Era Antonio Farfaglia di nome, ma di fatto è sempre stato un Pulicari conosciuto da tutti come ‘Ntoni da za’ Catarina (riferimento alla madre).
Abbandonato dal padre che andò in America e non fece più ritorno. Fu cresciuto da una madre sola e dalla famiglia adottiva dei “Nardeoti”; non sentì mai la mancanza di quel padre che aveva rinunciato a crescere suo figlio perché come diceva lui: “u zu Peppi i Nardea (Schiariti Giuseppe classe 1909) mi crisciu comu nu figghjiu!”
Gran lavoratore. Ha lavorato una vita intera senza fermarsi mai, senza togliersi mai uno sfizio di troppo. Aveva 80 anni, ed ancora nel mese d’ottobre era nei vigneti di amici e parenti; la schiena iniziava a far i capricci ma nonostante tutto non si fermava, non le faceva prendere il sopravvento e continuava con la forbice in mano a tagliare l’uva, a tener in allegria quelle vigne. Aveva 80 anni ed ancora aspettava l’autobus per scendere a Parghelia alla Tonnara dove per tanti anni ha lavorato. Aveva 80 anni e non c’era competenza.
Ha girato il mondo: dalla Francia e la Spagna fino a New York, Buenos Aires, Toronto, Sidney, Messico, Canada e molti altri posti. Conosceva a memoria tutte le vie di Lourdes, dove vi fu per ben quattro volte; i piatti privilegiati di ogni città che ha visitato e altro ancora.
Una biblioteca in carne ed ossa di quelle persone che se non ricordano qualcosa al momento fanno di tutto per incontrarti il giorno dopo e colmare quella cosa che in quel momento distrattamente gli è sfuggita. A lui si potevano chiedere alberi geneologici rendendoti conto di essere cugino, zio, o meglio di essere parente di chi neppure sapevi. Ascoltarlo raccontare la vita di un tempo, gli aneddoti, le usanze e tradizioni (ormai quasi perse) di un tempo era come una dar gioia all’anima, un arricchirsi di quelle parole che nessun libro né motore di ricerca potrà mai contenere.
Conosceva tutti. Aveva tante di quelle conoscenze, amici e sì anche nemici quasi da guinness. Non ha avuto una vita facile. Tante le persone che hanno approfittato di lui, altre che l’hanno deriso, messo in cattiva luce, fatto passare per pazzo, pero lui è sempre stato due passi avanti: ha lasciato correre e continuato a fare la sua vita come meglio poteva, confidando in quell’affetto di quella gente che con il cuore non l’ha mai lasciato solo, ha continuato a proteggerlo fino a quando gli è stato possibile. Amami quando meno me lo merito perché sarà allora che ne avrò più bisogno!
Ha camminato sempre in salita fino alla fine quando già tutto curvato, l’anno scorso a settembre, ha seguito tutta la processione dei SS. Medici forse sospettando fosse l’ultima per lui. Come non ricordarlo il 18 settembre di ogni anno entrare in chiesa nei colori dei SS. Medici Cosma e Damiano? Così Brattirò perde un altro pezzo di storia, uno di quei protagonisti che nella propria semplicità sanno essere UNICI continuando a lasciare quell’impronta in chi c’è e in chi ci sarà.
“Sei stato un uomo di molte battaglie, sei stato un vincitore in questa vita, sei e continuerai ad essere un esempio di vita per molti. Grazie di aver condiviso con noi gran parte della tua vita”
‘Ndi vidimu ‘Ntoni!
Rosa Maria Schiariti (nipote de’ i Nardeoti)
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