più adatta ad identificare la sua Giunta, per comporre la quale è stata necessaria una (formalmente legittima, certo) modifica statutaria volta a rendere meno stringenti alcune incompatibilità basate su vincoli di parentela fino ad allora da nessuno messe in discussione.

Vorremmo poi cercare di replicare almeno ad alcune delle vili (non sapremmo come altro definirle) affermazioni fatte in aula dal Sindaco e dall’Assessore, che – coperti dalla loro “immunità” consiliare – accusano di lanciare fango chi “si permette” di non condividere il loro operato: a tal proposito facciamo notare, in linea generale, che quando l’associazione ha denunciato determinati fatti ne ha sempre fornito prova documentale; quando, nella persona del presidente, ha espresso opinioni ha precisato che di ciò si trattava e, comunque, preoccupandosi sempre di argomentare. Ora, mentre dei primi (fatti) occorre necessariamente prendere atto, le seconde (opinioni) possono essere liberamente confutate quando si hanno buoni argomenti da spendere; noi non consideriamo un affronto il fatto che non si condividano le nostre opinioni, a differenza di chi si considera “non criticabile” per decreto; di chi, cioè, come ha fatto l’Assessore, non riesce a spiegarsi di come “la gente possa criticare questa amministrazione”, suscitando per questo anche la giusta reazione di un solitamente compassato capogruppo di minoranza. E patetico è apparso il tentativo del Sindaco di sostenere che non bisogna prendere alla lettera certe affermazioni, quando poco prima aveva “fatto un cinema” perché noi ci eravamo permessi di definire “fantomatico” un finanziamento (quello relativo alla frana alle porte di Drapia) di cui da tre anni – ripetiamo: tre anni! – non ci fanno sapere nulla. A proposito della problematica del dissesto idrogeologico che affligge (soprattutto) Drapia capoluogo, noi non abbiamo mai affermato che l’amministrazione “non vuole” risolvere il problema frana sulla S.P. 18 (lo abbiamo detto invece, motivando, per la Briganteo), ma semplicemente che non si è impegnata abbastanza in tale direzione e soprattutto che non ha mai avvertito l’esigenza di informare i cittadini su come stiano effettivamente le cose (invitiamo a rileggere i nostri post precedenti ); quello che è certo è che l’amministrazione non si è schierata (come avrebbe dovuto fare e come infatti hanno fatto altre amministrazioni gravate da problemi simili) al fianco dei cittadini che chiedevano chiarezza di informazione e interventi tempestivi, ma ha preferito scodinzolare all’indirizzo dei vari on. Scopelliti (che – pensiero del Sindaco – quando diventerà Commissario Straordinario per il Rischio Idrogeologico in sostituzione dell’attuale forse risolverà il problema)  e on. Gentile che tre anni fa – ripetiamo: tre anni fa! – ha annunciato la concessione di un finanziamento di 700 mila euro che parrebbe esistere solo nell’iperuranio (per dirla con efficace espressione, cara al consigliere Cosmo Vallone). A proposito di tale finanziamento – che non figura più (se non per una piccola parte già impegnata e portata a residuo) in nessun documento contabile (così ci pare di poter arguire dalle frammentarie fonti che abbiamo, visto che ci è inibita la visione dei bilanci e delle determine di riaccertamento dei residui) – su specifica domanda della consigliera Carone, il Sindaco e l’Assessore hanno risposto che non c’è una scadenza per l’impiego dei fondi: a noi risulta che la delibera CIPE n. 8/2012 prevedesse il 30 giugno 2013 come termine finale entro il quale le somme assegnate avrebbero dovuto essere impegnate (pena l’avvio del procedimento di revoca) attraverso obbligazioni giuridicamente vincolanti da parte delle amministrazioni destinatarie, termine successivamente prorogato al 31/12/2013 dalla delibera CIPE n. 14/2013. Non ci risultano altre proroghe, quindi riteniamo di poter definire una “fandonia l’affermazione degli amministratori; preferiamo quest’ultimo termine a quello di “baggianata” da loro utilizzato nei nostri confronti perché lo riteniamo più idoneo a riflettere l’”animus impapocchiandi” (leggi: dolo teso a prendere in giro chi ascolta) che troppo spesso accompagna le loro affermazioni. Il Sindaco ci ha poi accusato di dire falsità nonostante abbiamo acquisito presso il Comune una mole così ingente di documenti da aver determinato la paralisi degli uffici per un’intera giornata, impegnati come sono stati a fotocopiare a pieno regime. Noi non c’eravamo accorti del disagio creato e ce ne doliamo; quando sono arrivati i TIR a scaricare gli scatoloni non abbiamo pensato a contare le fotocopie, lo abbiamo fatto dopo per renderci conto dell’entità del danno arrecato: quelle concernenti la nostra richiesta erano, largheggiando, 30 (trenta) fogli; quelle che ci hanno appioppato d’ufficio (tipo l’accordo di programma tra MATTM e Regione Calabria, che noi avevamo scaricato da mesi) altre 47 (quarantasette), per un totale di 77 (settantasette) fotocopie. Questa l’imponente mole di lavoro che abbiamo costretto a svolgere nel brevissimo volgere di appena 60 (sessanta) giorni, decorrenti dalla richiesta di accesso fino alla scadenza del termine della, ormai canonica, diffida; quindi, anche a voler tenere conto del “peso lordo”, la media spaventosa di circa 1,3 pagine al giorno: roba da mettere in difficoltà perfino un redivivo Stakanov. Noi al posto degli impiegati comunali non saremmo tanto contenti di queste “sparate”! Concludendo sul punto saremmo curiosi di sapere quali falsità abbiamo diffuso sul punto relativo alla frana sul torrente Burmaria.

Sempre in tema di dissesto idrogeologico, l’Assessore ai LL.PP. ci ha accusato di avere sostenuto che non è vero che esiste un finanziamento di 300 mila euro per il consolidamento del centro abitato di Drapia contro il rischio frane. Altra fandonia, noi non abbiamo mai affermato ciò; abbiamo solo detto che non ci risulta che ci sia un finanziamento di 300 mila euro per la “riqualificazione del centro storico di Drapia”, se poi loro – ricorrendo ai soliti papocchi – chiedono i soldi per fare A e poi fanno B non è colpa nostra, ma non saremo noi a sollevare questioni sul punto (noi vogliamo che il “basulato” si faccia). Solo che sarebbe onesto specificare, perché pare non essere a tutti chiaro, che il finanziamento è uno solo, non due: negli atti ufficiali si parla di consolidamento, nella propaganda di riqualificazione.

Quanto alla “Briganteo”, abbiamo semplicemente detto e ribadiamo che c’erano i tempi per effettuare almeno un tentativo di portare a casa il finanziamento (visto che la soluzione di riserva, che secondo noi non doveva essere quella per cui si è optato, era comunque pronta). Che occorressero i pareri discriminanti previsti dalla normativa sui Lavori Pubblici lo stabiliva già il c.d. “Decreto del Fare” convertito con legge pubblicata, ripetiamo, il 20 agosto 2013 e per tentare di ottenerli (visto che questo era l’unico reale problema) non c’era bisogno – come con un’ulteriore fandonia asserisce il Sindaco – di attendere la pubblicazione di atti successivi, dalla quale sarebbe cominciato a decorrere solo il termine per la presentazione della domanda (e non, si badi bene, per acquisire la documentazione necessaria eventualmente mancante).

Passando agli aspetti di carattere più generale e di maggiore valenza politica, siamo debitori di una risposta sia al Sindaco che all’Assessore.

Cominciamo dal secondo, se non altro per ragioni di campanile. L’Assessore asserisce che questa è “l’amministrazione del realizzare”, intendendo forse dire che va oltre il “semplice” fare; sostiene, altresì, che ha realizzato più questa amministrazione da sola in cinque anni che tutte le altre insieme nel ventennio precedente. Bene, quel ventennio coincide con il periodo 1990-2009: nell’ultimo quinquennio a rappresentare Drapia c’era chi oggi presiede questa associazione e qualcosina pensiamo l’abbia fatta, anche per la sicurezza sulla S.P. 18 (certo si può sempre fare di più e di meglio, ma reputiamo già cosa assai importante cercare di tenere informata la gente e non prenderla in giro su questioni che attengono alla sicurezza collettiva); nel primo quinquennio rappresentante di Drapia e uomo di punta della compagine amministrativa era l’attuale Assessore e, se non andiamo errati, quella viene ricordata come l’amministrazione del ribaltone che ha “catafottuto” all’opposizione il Sindaco democraticamente eletto (che forse non voleva fare il burattino, anche se poi ha inopinatamente accordato il proprio consenso elettorale ai suoi affossatori di allora) e di alcune “opere memorabili” poi smantellate dalle amministrazioni successive, con grande vantaggio per le casse comunali: così si amministra! Nel decennio intermedio, invece, rappresentanti di Drapia sono stati due signori assai vicini all’attuale Assessore, i quali immaginiamo non saranno particolarmente contenti – così come prima gli impiegati comunali – delle parole di chi oggi si impanca a semidio. In ogni caso, di quelle amministrazioni l’attuale Assessore è sempre stato sostenitore e patrono; quindi, se male hanno operato, sulle sue spalle grava una duplice responsabilità: una culpa in eligendo in sede di selezione dei candidati e una culpa in vigilando in sede di “controllo democratico” sul loro operato.

E veniamo al Sindaco. Il primo cittadino in conclusione della sua filippica non si è peritato di affermare, senza che sul suo volto si manifestassero i segni di una sia pur appena percettibile erubescenza, che non capisce in che cosa la sua amministrazione sia stata poco trasparente, in quali atti; che sarebbe felice se qualcuno glieli indicasse. Ebbene, senza pretesa di essere esaustivi (troppo lungo sarebbe l’elenco!), proviamo a ricordargli alcune delle più importanti circostanze in cui la trasparenza non è stata, diciamo così, in cima ai pensieri dell’amministrazione:

1)      può definirsi trasparente un’amministrazione che, ripetutamente e da più parti richiestane, e – cosa assai più importante – contravvenendo a precisi obblighi di legge, ometta, con una ostinazione degna di miglior causa, di pubblicare sul sito web istituzionale: bilanci di previsione e rendiconti, atti relativi alla programmazione urbanistica, i progetti delle più importanti opere pubbliche e, tanto per mantenersi allenata (visto che qui non si riesce a scorgere neppure una qualche utilità “tattica”), il piano di protezione civile, approvato ormai da tempo immemore, e il piano di gestione integrata dei rifiuti urbani?;

2)      è trasparente un’amministrazione che, almeno limitatamente all’anno 2011, si è arrogata il diritto di non pubblicare sull’albo pretorio online decine di atti per i quali è previsto l’obbligo legale di “affissione”?;

3)      può lontanamente dirsi imparentata con la trasparenza un’amministrazione che nemmeno a cannonate si dispone a dotare i cittadini di un regolamento sulla partecipazione popolare?;

4)      dove sta la trasparenza di un’amministrazione che non risponde (se non dopo diffida, e solo negli ultimi giorni utili)alle interrogazioni e alle richieste di informazione di cittadini e formazioni sociali presentate a termini di legge? Facendo una “muzzata” (forfait) solo noi ne abbiamo presentato, ma andiamo a memoria, circa una decina;

5)      e, da ultimo, come cavolo fa a definirsi trasparente un’amministrazione che per alcune delle ragioni riportate ai punti precedenti si è buscata una “cazziata” da parte dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica?

Ma le vette del sublime il Sindaco le ha toccate quando, incurante dell’appena denunciato vuoto pneumatico in tema di trasparenza, ha assunto l’impegno a garantire la pubblicazione di atti e documenti sul sito internet istituzionale per un periodo assai più lungo di quello imposto, per le diverse ipotesi, dalla normativa vigente: un vero illusionista!

La stanchezza nostra e la pietà verso chi si accingerà a leggerci ci inducono a deflettere dal controbattere ad altre fandonie sparate senza risparmio da chi è troppo avvezzo a giocare le partite con carte truccate. Ci saranno altre occasioni!

                                                                                  Rodolfo Mamone

                                                           presidente associazione DRAPIA IN EUROPA

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4 Replies to “La risposta ad una vergognosa “aggressione”

  1. Caro Rodolfo,
    i toni di sfida non portano da nessuna parte. Quando il primo cittadino non esegue correttamente il proprio lavoro a favore della collettività e specialmente a favore di Drapia, madre di ogni altra sua moderna frazione, non dovrebbe essere più eletto! Le elezioni ci sono per questo !Sono i cittadini a deciderlo come devono controllare e seguire l’operato di una amministrazione intera e non possono permettere che si arrivi alla mancata trasparenza. Se i cittadini se ne fregano gli amministratori se ne fregano . E’ così che va la vita! I documenti pubblici, l’utilizzo dei finanziamenti pubblici e delle tasse che ogni cittadino paga dovrebero essere pubblici e anche leggibili! Purtroppo sappiamo tutti che per leggere un bilanco ci vorrebbe una super laurea e che falsificre i bilanci è cosa che è avvenuta sempre. L’ignoranza politiva e l’individualismo sono le grani pecche umane. Essere trasparenti è una grande virtù ma a volte può dipendere non soltanto da un Sindaco ma anche da un gruppo di persone che in qualche modo lo portano a certe azioni di mal governo organizzato . La politica finora è stata avvicinata per propri tornaconti e non per portare ricchezze al paese .
    Quindi per chiudere, se pretendiamo di controllare e seguire ciò che i politici fanno possiamo anche sperare in un futuro migliore per i nostri figli e nipoti.
    Il paese rinascerà ma dipende da tutti noi non solo da un Sindaco e il Suo Consiglio di Amministrazione.
    Laura Ceccarelli

  2. PRIMA O POI VERRO’ A VIVERE A DRAPIA PER LUNGHI PERIODI E SOLO ALLORA POTRO’ DIRE DI LOTTARE PER DRAPIA IN QUESTO, PURTROPPO, HANNO RAGIONE QUANDO MI CHIEDONO …. LEI DOV’E’ .
    IO CI SARO’, VOI CHIAMATEMI IN TEMPO E VERRO’ A LOTTARE PER DRAPIA

    laura

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