Più luoghi si contendono gli scenari della vicenda di Donna Candida o Donna Canfora; ma poiché ovunque tale vicenda ha uno sviluppo pressoché identico, un luogo vale l’altro, e per non farla inutilmente lunga diciamo che la fanciulla in questione apparteneva a nobile famiglia di Nicotera.
Ella, quando fu rapita dai corsari turchi che con un inganno l’avevano attirata sulla loro nave per poi mettere all’improvviso le vele al vento, affidò ad una rondine di mare il messaggio del proprio riscatto, da lei stessa quantificato in tre leoni, tre falconi e tre colonne, tutti d’oro, e dagli infedeli ritenuto più che soddisfacente.
La rondine andò prima dal padre di lei, che, però, abbandonò la figlia al destino di schiavitù, accampando che non aveva ricchezze bastevoli per far fronte alla richiesta; e lo stesso fecero la madre ed il fratello. Infine, il messaggio arrivò all’innamorato che, invece, ne intuì il significato nascosto e convocò i suoi due fratelli: insieme si recarono da un orafo e si fecero ricoprire d’oro le spade e le corazze, poi s’imbarcarono e, filando sul mare come sparvieri, raggiunsero il legno turco su cui era tenuta prigioniera Donna Candida; saliti a bordo, ai corsari che pretesero il pagamento del riscatto, replicarono con ardita fierezza: «Allora, tre leoni e tre falconi tutti d’oro?! I leoni siamo noi, che tali ci fa essere il nostro coraggio. Come falconi, poi, abbiamo solcato il mare per raggiungervi…».
«E le colonne d’oro?» chiesero i turchi, che, evidentemente, tenevano la materia grigia in frigorifero e ancora non avevano realizzato la situazione. «Eccole: le nostre spade! » esclamarono i tre lanciandosi sugli infedeli, facendone carne di porco, e liberando donna Candida che, da allora, per quanto amò il proprio uomo tanto tenne in disprezzo i familiari, rivelatisi così schiavi della loro spilorceria da non aver capito il messaggio e nulla avevano fatto per lei.
(pubblicato su http://www.facebook.com/CalabriaMystery)