Un santo sconosciuto a molti, ma tanto amato a Gasponi

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548532_4606515211635_1330666817_nLa comunità di Gasponi, piccola frazione del comune di Drapia, ogni anno il 3 novembre, si raduna per omaggiare il suo santo Patrono: San Acindino Martire. Un santo forse sconosciuto a molti ma che a Gasponi è amatissimo e venerato da tempi lontani.

Ma chi era questo santo? Ecco alcune notizie su di lui tratte dal dizionario dei  Santi e dei Beati:

Santi Acindino (Acendino), Pegasio, Aftonio, Elpidiforo, Anempodisto e compagni Martiri in Persia. Emblema: Palma simbolo del Martirio

Martirologio Romano: In Persia, Acindino, insieme ai suoi fratelli Pegasio, Aftonio, Elpidiforo, Anempodisto e numerosi loro compagni patirono il martirio in odio alla fede cristiana sotto il re Sapore II di Persia, tra gli anni 341 e 345.

Notizie: Questi santi martiri in Persia, sono menzionati in una ‘passio’ greca del tempo di Eraclio (610-614), storicamente di scarso valore, che ci è pervenuta in una rielaborazione di Simeone Metafraste, agiografo bizantino del X secolo, e in una versione latina nel codice 1622 dell’Università di Padova. La vicenda narrata dalla ‘passio’, si svolse al tempo del re di Persia Sapore II (310-379); infuriando le persecuzioni contro i cristiani, che in contrapposizione alla libertà di culto concessa dall’imperatore romano Costantino il Grande nel 313, furono considerati dai persiani, una ‘quinta colonna dell’Impero romano, con cui Sapore II era in ostilità. Il re fece catturare Acindino, Pegasio e Anempodisto ferventi cristiani, i quali furono sottoposti ad interrogatorio e torturati secondo la prassi del tempo, ma poi furono miracolosamente risanati, le loro catene si spezzarono e si fusero, mentre una violenta bufera si abbatté sulla città reale di Isfahan; mentre Sapore II perdette la voce, che riacquistò per intercessione degli stessi martiri.

Come per altri racconti antichi sul martirio dei cristiani, il supplizio non si fermò qui; i quattro cristiani furono immersi nel piombo fuso e ne uscirono illesi, fra lo stupore dei carnefici, dei quali uno, Aftonio, si convertì e fu subito decapitato; si tentò di ucciderli gettandoli in mare chiusi in un sacco, ma essi risalirono dalle onde incolumi. Intanto nel Senato persiano, Elpidoforo e altri senatori, avevano preso le difese dei cristiani, pagando anch’essi con la vita il loro coraggio.

Alla fine Acindino, Pegasio e Anempodisto, furono bruciati vivi a Isfahan, era circa il 350 d. C.

Le loro reliquie furono più tardi traslate a Costantinopoli e venerate in una chiesa a loro dedicata; nel 1204 durante la quarta crociata, una reliquia di Acendino finì in Francia a Vedans e da lì nell’abbazia di Rosières; fu perduta durante la Rivoluzione Francese e ritrovata un secolo dopo, nel 1892 a Grozon. I santi martiri sono venerati in Oriente e in Occidente il 2 novembre e particolarmente ricordati dalla Chiesa Bizantina; sono raffigurati nella celebre Pala d’Oro della Basilica di San Marco a Venezia.

Gasponi e San Acindino – Il Culto verso San Acindino a Gasponi è antichissimo. Secondo la tradizione locale accreditata anche da alcune fonti storiche la devozione verso questo Santo è presente in questa località fin dal lontano medioevo, quando sorgeva in questa contrada un monastero basiliano, al quale si deve la diffusione della devozione verso questo santo. A S. Acindino soprannominato in dialetto “Chindalo” era dedicata la Chiesa parrocchiale del paese demolita qualche anno fa  ed è intitolata anche la nuova chiesa che si sta costruendo sullo stesso luogo di quella precedente e che dovrebbe essere consacrata nella prossima primavera. La festa di San Acindino la Chiesa l’ha stabilita per il 2 di novembre, a Gasponi si festeggia il giorno successivo, il 3 novembre.

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