Vibonesiamo.it BLOG – Mario Vallone Editore

Un paese abbandonato al degrado

Condividi il post:

Particolari Centro storico di Drapia 004Abbiamo ricevuto tramite email un altro, significativo ed interessante, contributo al dibattito innescatosi dopo l’intervento dell’associazione Drapia in Europa sulla strada Briganteo. Essendo questo contributo ben strutturato e siccome spazia denunciando una situazione di degrado molto grave, per renderlo maggiormente visibile abbiamo deciso di dedicare ad esso un apposito post…

Per comprendere meglio quanto esposto in questo scritto vi invitiamo prima a leggere i precedenti commenti ad esso collegati,commenti che trovate in fondo al post al seguente link  CLICCA QUI.

Dopo aver letto questi commenti leggete il seguente:

________________________________________

Gent.mo Signor Aiello,

non è tanto per commentare il suo intervento sul blog come risposta allo scritto della Sig.ra Ceccarelli, quanto per rivolgerle, come dirò più avanti, un invito, che mi accingo a vergare quattro righe.

Fermo restando che le esternazioni della Sig.ra Ceccarelli si riferiscono esclusivamente alla situazione di Drapia capoluogo e non del territorio drapiese, inclusivo quindi delle frazioni e delle località annesse, lei afferma che “non rispecchia la realtà la descrizione di Drapia come il regno dell’incuria”.

Da ciò il mio invito Signor Aiello, venga a Drapia capoluogo, faccia una lunga, attenta passeggiata lungo le strade, stradine e vicoli di questo borgo, ed osservi tutto con “occhio vigile, scrupoloso ed obiettivo”: si renderà conto di quanto lasci a desiderare la manutenzione e la pulizia ordinaria (quest’estate abbiamo ospitato persino, per diverse settimane, animali morti).

Per raggiungere il paese poi, come lei ben sa, “L’UNICA VIA D’ACCESSO” è l’ormai famosa S.P. 18, sulla quale da anni incombe una minacciosa frana, per cui, come lei stesso dice, “Drapia vive nel rischio concreto dell’isolamento”, e mi pare che le condizioni climatiche di questo periodo accentuino, e non di poco, tale rischio.

Mi dica, in questo lunghissimo arco di tempo, cosa è stato fatto per ovviare a questo pericolo? Ed i tanto sbandierati 700 mila € da spendere per la messa in sicurezza di questo tratto di strada, dove sono finiti?

Proseguendo per Corso Umberto I, non potrà non rendersi conto di quale pericolo gravi sulla testa dei passanti minacciati, specie quando imperversa il cattivo tempo dalla caduta di vetri, tegole o cornicioni dalle vecchie case in stato di abbandono ed in gran parte diroccate. Nulla a riguardo compete al Comune?

Soffermandosi a Piazza IV Novembre potrà ammirare la “deliziosa” fontanella che “avrebbe dovuto” portare in paese l’acqua di “Vardaro” (addio vecchia storica fonte!!!), addossata alla meno peggio ad un muro privato.

Si porti poi sulla tangenziale e, dopo aver osservato attentamente lo stato dei marciapiedi ed il campetto di calcetto con le reti fissate direttamente sull’asfalto, volga lo sguardo verso il tetto dell’ex scuola materna ed ex municipio (proprietà del Comune) e si renderà conto che resta indisturbato (salvo le intemperie) un tetto in eternit fatiscente. (Mi pare sia cancerogeno, o sono male informata?). A proposito mi chiedo: e i 300 mila € da spendere per la “messa in sicurezza del centro abitato”? Ribadisco “la messa in sicurezza del centro abitato” come opera primaria, poi eventualmente, e ben venga, la pavimentazione del centro storico per riportarlo, si fa per dire, al suo antico splendore.

La sua passeggiata dovrà quindi portarla prima su contrada Rizzina, infestata da rovi ed erbacce, poi lungo la tanto chiacchierata strada del “Briganteo” e la sua vista sarà allietata non dal panorama mozzafiato che si gode soprattutto nei pressi della cosiddetta “Casa du Colonnellu”, ma da discariche a cielo aperto. (A chi spetta adoperarsi perché ciò non succeda?).

Per arricchire senza però esaurire la panoramica, prenda poi atto delle opere che sono state realizzate a Drapia capoluogo e mi renda edotta in proposito, perché io francamente ho l’impressione di avere gli occhi tappati e la mente offuscata.

Una riflessione spassionata alla fine non potrà non portarla ad affermare che Drapia vive in uno stato di abbandono e di degrado, dovuto proprio all’ “incuria” di chi dovrebbe prendersi cura di esso, perché il dizionario mi suggerisce che il termine “incuria” significa propriamente “mancanza di cura, di attenzione, di diligenza nel fare una cosa” e ancora “grave trascuratezza, negligenza a danno proprio e altrui”, e sottolineo e rimarco quel “proprio”.

Un’ultima cosa, la Sig.ra Ceccarelli non risiede a Drapia, ma a Drapia ha le sue radici, qui è custodito in parte il vissuto della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, e qui ha ristrutturato, immagino con non pochi sacrifici, una casa ereditata dai suoi parenti, e come tutti i drapiesi ama appassionatamente questo borgo e ne conosce ogni sfaccettatura, e come dimostra una sua poesia che viene qui di seguito trascritta, chi ama la terra che sente propria e la vede morire un po’ ogni giorno, non può esimersi dal fare “certe critiche” che dovrebbero servire da stimolo e non suscitare risentimenti ed eccessi d’ira come sovente accade.

 Buon lavoro a lei ed al suo gruppo.

                                                                           Maria Domenica Ruffa

 

Da “Belle differenze” di Laura Ceccarelli

DRAPIA

Dopo l’immenso mare sconfinato

dopo le curve, il caos ed il rumore

dopo lo smog, le compre ed i consumi

 

dopo la civiltà di indifferenza

dopo le corse per la prima fila

dopo il protagonismo e la pretesa

 

arriva Drapia la nostra provenienza

 

Tutto essenziale, tutto necessario

terra, persone, aria, acqua, sale

e cuori buoni ad aspettar persone

 

Vecchi assopiti dal nulla della vita

E in grande attesa di eterno cambiamento

I bimbi assenti sono nato altrove

 

rubati dal progresso della terra.

Sperduta tra le rocce e il verde mare

Drapia rimane lì, pronta a morire

                _________

P.S.  Speriamo non di “eutanasia”

Commenti

comments

Exit mobile version